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Cosimo Altomare si presenta alla città: “Il mio progetto per Molfetta”
11 novembre 2005

MOLFETTA – 11.11.2005 “La mia candidatura alle primarie vuole raccogliere le passioni politiche e civiche che si sono coerentemente espresse, nell'ambito del centrosinistra, da dieci anni a questa parte. Vuole rivolgersi tanto alle forze del cattolicesimo democratico quanto a quelle del riformismo laico, per un progetto che richiami quello spirito dell'Ulivo che è qualcosa di più di una semplice alleanza elettorale. Per questo faccio appello a quei mondi vivi della città che oggi sono fuori dai partiti, perché condividano con me questa prospettiva”. Questo uno dei passaggi più significativi del discorso pronunciato da Cosimo Altomare, ieri sera, durante il suo battesimo pubblico ed ufficiale quale candidato della Margherita alle consultazioni primarie per la scelta del candidato sindaco del centrosinistra, che si terranno il prossimo 4 dicembre. Una iniziativa, quella di ieri, che ha segnato una decisa accelerazione in questa “anomala” campagna elettorale tutta interna alla stessa coalizione. “Accettiamo le primarie – ha detto su questo punto Cosimo Altomare, professore universitario presso il Dipartimento Farmaco Chimico dell'Università di Bari – come metodo di confronto democratico tra i diversi candidati in campo che, però, hanno alla base un progetto ed un codice di valori condiviso, quello enunciato nella Carta d'Identità di tutta la coalizione, sottoscritta dai partiti di centrosinistra qualche giorno fa. Su quale sia la persona che possa, meglio degli altri, rappresentare tutti è giusto che scelgano i cittadini così come sui programmi, ovviamente, ragioneremo insieme”. Il compito di disegnare un profilo del candidato alle primarie sostenuto anche da Verdi, Repubblicani Europei e Udeur (cui è stato rivolto un pubblico ringraziamento), è stato affidato, in apertura, a tre testimonials che con l'attuale coordinatore locale della Margherita hanno condiviso un pezzo di strada o molte esperienze di vita: e così l'ing. Pino Sparapano ha sottolineato l'impegno profuso da Cosimo Altomare per la riorganizzazione dell'Azione Cattolica in città, associazione di cui lo stesso Altomare è stato presidente; il dott. Nino Samarelli che ha ricordato il rigore e le capacità amministrative dimostrate durante l'esperienza condivisa come consiglieri comunali durante la prima amministrazione targata Guglielmo Minervini; e la dott.ssa Patrizia De Pergola che ha indicato nell'attenzione alle fasce sociali più deboli della città una delle priorità principali del programma del centrosinistra. Ma le attese dei molti cittadini accorsi erano tutte per il discorso di Cosimo Altomare, “candidato alla terza potenza”, come ha detto egli stesso con una battuta (“prima della presentazione ufficiale delle firme che stiamo raccogliendo, sono solo un candidato ad essere candidato nelle primarie, per diventare candidato del centrosinistra”, ha ironizzato), il quale ha innanzitutto portato un duro affondo contro l'attuale maggioranza di centrodestra, “caratterizzata dal completo disprezzo delle regole e da una certa spregiudicatezza politica, e che oggi sta cadendo sotto i colpi della questione morale. Una amministrazione che voleva caratterizzarsi come 'governo del fare', con quella furbizia del progetto civico, e che invece si sta dimostrando 'governo della paralisi', visto anche che importanti provvedimenti amministrativi sono stati approvato solo grazie al voto responsabile delle opposizioni”. Ed è per questo che Cosimo Altomare indica la necessità di invertire radicalmente rotta, segnando le sue priorità programmatiche: “Innanzitutto occorre riportare al centro le politiche della socialità, modificando subito il Piano di Zona approvato frettolosamente prima della campagna elettorale delle regionali, da questa amministrazione. Ed occorre cambiarlo in concertazione con le realtà presenti sul territorio. Poi bisogna prestare massima attenzione alla pianificazione di secondo livello, dimenticata dal centrodestra, ma che è fondamentale per la qualità della vita dei quartieri che stanno nascendo, e quindi lavoreremo per una attuazione che non sia speculativa, come sta avvenendo, del Piano Regolatore Generale. Ed ancora sarà nostro impegno rilanciare le politiche culturali mai così approssimative come in questi anni, ed adoperarsi per uno sviluppo economico che sia sostenibile ed eco-compatibile, ed in questo contesto è importante confrontarsi anche sulle prospettive del nostro nuovo porto”. La partecipazione è un metodo che Altomare intende porre al centro della sua azione politica: “In tutti i settori, dal commercio alle scelte di programmazione strategica, è fondamentale il confronto con tutti i mondi vivi della città, ed è quello che noi intendiamo fare con convinzione, a partire dalla costruzione del nostro programma che partirà dal basso, dal confronto con i cittadini”. Sulla questione dei rischi che il centrosinistra possa essere permeabile a possibili infiltrazioni trasformistiche, Cosimo Altomare è molto chiaro: “Io ho una concezione temperata della politica, ma su questo mi considero un radicale. Il rispetto delle regole deve essere alla base della nostra proposta politica. Il mio no al trasformismo ed al clientelismo è netto. D'altro canto la mia storia politica, sempre nell'ambito del centrosinistra (ricordiamo che nel 1994 Cosimo Altomare fu eletto nella lista dei “Progressisti” ndr), e il mio impegno nella società, sono lì a dimostrare il mio rifiuto di ogni opportunismo”. A concludere l'iniziativa è stato l'intervento dell'assessore regionale Guglielmo Minervini, il quale ha ribadito l'importanza del metodo scelto dal centrosinistra per la scelta del suo candidato (“i partiti della coalizione hanno scelto coraggiosamente – ha detto – di cedere un pezzo del loro potere e di darlo in mano ai cittadini”) ma ha anche invitato tutti a guardare avanti “a parlare del futuro, lasciandosi alle spalle le lacerazioni del passato”. Sulla competizione elettorale alle porte Minervini lancia un monito: “La politica è l'arte di spostare il consenso. Noi dobbiamo impegnarci per intercettare, con i nostri valori e le nostre idee, spezzoni di società molfettese che inizialmente non ci sono vicini. Se non facciamo questo, abbiamo già perso. Questo non significa aprire al trasformismo, ma, d'altro canto, non si può neanche, per paura di chissà cosa, sbarrare le porte del centrosinistra non aprendosi alla città, perché se facciamo così continueremo ad essere minoranza”. Infine l'augurio di Guglielmo Minervini all'amico Cosimo Altomare per la difficile avventura che questi si avvia ad intraprendere, è portato con i versi del poeta lucano, Rocco Scotellaro: “E' fatto giorno, siamo entrati in gioco anche noi, con i panni, le scarpe e le facce che avevamo”. Giulio Calvani
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Avrei voluto delle Primarie diverse, ma anora una volta il popolo di centrosinistra, in qusti dieci anni di perenne tranzione chiamato ora popolo progresta, poi dell'Ulivo, poi ancora Uniti nell'Ulivo ed ora Unione, alla fine si trova con una classe dirigente divisa, chiusa in logiche incomprensibile, al punto che le primarie invece d'essere mezzo e fine per l'individuazione o investitura di un candidato che sappia esser sinteti di una colalizione composita, sono diventate un mezzo per contarsi, come se i voti veri delle recenti consultazioni non contassero nulla. I quattro comepitori per ora in campo, hanno tutte le carte in regola per essere dei bravi amministratori. Sotto questo profilo uno vale l'altro. Ma solo Cosmo Altomare, per storia politica personale ha nel "Dna" il caratteristico gene del centrosinistra, altri rappresentano settori particolari e come tali si definiscono. E poi, ma quando la finiamo di tirare in ballo sempre Guglielmo Minervini? Qualcuno a sinistra deve avere qualche problema e cerca di far passare Cosmo Altomare come una sorta di protesi di Guglielmo. Se addiritturs la candidatura del cartello delle sinistre si pone,non solo in alternativa all'attuale maggioranza ma anche in scontinuità dell'esperienza delle amministrazioni di centrosinistra, quasi a vergognarsi di quella stagione, allora rassegnamoci ad un'altra delusione. Daltronte quando la classe dirigente della sinistra molfettese è ancorata ad una generazione formatasi nel vecchio Pci,i comportamenti non possono che ssere consequenziali. Una cosa è certa questa vicenda mi ha fatto capire cosda significa essere radicali e cosa moderati. Magra consolazione.





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