Corrado Binetti: l'arte di creare soldatini in miniatura
Dal giocattolo al pezzo da collezione: si può riassumere così la storia di Corrado Binetti (46 anni), informatore scientifico con la passione per i soldatini di piombo. Una passione che nasce nell'infanzia, quando, sconosciuti i videogiochi e i computer, il soldatino rappresentava il giocattolo più ambito e anche il più usato, insieme a piccoli aeroplani da costruzione che il signor Corrado, a soli 16 anni, si divertiva a montare e smontare continuamente.
E' stato questo l'inizio di una vera e propria forma d'arte: la realizzazione in miniatura di soldatini di piombo. Un'arte sana e antica che unisce in sé la passione per la storia e per i grandi personaggi del passato, e l'amore per le materie artistiche come la scultura e la pittura. Ogni soldatino da collezione che si rispetti deve ispirarsi ad un personaggio realmente esistito e portare con sé i segni dell'epoca, della nazionalità, dell'esercito di appartenenza di quel personaggio per fornire un modello del passato il più verosimile possibile.
Tutto questo comporta un duro lavoro di ricerca e di approfondimento che viene fatto attraverso lo studio della storia militare, delle uniformi del passato, e la consultazione di pubblicazioni italiane dello Stato Maggiore e di riviste straniere di modellismo dove si possono trovare i lavori degli artisti più famosi e numerosi modelli di riferimento. Tra quelli più frequenti ci sono i militari dell'esercito napoleonico o, più in generale, quelli di eserciti esistiti dal 1600 sino alla Prima Guerra Mondiale.
Per la realizzazione di ogni soldatino: “è innegabile – confessa a Quindici Corrado Binetti – sono necessari tempo e pazienza, ma è un hobby che rilassa e libera la mente dalle ansie della vita quotidiana”.
Si parte da un kit commerciale, un manichino di forma anatomica in filo di rame, su cui si modellano gambe e braccia con uno stucco bicomponente e facile da lavorarsi. Dopo aver creato con lo stesso procedimento un'ambientazione adatta al modello realizzato, si passa alla pitturazione con colori acrilici o ad olio, per poi collocare il soldatino su basetta di legno e completare gli ultimi particolari. Sono proprio questi a rendere il modellino più prezioso: la fantasia della sella, il panneggio dell'uniforme, il tipo di copricapo o la razza del cavallo montato. Ognuno di questi aspetti è fondamentale per rendere il soldatino più verosimile, più prezioso e quindi più costoso. Si tratta, infatti, di un hobby piuttosto remunerativo con il quale dalla vendita di un pezzo a cavallo si possono guadagnare circa 250 euro e da quella di un pezzo a piedi dai 100 ai 150 euro, a seconda della difficoltà della realizzazione, della ricchezza dei particolari e della capacità dell'artista.
E di capacità Binetti ne ha da vendere, considerato che è vincitore di due medaglie d'oro, una ad un concorso mondiale del 2002 e un'altra ad uno nazionale dello stesso anno e di due medaglie di bronzo, una delle quali ha vinto al più grosso concorso europeo di modellismo “Le petit soldat” tenuto nel 2003 a Saint Vincent (Val D'Aosta). E nonostante tutte queste vittorie Corrado Binetti ci confessa con un sorriso di non poter vantare una collezione personale dei suoi lavori dal momento che la maggior parte di essi sono stati creati su commissione e venduti ai collezionisti.
“Quello dei soldatini – afferma - è, infatti, un mercato fiorente, ma anche un'arte destinata a scomparire dal momento che mancano nuove leve e, poiché il soldatino è scomparso come giocattolo, nel tempo scomparirà anche quella generazione di modellisti che ha scoperto quest'arte con il gioco e sempre meno adulti se ne interesseranno”.
Si perderebbe così una tradizione importante che pochi praticano e che sa di antico artigianato, oggi sempre più raro, più piccolo e prezioso proprio come tanti di questi piccoli soldati.
Autore: Giovanna Bellifemine