L’appuntamento con Don Luca Murolo è per le ore 18 di sabato 6 ottobre al numero 80 di Piazza Garibaldi. E’ qui, infatti, che ha sede il Consultorio Familiare Diocesano di cui egli ricopre il ruolo di direttore da un anno e mezzo circa, dopo essere subentrato a Nico Palmiotto che ne ha rivestito la carica per diverso tempo. Don Luca Murolo, sacerdote di grande sensibilità, molto conosciuto e apprezzato a Molfetta ed in tutta la Puglia è, tra l’altro, presidente del Tribunale Ecclesiastico Regionale, l’organo competente in fatto di annullamento religioso dei matrimoni, perciò vanta una grossa esperienza nel campo dei problemi relazionali e comportamentali della famiglia. E’, dunque, con entusiasmo che ha deciso di metterla al servizio degli altri in un periodo in cui il concetto di famiglia appare in crisi più che mai, minato e logorato da tensioni e dissidi di vario genere, spesso difficili da interpretare e risolvere. Il Consultorio è aperto al pubblico tutti i pomeriggi, dalle 17,30 alle 19,30, escluso il sabato, ma Don Luca ha accettato lo stesso di incontrarci per sottolineare, attraverso l’intervista che ha gentilmente concesso a “Quindici”, il ruolo discreto ma non secondario che questa struttura svolge in un contesto urbano spesso caratterizzato da indifferenza e latitanza istituzionale o opportunismo politico. Nelle stanze, arredate in maniera semplice, quasi spartana, con sedie e qualche divanetto, c’è silenzio e tranquillità mentre fuori ferve la vita e la voglia di divertirsi tipiche del fine settimana. Quanti sono, ci chiediamo, a Molfetta, coloro che vivono momenti personali di angoscia e difficoltà, si dibattono in mille problemi, conoscono il disagio e non sanno con chi parlarne o a chi rivolgersi? Quanta tristezza, solitudine, violenza circolano in una città uguale a tante altre che spesso nasconde, dietro una facciata abbagliante e multicolore, situazioni estreme di indigenza, emarginazione e precarietà che infastidiscono quasi ed alle quali non si vuole pensare ? L’incapacità di comunicare, la scarsezza e l’inadeguatezza di molti rapporti umani, una falsa concezione del pudore, un comprensibile senso di riserbo caratterizzano certe situazioni che , il più delle volte , è impossibile riconoscere e affrontare da soli e che, non di rado vengono allo scoperto solo quando si concludono in maniera drammatica: violenza domestica di tipo fisico e psicologico, abusi di vario genere, difficoltà affettive, malattie fisiche e mentali, scarsezza di mezzi economici, ecc. Qualche strumento esiste per combattere l’isolamento e la solitudine urbana, condominiale, familiare, ma occorre farlo sapere a chi ne ha bisogno e far sì che lo si possa usare con fiducia ed umiltà, senza remore e pregiudizi. Sulle pareti qualche programma, l’immagine del Papa, i nomi degli operatori che svolgono la loro opera gratuitamente ed una scritta che tutti noi vorremmo potesse essere vera: ”Tu che qui vieni per la prima volta sappi che per noi sei importante”.
Don Luca, è davvero così? Chiunque si rivolge a voi è ritenuto degno di attenzione?
“Senz’altro. Le persone che hanno, in qualche modo bisogno di noi, possono essere sicure di trovare qui non solo un aiuto valido ed efficace ma anche comprensione umana. Il primo contatto è finalizzato all’ascolto ed all’attenzione, poi, una volta messo a fuoco il loro problema, ci si avvale del servizio degli esperti”.
Quando e come è nato il Consultorio Familiare Diocesano?
“Il Consultorio Familiare d’ispirazione cristiana è sorto nel 1975, esattamente nello stesso periodo in cui nacque quello pubblico. Allora la legge relativa prevedeva che anche enti privati potessero attivarsi in questo senso, così la diocesi di Molfetta ma anche molte altre a livello regionale e nazionale, per la grande attenzione che cominciava a nascere verso la famiglia, si impegnò a prestare questo servizio alla cittadinanza”.
Cosa vuol dire, esattamente, “d’ispirazione cristiana”?
“Vuol dire che questo organismo guarda ai dinamismi personali e relazionali, privilegiando l’apporto delle scienze umane e delle loro metodologie, in un’ottica di antropologia coerente con la visione cristiana dell’uomo e della donna”.
Questo non accade nel consultorio pubblico?
“Nel consultorio pubblico c’è forse più un’assistenza di tipo ambulatoriale e lo sguardo che si rivolge all’uomo, alla donna, alla famiglia è , in un certo senso, parziale, non completo e profondo come quello di Cristo. Il servizio pubblico è senz’altro valido e corretto, ma può trascurare gli aspetti fondamentali dell’individuo che sono quelli che lo riguardano nella sua interezza”.
In che modo vi ponete nei confronti del territorio su cui operate?
“Noi offriamo sia consulenze di tipo medico (visite ginecologiche e senologiche) che psicologiche e legali a persone, coppie e famiglie in crisi o in difficoltà, in più attuiamo interventi di prevenzione, formazione ed impegno culturale in comunità, parrocchie, ecc.”.
Quali sono i diversi ambiti in cui operate?
“Sosteniamo le coppie che hanno problemi di comunicazione e di dialogo, approfondiamo la visione cristiana della loro sessualità, promuoviamo la paternità e la maternità responsabili con l’insegnamento dei metodi naturali, insegniamo ad accogliere la vita nascente. Inoltre educhiamo gli adolescenti alla vita ed all’amore sia con interventi diretti, sia attraverso i loro insegnanti; organizziamo corsi di preparazione al matrimonio e ci interessiamo delle problematiche degli anziani quando occorre”.
Quali sono le caratteristiche che contraddistinguono i vostri operatori?
“Sono le stesse richieste per gli operatori dei consultori pubblici: titolo e preparazione professionale, competenza scientifica aggiornata e disponibilità al lavoro d’équipe, ma, soprattutto formazione e capacità morale per la ricerca della verità nella carità”.
Qual è il ruolo del consulente etico previsto nella vostra organizzazione?
“Il consulente etico aiuta gli altri operatori a fare sempre riferimento ai valori della morale cattolica nell’affrontare e nel risolvere i vari problemi”.
Da chi è gestito il vostro consultorio?
“Dall’A.S.A.S. (Associazione sociale assistenziale sanitaria) il cui Presidente è il dott. Enzo Carabellese”.
Come vi finanziate?
“Per legge dovremmo avere finanziamenti pubblici ma di fatto è da molti anni che non c’è alcuna erogazione. In caso di bisogno interviene la diocesi”.
Don Luca, vogliamo ricordare ai nostri lettori i nomi degli operatori che qui prestano gratuitamente la loro opera?
“Senz’altro. Nel Consultorio Diocesano operano le psicologhe Giovanna Parraccino, Maria Pia De Candia e Myriam Marinelli, il ginecologo Giuseppe Gragnaniello, il senologo Nicola La Forgia, l’urologo Mauro Altomare, la consulente di diritto canonico Concetta Farinato e quello di diritto civile Nicola Palumbo, il consulente morale o etico Don Ignazio Pansini, la pedagogista Anna Maria De Palma ed altri volontari in qualità di consulenti familiari”.
Il Consultorio Familiare Diocesano “Dott.ssa Angelica Mancini” di Molfetta terrà un corso gratuito per genitori in attesa dal 31 ottobre al 19 novembre dal titolo: “Sapere non è mai abbastanza …e genitori non si nasce, si diventa”. Ginecologo, psicologo, anestesista, ostetrica, neonatologa, puericultrice esamineranno i vari aspetti di questa grande esperienza umana in conversazioni che si terranno presso la sede sociale in Piazza Garibaldi,80/A. Per informazioni e prenotazioni telefonare al numero 080/3975372.
Beatrice De Gennaro