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Danni al Seminario Vescovile adibito a ospedale Eventi della “Grande Guerra” a Molfetta
15 luglio 2024

A causa del conflitto bellico 1915/1918 numerosi locali del nostro Seminario Diocesano – con atto di cessione gratuita – furono messi a disposizione della Croce Rossa per essere attrezzati e utilizzati dal 1° gennaio 1918 come Ospedale territoriale di guerra n. 44, capace di complessivi ben 1.110 letti, per soldati italiani e prigionieri nemici, feriti o ammalati (molti di tifo, provenienti dalla Macedonia) o convalescenti, giunti a Molfetta con treni-ospedale per essere curati1. In conseguenza dell’occupazione militare, l’Episcopio subì danni di vario genere tra cui le infiltrazioni di acqua, provenienti dal piano superiore dell’edificio, e l’atrio del palazzo ridotto in stato deplorevole: in particolare, con l’acciottolato gravemente danneggiato sia dal continuo traffico dei carri della Croce Rossa sia dallo scarico dei materiali occorrenti al nosocomio sia dalla pulizia degli indumenti, specie di lana, dei malati sia dalla frenetica attività e circolazione delle persone. Fu interessato, perciò, il Ministero della Guerra che provvide a indennizzare i danni stessi liquidandoli in complessive lire 22.059,65. Se ne rinviene traccia tra le “carte” della Diocesi di Molfetta custodite nell’Archivio centrale dello Stato2. Per la riscossione dell’importo fu chiesta la prescritta autorizzazione dall’Amministratore apostolico pro tempore3 Mons. (1) Cfr. La Sorsa Saverio, La Puglia e la guerra mondiale, Casini, Bari-Roma, 1928 pagg. 33, 67 e 68. “La memoria e la città”, Mostra documentaria commemorativa del Comune di Molfetta, La Nuova Mezzina, Molfetta, 2015 (Ringrazio per le segnalazioni la prof. ssa Nanda Amato e il prof. Marco Ignazio de Sanctis). (2) AcS, busta 530, Enti, posizione n. 497. (3) Incarico conferitogli per il periodo dopo il trasferimento (08.12.1920) di Agostino Migliore (Vescovo di Monopoli) e, al proposito, con lettera dell’8 giugno 1922, il Ministero di Grazia e Giustizia e dei Culti trasmise all’Economo Generale dei Benefici Vacanti di Napoli la relativa domanda “urgente” con “preghiera di assumere informazioni sulla medesima (autorizzazione, n.d.r.) e di trasmetterla, quindi, con avviso motivato al competente Procuratore Generale della Corte di Appello (di Trani, n.d.r.), ai termini del R.D. 1° agosto 1920, n. 1079’’4. Il carteggio giunse alla Procura Generale del Re che, a sua volta, il 12 agosto fece presente al Ministro quanto segue: “dall’esame degli alligati, non è stata in alcun modo documentata la liquidazione di tale somma (?). Ond’è che per provvedere nei limiti della mia competenza in ordine alla cennata istanza, oso pregare la S.V. perché voglia interessare il Ministero della Guerra (Servizio Genio) a farmi conoscere la somma precisa della indennità liquidata, poiché credo di non potere autorizzare la riscossione di una somma per danni, che non risultino accertati, di cui non è traccia in questo Ufficio’’. Il successivo 28 agosto il suddetto Ministero interessò il Dicastero della Guerra per conoscere, con ogni possibi- Mons. Giovanni Jacono fino all’insediamento (4 marzo 1922) di Mons. Pasquale Gioia. (4) In Gazzetta Ufficiale n. 188 del 10 agosto 1920: Art. 1 “Le istanze dirette ad ottenere l’autorizzazione governativa (?), devono essere presentate all’Economato generale dei beneficî vacanti del distretto, nel quale ha sede il corpo morale contraente, da chi ne ha l’amministrazione. Art. 2. L’Economato generale (…) invia la istanza medesima con avviso motivato al competente Procuratore generale del Re, il quale, raccolte le necessarie informazioni, la trasmette col proprio parere, e coi documenti che la corredano, al Ministero della giustizia e degli affari di culto (…)”. Art. 3. Il Ministero (…) provvede sulla relazione del Procuratore generale, concedendo o negando la chiesta autorizzazione”. le sollecitudine, ‘‘l’esatta cifra cui corrisponde la predetta indennità’’ al fine di autorizzare Mons. Migliore “a riscuotere la somma”. Della questione fu incaricato 19 settembre il Comandante del Genio Militare del Corpo di Armata di Bari (Col. Lavezzari) il quale confermò al Ministero della Giustizia che la somma liquidata ammontava, appunto, a lire 22.059,65. Poco dopo, ossia il 3 ottobre 1922, il Ministero rappresentò, a sua volta, alla Procura Generale presso la Corte di Appello di Trani quanto comunicato dal predetto Comando e, contestualmente, trasmise gli allegati per ‘‘l’emanando decreto di competenza in merito alla auto-rizzazione chiesta (…)”. Il 20 dicembre, però, il medesimo Colonnello, per definire esattamente la liquidazione dei danni, chiese la ‘‘copia dell’autorizzazione rilasciata da Codesto Superiore Dicastero al Vescovo di Monopoli (…)”. Fu, questo, uno degli ultimi atti della pratica che si avviò a conclusione il 17 gennaio 1923 quando il Ministero della Giustizia e degli Affari di Culto rese noto: a) alla Procura Generale presso la Corte di Appello di Trani che il Comando di Bari aveva chiesto la copia del provvedimento di autorizzazione a riscuotere la somma liquidata dal Ministero della Guerra per poter provvedere al pagamento. “Pertanto, (…) pregasi V.S. Ill. ma a provvedere a che sia direttamente inviata al Comando del Genio richiedente, copia del decreto che, per competenza, dovrà essere emanato dalla S.V. Ill.ma per la concessione al nominato Vescovo dell’accennata autorizzazione’’; b) al Comandante del Genio Militare presso il Corpo d’Armata di Bari che: “(?) in pari data si è scritto al Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Trani invitandolo a trasmettere direttamente a Codesto Comando copia del provvedimento che, a norma del R.D. 1° agosto 1920, n. 1079 rientra nella sua competenza, con cui il Vescovo di Monopoli è autorizzato ad esigere la somma di lire 22.059,65 liquidata dal Ministero della Guerra per indennizzo dei danni sofferti dal fabbricato del Seminario Vescovile di Molfetta in dipendenza dell’occupazione militare durante il periodo di guerra’’. Non si rinvengono, infatti, altri documenti concernenti sia l’elencazione particolareggiata dei danni arrecati al Seminario sia i lavori eseguiti per ripararli sia l’effettiva riscossione dell’importo liquidato che è da ritenere regolarmente avvenuta. * * * Quanto innanzi descritto richiama alla memoria come, in quegli anni, anche Molfetta – oltre ad aver subìto due bombardamenti aerei e uno navale (da un cacciatorpediniere) – prese attiva parte al drammatico conflitto mondiale affrontando, in vario modo, tutti i relativi disagi. Sul piano civile si ebbero immediate iniziative studentesche di adesione, con spirito patriottico, all’intervento bellico sfociate in manifestazioni popolari con cortei e discorsi in piazza. Furono, inoltre, istituiti Comitati di vario genere (soccorso, salute pubblica, pro-profughi veneti, assistenza civile) e non mancarono pubbliche sottoscrizioni unitamente a raccolte di oro, denaro (c.d. “soldo al soldato”), materiali e provviste alimentari per offrire sussidi a favore delle famiglie delle vittime e dei feriti. Non mancarono, poi, serate di beneficenza, lotterie, ecc. e si provvide a spedire – per i militari al fronte – indumenti, specie in lana, confezionati in loco, oltre a vestiario e biancheria. Utile e importante si rivelò la creazione di un ‘‘Ufficio notizie’’ per i soldati e per i prigionieri. Molte e spontanee furono le adesioni di cittadini di ogni ceto per curare, assistere e confortare quanti ne avevano bisogno. Sul piano religioso il popolo partecipò, nelle chiese, a preghiere e canti per il buon esito della guerra. Accaddero, purtroppo, anche spiacevoli episodi di mercato nero e speculazioni da parte di alcuni profittatori: atteggiamenti tanto più censurabili se comparati al notevole contributo dei nostri concittadini con ben 504 caduti (comprese le vittime civili) – su una popolazione superiore a 40.000 abitanti – alcuni dei quali decorati al valor militare per i loro atti di eroismo compiuti per dovere e per amor di patria. A ricordarli, fu inaugurato il 20 luglio 1930 il Monumento ai caduti, del nostro scultore Giulio Cozzoli, posto al centro della Villa Comunale. © Riproduzione riservata

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