Dolore a Bisceglie per la morte del carabiniere De Trizio: parla il padre
BISCEGLIE – "Amava profondamente il suo lavoro, l'Arma dei carabinieri, la sua missione - dice Nicola De Trizio, padre di Carlo (nella foto, il militare morto), 37 anni, il maresciallo capo dei carabinieri ucciso a Nassiriya, biscegliese anche di nascita e non di origini molfettesi (il cognome è abbastanza diffuso a Molfetta), come si era ipotizzato dalle prime incerte notizie successive all'attentato - una missione di pace che lo ha coinvolto tanto, al punto da aver studiato l'arabo, per poterla rendere più proficua e portare la pace. Invece ha trovato la morte". Nella casa di De Trizio, a Bisceglie, sono in tanti: parenti, amici e autorità.
Grandissimo il dolore dei genitori e del fratello. La madre parla a fatica, ha avuto un malore ed è stata soccorsa in casa dai medici. Ma è soprattutto il padre a parlare di Carlo, di come fosse importante per lui quella missione in Iraq: "Aveva deciso di partire perché voleva fare qualcosa di importante per quella popolazione. E noi benché preoccupati non ci eravamo opposti, perché avevamo capito con quale spirito intendeva svolgerla". Carlo era iscritto all'Università e voleva laurearsi in Giurisprudenza.
Oggi, a Bisceglie, lutto cittadino, con un minuto di silenzio in tutti gli uffici pubblici, le scuole e le attività produttive. Il commissario prefettizio della cittadina barese, dove si voterà per l'elezione del sindaco il 28 maggio, ha sospeso anche la campagna elettorale in segno di lutto.
Pianto e rabbia anche fra i colleghi di De Trizio che trattengono a stento l'emozione. Lo ricordano come un carabiniere "sempre motivato e pronto ad esporsi in prima linea".
"Mi sono fermato in caserma per chiedere dove fosse la sua auto. Aveva chiesto ad un amico un telone per coprirla e glielo avevo comprato. Così, una volta entrato, ho saputo quello che gli è successo", racconta Marco, 37 anni, che conosceva Carlo De Trizio. E' arrivato in caserma in bicicletta. Pensava fosse una giornata come tutte le altre. Invece, è uscito sconvolto dal comando del nucleo Radiomobile di Torino. "Una tragedia immensa" - racconta tra le lacrime -, so che la fidanzata non voleva che partisse...".
Dovrebbero arrivare domani pomeriggio in Italia le salme dei tre militari caduti nell'attentato di Nassiriya: l'atterraggio del C130 dell'Aeronautica a Ciampino è previsto intorno alle 16.
Per quanto riguarda i funerali, invece, dovrebbero tenersi a Roma nella mattina di martedì. Lo rendono noto fonti dello stato maggiore della Difesa.
Autore: Domenico Sarrocco