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"Crescere col corpo" per saperne di più su noi stessi, presentato a Molfetta il libro di Rossella Diana (edizioni la meridiana)
02 dicembre 2014

MOLFETTA - "Crescere col corpo. Educare gli adolescenti alla corporeità", sicuramente un titolo che ci fa pensare ai giovani nell'età dello sviluppo, età in cui iniziano a guardarsi attorno, a guardarsi dentro, senza capire fino in fondo cosa gli stia accadendo e cosa stia cambiando. E quindi perché non presentare un libro dal titolo così evocativo, utile agli educatori, nonché insegnanti, così come agli educandi, ossia i ragazzi stessi, proprio in una scuola, luogo in cui queste due realtà inevitabilmente interagiscono? 

Così al liceo linguistico Vito Fornari di Molfetta, è stato presentato il libro "Crescere col corpo. Educare gli adolescenti alla corporeità" di Rossella Diana (edizioni la meridiana) alla presenza di alunne e insegnanti.

Il saluto iniziale è stato affidato al dirigente scolastico Eugenio Scardaccione in clima davvero confidenziale data la stretta conoscenza reciproca fra tutti i relatori. Ricordando esperienze passate condivise con l'autrice, il dirigente ha presentato il tema dell'evento come incontro e contatto con il proprio corpo e l'utilità del libro inteso come libro-lavoro, manuale, libro che serve, che ha uno scopo, ed il cui titolo parla da se senza ulteriori spiegazioni. L'incontro con il nostro corpo non è altro che un incontro con gli altri, con il contesto, con se stessi e con le situazioni; un processo che ci porta ad incontrare, attraverso questi quattro incontri, la creatività che è in ognuno di noi. Auspicandosi un quinto incontro che possa farci uscire diversi da come siamo entrati, con qualcosa in più su cui riflettere, il dirigente scolastico lascia la parola alla direttrice delle edizioni La Meridiana, Elvira Zaccagnino.

 

L'editrice ci presenta il libro di Rossella Diana come uno dei "si" della casa editrice La Meridiana di Molfetta che contribuisce a creare cultura, ossia un modo di guardare/leggere la realtà per crearci una propria identità. Il libro "crescere col corpo" parte come un libro di educazione alla sessualità data l'emergenza della dilagante prostituzione giovanile o della mercificazione del corpo delle giovani donne. Ma come giustamente ci ricorda l'editrice, non si può parlare di educazione alla sessualità se prima non si discute di educazione all'affettività, alle emozioni e di rapporto con il proprio corpo; facendo si che si crei un processo consapevole che va dalla vicinanza, passa per l'affettività e arriva alla sessualità con l'altro. Il libro, allora, avrebbe il compito di guidare un corpo docenti impreparato su questo tema ma anche poco allenato a relazionarsi con i ragazzi su argomenti quali affettività, sessualità, emozioni, rapporto con gli altri, con la carica emotiva e gli interrogativi che ne derivano. "Crescere col corpo" invita tutti gli educatori a mettersi in gioco attraverso attività e giochi utili per riappropriarsi della propria dimensione corporea e da la possibilità di rispondere a domande e bisogni dei ragazzi così da poter vincere la sfida come educatori. L'educazione, come ci dice l'editrice, è cambiata, è diventata una nuova educazione che accetta la fisicità, la corporeità dei ragazzi, e dato che  i ragazzi scoprono la propria dimensione corporea nell'età adolescenziale, si è voluto far girare il libro nelle scuole con lo scopo di lanciare idee per corsi, laboratori, da organizzare con i ragazzi e per i ragazzi, così che possano vivere con libertà e creatività la propria dimensione corporea.

Parlando di relazione con gli altri come la base per lo sviluppo dell'affettività e quindi della sessualità, viene interpellato l'operatore sociale Franco De Palo. Per inquadrarci le diverse facce dell'universo giovanile che ci circonda, egli ci riporta esempi reali di vita quotidiana a cui ha assistito o che lo hanno coinvolto in prima persona coma la vista di cinque ragazzi intenti a molestare una ragazza o la compresenza, in occasione della proiezione di un film, di ragazzi di scuola media e ragazzi di campi Rom e l'interazione spontanea tra loro senza pregiudizi nei confronti del "diverso". Questi quadri di relazioni giovanili attuali ci rimandano ad emergenze, problemi, ma anche ad esempi positivi come i giovani impegnati nella politica o nel volontariato, ma sembra non riusciamo a credere a nessuna di queste due realtà.  Allora il segreto sta nel guardare l'altro negli occhi, rapportarci con lui, per accorgerci che attorno a noi un mondo migliore c'è perché, come ci dice l'operatore sociale riportando le parole di Baden Powell il fondatore dello scoutismo, basta avere occhi nuovi per trovare anche nella peggiore delle persone il 5% di bene. Serve andare oltre l'apparenza, oltre la puzza, oltre il colore della pelle, oltre la nazionalità, per arrivare a conoscere l'altro nella sua dignità.

 

L'emergenza che da questo intervento ne deriva, è quella riguardante i ragazzi che però, nelle parole di Rosy Paparella, garante dei diritti dei minori Regione Puglia, cambia soggetto e diventa un'emergenza adulti. In questo mondo, ci racconta, esistono ormai solo vecchi e ragazzi, mentre gli adulti si sono ormai estinti, venendo meno così il loro ruolo educativo. Come ci spiega la garante, ex insegnante di matematica, nella scuola alcune cose in particolare iniziavano a starle strette come ad esempio l'aumento di denunce per infortuni in palestra di ragazzi tra gli 11 e i 13 anni; questo perchè il loro rapporto con il corpo sta cambiando a causa soprattutto del nuovo stile di vita. Come tutti sappiamo, infatti, le nuove tecnologie stanno entrando prepotentemente nella vita dei ragazzi come loro appendici corporee e per questo sembrano vivere il proprio corpo da clandestini. Questo fenomeno quindi non permette loro di conoscersi a fondo dato che il corpo è il primo strumento di conoscenza e che ci si costruisce un modo di pensare attraverso l'uso che si fa dei cinque sensi. Il verbo studiare non a caso, ci spiega la garante, viene dal verbo divertirsi, e allora perché non aumentare le ore di educazione fisica visto che sarebbero gli unici momenti per i ragazzi, nella pratica educativa scolastica, di conoscere davvero il loro corpo? 

Con il lancio di interessanti spunti di riflessione si chiude l'intervento della garante, ma nuovi interrogativi da parte, questa volta, dell'autrice stessa Rossella Diana, sono necessari per un'interazione più diretta con il pubblico giovanile e quasi interamente al femminile. Si parte, non a caso, dal programma televisivo di grande successo tra il pubblico femminile, Uomini e Donne in cui giovani corteggiatrici devono conquistare tronisti bellocci e superpalestrati. Le relazioni che in questo contesto si vengono a creare, come ci spiega l'autrice, sono basate sull'ostentazione dei propri sentimenti e sull'esasperazione di modelli televisivi che non si possono riscontrare nella realtà ed infatti la TV, al giorno d'oggi, è parte di una cultura che usa il corpo come un oggetto. Dalle bambole giocattolo che quasi rappresentano prostitute in miniatura, ai negozi d'abbigliamento per bambine che propongono abiti troppo succinti pur di seguire la moda, a genitori che regalano interventi di mastoplastica additiva per i diciotto anni delle loro figlie, ai kit di lap dance per bambine, a donne adulte che non accettano di invecchiare e si affidano al lifting pur di rientrare nei canoni di bellezza, tutto ci riporta ad una cultura di cui siamo succubi e che tende a svalutare il corpo e all'idea che non essere belle come le veline o palestrati come tronisti significa aver fallito. In una situazione di questo tipo, l'unica speranza, come ci dice l'autrice Rossella Diana, può e deve arrivare da noi stessi e dall'amore per il nostro corpo, dobbiamo essere in grado di accettarci e apprezzarci per come siamo. Ritornando quindi al libro, esso deve fungere da guida per gli educatori per diventare punti di riferimento più visibili per i giovani e per trovare con loro le giuste strade da seguire per la loro crescita.

L'incontro quindi si chiude con una curiosità, una curiosità da parte del dirigente scolastico sulla dedica del libro "crescere col corpo" che recita: "a tutti coloro che danzano la vita". L'autrice ci spiega che così come la vita, anche la danza è un continuo movimento, o meglio un susseguirsi di movimenti. Così la danza si rivela come il simbolo per eccellenza di arte, creatività, che mette insieme tutta la persona, non solo corpo ma anche emozioni che portano la persona ad una evoluzione rispetto alla sua propria forma iniziale.

© Riproduzione riservata

Autore: Gabriella Pappagallo
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