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Domande di una figlia a suo padre candidato al Consiglio Comunale di Molfetta
21 maggio 2013

MOLFETTAUn papà Domi Bufi, candidato con Sel che appoggia il candidato sindaco Paola Natalicchio, intervistato dalla figlia Zoe (nella foto di Francesco Mezzina) che gli chiede di spiegargli i motivi della sua decisione. Un modo inedito di presentarsi alla città e di spiegare le proprie scelte.
Ecco l’intervista di Zoe Bufi a suo padre candidato:
 
Papà mi spieghi perché ti candidi?
«Io mi candido perché voglio mettere a disposizione della città alcune cose che so fare. Così com’è adesso Molfetta non mi piace: quelli che stavano prima, cioè che hanno amministrato la città fino ad ora, non hanno fatto delle cose belle. Hanno pensato solo…, come te lo devo spiegare…, ai fatti loro, a dare dei vantaggi agli amici loro, a fare dei favori alle persone che conoscevano, senza preoccuparsi del bene per la città. Io credo di saper fare bene alcune cose. Da quando ero piccolo, un poco più grande di te, mi piaceva la musica, l’arte ed organizzavo delle manifestazioni in cui si dava spazio a tutti per poter condividere e mostrare quello che ognuno sapeva fare. Però tu sai che Molfetta è piena di bellissimi monumenti, ha dei bellissimi paesaggi, e ci sono anche persone che sono molto molto brave nelle arti ed a me piaceva l’idea di usare queste ricchezze per far diventare Molfetta sempre più bella. Poi mi sono state a cuore le persone più sfortunate, i poveri, gli ultimi ed ho cercato di aiutarle. Inoltre adesso, che sono diventato grande ed ho un lavoro, ho imparato bene a gestire i progetti e so come si possono utilizzare le cose per realizzare i desideri. Ecco, come ti dicevo prima, voglio mettere a disposizione di Molfetta quello che ho imparato a fare meglio».
 
E perché con Paola?
«Io Paola la conosco da quando era piccola ed andava ancora alle scuole superiori, al Liceo Classico e già da allora mi era sembrata molto intelligente e determinata. Poi è dovuta andare a Roma per studiare e difatti è diventata una giornalista: anche se non vive a Molfetta è stata sempre interessata ai nostri problemi ed ha sempre seguito le storie di Molfetta. Io ho scelto di candidarmi con Paola perché, quando i partiti le hanno chiesto di fare il Sindaco, lei ha detto che avrebbe accettato solo se fra i suoi amici e compagni d’avventura non erano presenti nessuna di quelle persone che negli ultimi anni hanno amministrato la città di Molfetta riducendola così com’è ora, brutta e sporca. E questa sua imposizione secondo me è molto importante: non sempre, gli altri candidati sindaco hanno voluto questa distinzione così forte. A volte, solo perché si voleva vincere a tutti i costi “i cattivi ed i buoni” si mischiavano insieme e la gente si confondeva».
 
Ed a te Paola ti vuole?
«Sì, mi vuole perché in questi anni ha seguito le cose che io ho fatto e di cui mi sono occupato. Lei è contenta perché spesso ciò che piace a me piace pure a lei e sa già che se diventerà sindaco ed io consigliere andremo d’accordo su molte questioni e sarà facile ragionare sul da farsi e specialmente sul modo in cui farlo. Io spero davvero che con io possa lavorare con lei per costruire una città migliore».
 
Dici sempre “città “città”, ma cosa è per te la città?
«Ecco questa è una domanda difficile…, …allora, vediamo…, Zoe secondo me la città è un posto bello dove ogni persona si sente bene e dove le cose funzionano, però è la persona stessa che è il responsabile di questa bellezza. Cioè è come la casa dove noi viviamo, ma molto più allargata e con molta più gente. A casa nostra se qualcosa non funziona noi cerchiamo di sistemarla nel miglior modo possibile senza spendere molto, poi cerchiamo di abbellirla, ci sono i quadri di nonno, i mobili che ci piacciono, ogni maggio sistemiamo il giardino in cui ci mettiamo sempre più piante o, a volte nelle stanze aggiungiamo delle cose nuove o buttiamo e sistemiamo cose vecchie. Ecco ora tu pensa ad una specie di casa grandissima, con strade, palazzi, parchi, monumenti, io dico che il mio modo di intendere la città è una specie di casa nostra senza mura, senza confini, allargata dove invece di viverci in tre ci viviamo in centomila, e tutti i centomila dobbiamo fare in modo che tutto funzioni e sia bello viverci dentro, insieme».
 
Perché non ti sei candidato tu a Sindaco?
«Semplicemente perché nessuno me lo ha chiesto. In genere funziona che alcuni partiti, insieme alle associazioni e ad alcuni cittadini si riuniscono fra di loro e discutono su chi potrebbe essere il candidato sindaco più bravo. Dopo tante discussioni e proposte giungono ad una decisione. Anche questa volta ci sono state tantissime discussioni e riunioni fra i vari partiti per discutere di questo, addirittura sono due anni che la sinistra ne sta parlando e devo dire che non è stato facile individuare un candidato che andava bene per tutti. Io ho seguito tutte queste riunioni ma il mio nome non è stato mai proposto da nessuno. Forse se mi eleggono consigliere comunale e dimostro di saperlo fare bene, la prossima volta me lo chiederanno».
 
Ma se Paola vince e tu diventi consigliere comunale, io posso mettere il banchetto alla fiera per fare il mercatino?
«Per mettere il banchetto alla fiera e poter vendere i braccialetti e le altre cose di Fimo che fai, bisogna chiedere il permesso, compilando una domanda scritta, ad uno specifico ufficio del Comune, come fanno tutti. Quell’ufficio poi esamina tutte le domande e decide chi può mettere il banchetto. Cioè anche se sei mia figlia e se conosci Paola dovrai chiedere il permesso come fanno tutti perché è giusto dare il permesso a chi ha le carte in regola senza dare vantaggi o prediligere gli amici ed i parenti».
 
© Riproduzione riservata
 
Autore: Zoe Bufi, anni 12
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Simpaticicissima intervista o scambio di curiosità genitoriale senza colpo ferire: padre e figlia. Tutt'altra cosa renderla fattibile in città ineducata e falsamente culturale come Molfetta, con contendenti pronti a colpire e ferire per salire sul podio della vittoria. - Padre e figlio di Cat Stevens - (padre) non è il momento di fare cambiamenti, rilassati e basta, prenditela comoda. Sei ancora giovane, questo è il tuo problema, c'è così tanto che devi conoscere, trovati una ragazza, sistemati, se vuoi puoi sposarti. guarda me, sono vecchio, però sono felice un tempo ero come tu sei ora, e so che non è facile, stare calmo quando trovi qualcosa per andartene ma prenditi il tuo tempo, pensa molto perchè, pensa a tutto quel che hai. domani tu sarai ancora qui, ma i tuoi sogni potrebbero non esserci (figlio) come posso provare a spiegargli? quando lo faccio lui si gira dall'altra parte è sempre stata la solita vecchia storia. dal momento in cui potevo parlare mi è stato ordinato di sentire ora c'è una via, e io so che devo andare io so che devo andare (padre) non è tempo per cambiamenti solo sietidi, prenditela lentamente. sei ancora giovane, è questo il tuo problema c'è così tanto su cui devi pensare trovati una ragazza, sistemati se vuoi puoi sposarti guarda me, sono vecchio, ma sono felice (figlio) tutte le volte che ho pianto, tenendomi tutto ciò che sapevo dentro è difficile, ma è più difficile ignorare ciò se loro erano nel giusto, io accettavo, ma il problema è che non mi conosci ora c'è una via e io so che devo dandare via io so che devo andare.


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