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Dato l’andazzo… se il Duomo diventasse un lido balneare e S. Stefano una sala giochi
15 luglio 2018

Tutto incominciò non molto tempo fa, non ricordo con precisione, ma nella nostra villa comunale scomparve una bellissima fontana, delicata elegante e romantica che era situata quasi al centro dello spiazzo. Improvvisamente. Poi, mi si perdonino gli errori cronologici, fu la volta del complesso balneare di “Don Cristallino”, sul lungomare nei pressi di piazza Garibaldi. Non so perché. Quindi fu la volta dello storico e importante palazzo Cappelluti che ospitava i Borbone quando si fermavano a Molfetta. All’interno, in alcuni locali del chiostro lavorò per molto tempo il nostro grande Giulio Cozzoli, scultore straordinario e mai abbastanza apprezzato. Questa operazione, perlomeno trovò una “giustificazione” se così si può dire, nella speculazione, sull’onda della vampata edilizia che modificò la nostra cittadina e non sempre per il meglio, anche se si trattò di un momento particolare, inevitabile, necessario e non deprecabile, in cui le circostanze economiche e demografiche determinarono i cambiamenti e lo sviluppo che sappiamo tutti. A breve distanza di tempo, in disastrosa successione, scomparve, nella villa comunale “L’orchestra” bellissima costruzione sulla quale nei tempi passati, si esibivano per la gioia dei nostri nonni, musicisti di vario genere. Al suo posto fu posta una costruzione anonima e inutile che scomparve (forse per la vergogna) poco tempo dopo. Perché? Mi chiedo ogni tanto, perché questa furia devastatrice e irrispettosa della nostra storia, della nostra civiltà e della nostra Molfetta, che si prepara ad un futuro di meta turistica e che avrebbe potuto aggiungere alle sue tante bellezze artistiche anche questi pregiati pezzi? Dopo la costosa e incompresa “Macchina scazzata” certo qualcos’altro mi sfugge, ma attualmente sento parlare di abbattimento della storica e deliziosa villa Panunzio alla Madonna della Rosa e ancora peggio della costruzione di una fontana sul piazzale della stazione ferroviaria. Fermatevi signori amministratori! La stazione di Molfetta ha visto partire decine di migliaia di emigranti e li ha visti ritornare, felici al tepore delle loro famiglie, delle loro case della loro terra. Queste persone hanno portato ricchezza, hanno permesso il boom edilizio e i conseguenti vantaggi, lavoro per tanti, in ogni settore, benessere. Non dimenticatele! onoratele e apprezzatele doverosamente. In quella piazza ci vorrebbe un monumento dedicato “chiaramente” a loro, non una generica fontanella ma, per esempio un uomo con la valigia che riabbraccia moglie figli e genitori. I nostri concittadini non amano le cose sofisticate. Perché non si può umanamente e artisticamente, comunicare qualcosa di vero, di storico di importante? L’amministrazione comunale rappresenta la cittadinanza e deve andare verso gli elettori e dimostrare la sua “vicinanza” e solidarietà senza perdersi in direzioni sospette. Se continuiamo di questo passo non mi meraviglierei (e mi si perdoni l’irriverenza) se un giorno o l’altro partisse un progetto urbanistico per cui il Duomo Vecchio venisse trasformato in un lido balneare, la Chiesa di Santo Stefano in una sala giochi, la Cattedrale in un centro commerciale con annesso ampio parcheggio nella villa comunale, il Purgatorio in una spa e il Calvario abbattuto perché stridente nel nuovo contesto ambientale. E così la finiamo una volta per tutte di stare a pensare all’arte, al nostro passato, alla nostra religione, all’estetica e a tutte queste cose superflue che non fruttano soldi e vantaggi a chi “onestamente” si “affanna” per la nostra amata Molfetta. Pasquino © Riproduzione riservata

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