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Continua senza sosta il tour intercontinentale dell’HPQ,mandolini italiani con il M° Sergio Vacca di Molfetta
03 giugno 2019

Dopo la tappa nel Regno del Bahrain di febbraio, il mese di maggio ha visto l’Hathor Plectrum Quartet protagonista in due parti opposte del globo. Con quattro concerti in Giappone e due concerti in Ecuador (che rientrano nella Programmazione Puglia Sounds 2019, riconoscibile dagli ashtag #WeAreinPuglia, #PugliaSounds e #PugliaSoundsExport e patrocinati dal Comune di Avetrana), il quartetto pugliese di mandolini più attivo nel mondo ha toccato in due settimane 2 continenti e calcato 6 palcoscenici diversi, incontrando tantissima gente e vivendo un’esperienza senz’altro unica.

“Due tour in due parti estreme del mondo ed in tempi così ravvicinati non ci era mai capitato – riferisce il M° Sergio Vacca, membro di Molfetta del gruppo – e mai l’avremmo immaginato; ma questa nostra attività ci sta riservando delle continue sorprese e la fatica fisica e l’impegno organizzativo precedente i tour, sono tutti ripagati dalla magia dell’incontro con la musica e la gente e quello di essere modesti ambasciatori dei nostri strumenti, della nostra musica e della nostra amicizia, che è la cifra vera del nostro sodalizio”.

L’HPQ, che ha visto coinvolti Gaio Ariani e Roberto Bascià (al mandolino), Sergio Vacca (alla mandòla) e Vito Mannarini (alla chitarra), ha toccato Kagoshima (15 e 16 maggio), dove si è esibito nell’ambito delle celebrazioni del Festival di Napoli, che ricorda il gemellaggio tra il centro nipponico e Napoli, sodalizio ultradecennale suggellato dalle numerose analogie (mare e vulcano in primis) tra le due città agli antipodi del globo. Il tour nella terra del Sol Levante (con la partecipazione del tenore, M° Etcheverry Santi Rebelatto e del mandolinista M° Tom Newel) è poi proseguito per Kobe (17 maggio), per chiudersi ad Osaka (18 maggio), da dove l’HPQ è ripartito per l’Italia, ma per poco.

L’aereo che li avrebbe poi condotti in America Latina è decollato da lì a breve ed ha portato in volo con sé le soddisfazioni di un tour giapponese molto applaudito ed apprezzato da pubblico ed organizzatori (che a gran voce hanno reclamato gli artisti anche per la prossima edizione) e la speranza di replicare anche in Ecuador il successo nipponico. Ed il pubblico latino non ha mancato di soddisfare gli auspici del gruppo italiano. “Le evidenti differenze di una terra dell’America Latina con l’oriente del mondo – sottolinea Bascià – si sono tradotte nell’unanime apprezzamento per la musica dei nostri strumenti”. I concerti del 30 maggio a Quito e del 31 a Ibarra, hanno confermato quel feeling ormai consolidato tra l’HPQ ed il Sud America (ricordiamo che il gruppo ha già tenuto concerti in Guatemala, El Salvador, Brasile ed Argentina), “anche se l’Ecuador – racconta il M° Vacca – questa volta ci ha riservato una sorpresa in più e cioè due scosse di terremoto nel corso del nostro concerto a Quito che non ci hanno però impedito di continuare la nostra performance e realizzare successivamente che si trattasse di movimenti tellurici”. Per il tour in Ecuador i plettri dell’HPQ sono stati affiancati dalle voci del soprano Marisabel Albuja Bayas e del tenore Jorge Raùl Cassis, vere star del posto.

Ora l’HPQ torna in Italia. L’11 giugno sarà in concerto a Sava con il suo concerto dedicato a Fabrizio De Andrè (con Gianni Vico e M. Rosaria Coppola), per poi riprendere a settembre il suo tour che toccherà altri Paesi in altri continenti, dove continueranno a tradurre in musica la storia, le emozioni e la cultura pugliese ed italiana, mentre già si profilano tappe all’estero per il 2020.

 

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