Consiglio comunale di Molfetta, nuova strategia del sindaco: la consegna del silenzio
MOLFETTA - E' rimasto deluso chi si aspettava un nuovo show del sindaco Antonio Azzollini sulla vicenda delle donne in giunta e sullo spostamento della capitaneria, come quello che gira ormai da giorni in internet e che oggi è stato ripreso anche dalla Repubblica on line.
Questa volta Azzollini, nell'ultimo consiglio comunale, ha scelto la tattica del silenzio, ordinando anche ai suoi consiglieri di tacere. E così alle osservazioni del portavoce del Partito democratico, Giovanni Abbattista, il quale faceva rilevare come l'amministrazione comunale fosse perfettamente al corrente dell'ubicazione della nuova caserma della capitaneria, dopo che era stato approvato nel 2004 il piano regolatore porto confermato dalla conferenza dei servizi nel 2006, il sindaco ha risposto col silenzio.
Muto anche sull'accusa di aver volutamente accettato l'attuale posizione della caserma in costruzione, per non ostacolare l'approvazione del piano regolatore, perché mirava alla realizzazione del nuovo porto. Insomma, un'inerzia colpevole che, per ora, costerà alla città non meno di 500mila euro per abbattere l'attuale manufatto in costruzione e spostarlo più indietro di una decina di metri come chiede Azzollini. Senza calcolare possibili risarcimenti danni all'impresa interessata ai lavori, perché prima della ripresa non passeranno meno di due anni, durante i quali si dovrà sviluppare il lungo iter del nuovo progetto (modifica dell'attuale piano, poi approvazione in consiglio comunale e quindi ratifica del consiglio regionale).
Anche il consigliere della Sinistra Arcobaleno, Antonello Zaza, ha chiesto inutilmente chiarimenti, cozzando anch'egli contro il muro di gomma della maggioranza e dei suoi consiglieri imbavagliati.
E mentre il codazzo di Forza Italia e del Popolo della Libertà hanno messo in scena un ridicolo sit-in nei giorni scorsi, il sindaco ha scelto di non parlare dopo aver assunto anche il ruolo dell'opposizione a se stesso, come dimostra la vicenda della capitaneria. Insomma, lui basta per tutti, maggioranza e opposizione. Se, poi, qualcuno vuole parlare in consiglio, lo faccia pure: uno sfogo non si nega a nessuno.
Anche per la vicenda delle donne in giunta, Azzollini ha dichiarato di essersi attenuto alla richiesta del Tar, avendo rinominato tutti gli assessori maschi (è questa la sua interpretazione dell'ordinanza del tribunale amministrativo) considerando insindacabili gli atti del primo cittadino. Il rifacimento della giunta fotocopia, insomma, è solo un atto di formale rispetto per la richiesta del Tar, che pure si contestava. In pratica, in questa circostanza, il sindaco ha ritrovato la sua professione di avvocato che interpreta la legge nel senso più favorevole al proprio cliente, magari rimescolando le carte per rendere tutto più confuso, nel tipico comportamento di qualche avvocato di provincia.
Conclusione: “ricorreremo al Consiglio di Stato per la parte dell'ordinanza che chiede l'inserimento delle donne in giunta”.
Delusa la consigliera Carmela Minuto dell'Udc, per la quale il sindaco ha espressamente e volutamente violato una norma (l'art. 37 dello Statuto) di legge.
Dopo aver approvato all'unanimità la realizzazione dell'impianto per la distribuzione del gas metano e la fogna bianca nella nuova zona di espansione Pip di insediamenti produttivi, il consiglio ha rinviato la discussione sui debiti fuori bilancio e si è aggiornato alla prossima seduta.