Corruzione senza limiti
La corruzione, ormai endemica nella sanità, non solo non conosce limiti, ma diventa sempre più ripugnante, stomachevole, orribile e schifosa. Si è arrivati al punto, di espiantare dai cadaveri, protesi e piccoli presidi sanitari. A Pesaro, città civile e laboriosa, un gruppo di necrofori, asportavano, in fase di vestizione della salma, pacemaker e protesi varie. A tanto si è arrivato, dopo una indagine promossa dalla Procura della Repubblica di Pesaro e condotta egregiamente dalla guardia di finanza. L'operazione ha portato alla denuncia di ben 27 persone, tra medici, dipendenti ed impresari funebri, sette dei quali colpiti da misure restrittive. L'indagine ha stroncato una incredibile prassi che durava da anni, oltre a pulire e vestire le salme, si pensava anche a “ripulirle”. Gli addetti dell'obitorio, non contenti di “ripulire” i cadaveri, incameravano anche il corrispettivo che doveva essere versato all'ospedale San Salvatore di Pesaro.
Non solo, sempre dalla indagine della polizia tributaria è emerso che, i necrofori erano “premiati” lautamente dalle imprese funebri, ogni qualvolta riuscivano a fornire precise e tempestive notizie atte ad assicurarsi il funerale (vecchia prassi ormai consolidata). E' risultato inoltre che i necrofori, per meglio “operare” gli espianti, praticavano iniezioni di formalina che solo i medici possono praticare. I capi di accusa formulati a danno di questi “signori” sono: peculato, truffa aggravata, rivelazione di segreti d'ufficio ed esercizio abusivo di professione medica.
Della spoliazione dei cadaveri, ricordiamo ancora oggi, l'orribile espianto delle cornee. Ma quello che è avvenuto a Pesaro è oltremodo ripugnante, perché di bassissimo profilo, che ci porta anche ad ipotizzare il possibile uso di queste protesi su ignari pazienti.
Caro Direttore, dal momento che sono venuti fuori i fatti corruttivi di Pesaro, ne sono arrivati altri, con cadenza quasi quotidiana, fino ad arrivare alla ASL di Brindisi e a quella di Bari, con la sostituzione del direttore generale. Possiamo affermare, ormai, che i fenomeni corruttivi sono strutturali, dai costi enormi. Mi limito a riportare per sommi capi, quella avvenuto nel salernitano. In questo comparto sanitario per ben 10 anni, non si è mai pensato di aggiornare le liste degli assistiti. Si scopre così che per ben 10 anni sono stati assistiti, defunti, emigrati o trasferiti. Qui il danno non riguarda solo le ASL, ma anche gli istituti di previdenza, che hanno continuato a pagare le pensioni, per fortuna non per tutti.
Quanto costano queste disfunzioni allo Stato e di riflesso a noi, poveri contribuenti? Miliardi!
Vitangelo Solimini
Cittadinanzattiva
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