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Confine ovest della città dove il degrado è di casa Strade piene di buche e rattoppi; marciapiedi a prova di distorsione; allagamenti facili; ponte incompiuto trasformato in pista da corsa per auto, moto, cavalli; pulizia delle strade a giorni alterni; insicurezza e furti; niente servizi
15 ottobre 2007

Le luci della festa patronale si sono da poco spente. E sull'estrema periferia ovest della città è tornata la solita indifferenza della “gente del paese”. I residenti della zona Madonna dei Martiri così definiscono gli “altri” molfettesi, quelli che guardano a questo quartiere una settimana all'anno. Poco più su, quello che un mese fa era luogo di transito dei tanti “ospiti”, oggi è tornato ad essere semplicemente l'area parcheggio dei suoi abitanti. Il ponte che dovrebbe collegare rione Arbusto con via Ruvo è ancora inagibile. Anche se geograficamente continua quest'area periferica, contiene al suo interno quattro microrealtà fra loro profondamente differenti, ma con problematiche comuni di degrado. LA RETE STRADALE Circolare nella zona non è sempre facile e agevole. Se le principali vie di collegamento sono piene di buche e rattoppi, peraltro non dissimili da quelli presenti nel resto delle strade cittadine, tra le palazzine antistanti la Basilica l'usura del manto d'asfalto è a livelli talmente alti che lascia intravedere tratti del selciato sottostante. “Guardate i marciapiedi – ci fa notare la signora Antonia de Palma – sono a prova di distorsione soprattutto per i bambini che spesso giocano per strada. Immaginate cosa succede, poi, quando piove, quasi non riusciamo ad arrivare alle auto senza bagnarci e la strada che porta al supermarket rimane per giorni allagata”. La situazione è ancora più grave lungo viale don Tonino Bello, nella zona di nuova costruzione adiacente alla 16bis. Allo stato attuale, del viale è rintracciabile solo una carreggiata fra uno spiazzo sterrato e polveroso. Tuttavia quella che per gli abitanti, in un primo momento, poteva rappresentare una conquista si è trasformata in una pericolosa pista per corse di auto, moto e perfino cavalli. Al termine del viale inizia la salita del ponte di ponente, inspiegabilmente accessibile da un lato e chiuso dall'altro. Ufficialmente è “completo al 75%”, stando alla relazione del settore lavori pubblici presentata nell'ultimo consiglio comunale, tuttavia manca una qualsivoglia esposizione delle ragioni di tale stato e un termine definito di agibilità. IL PATTUME URBANO Come abbiamo visto nella scorsa puntata dell'inchiesta sulle periferie, le zone di espansione si prestano particolarmente a essere adibite a discariche abusive. Così se un tempo si aspettava Capodanno per gettar via qualcosa di vecchio come augurio per il nuovo anno, potremmo dire che ai molfettesi l'ampliamento della città ricorda questa ricorrenza e si rinnovano gli elettrodomestici delle nuove case abbandonando quelli vecchi al ciglio delle strade. Mettendo da parte la facile ironia, è difficile immaginare una spiegazione logica all'alta concentrazione di lavatrici, frigoriferi e complementi di arredo rintracciabili un po'ovunque in periferia. Oltre naturalmente alla considerazione che l'Asm, se non chiamata nell'immediato dello smaltimento, non provvede alla rimozione successiva di questi particolari rifiuti. E anche su questo i cittadini dovrebbero chieder conto all'amministrazione comunale o viceversa, questa dovrebbe maggiormente vigilare e punire in maniera esemplare i responsabili. Anche alla Madonna dei Martiri ci sono problemi legati all'igiene urbana. “Il netturbino non passa tutti i giorni, ma a giorni alterni. Noi però paghiamo regolarmente la tassa sulla spazzatura”, lamentano nel quartiere. Ma non è tutto. Il litorale lungo viale dei Crociati è sporco. “L'estate il cattivo odore proveniente da lì è insopportabile perchè si provvede alla pulizia solo in occasione della festa – spiega la signora Giacoma La Forgia. Ciò causa anche il proliferare di insetti e la presenza di ratti che si cibano dei rifiuti, lasciati dalla gente che la sera si intrattiene sul muretto e getta alle proprie spalle i residui di cibo”. Guardandosi intorno, la mancanza di cestini, che compaiono solo nelle prime due settimane di settembre, non contribuisce certo a mantenere pulito l'ambiente. L'INSICUREZZA La questione sicurezza è disastrosa. La totale assenza di forze dell'ordine e la presenza delle case popolari non rendono l'atmosfera tranquilla. Nell'area di nuova edificazione prospiciente via Ruvo, ad avvalorare le paure, ci sono furti d'auto e, ci raccontano i condomini preoccupati, “appartamenti scassinati con fiamma ossidrica. La polizia urbana non si vede neanche mentre i carabinieri almeno passano di qui, ma solo perchè in via Aldo Fontana risiedono alcuni individui agli arresti domiciliari”. Diversamente “sebbene si dica che la Madonna dei Martiri sia abitata da individui sospetti e poco affidabili, sono due anni che subiamo furti negli appartamenti”, dicono a Quindici i residenti. Qualche rischio in più lo corrono le auto in sosta e non tutti si sentono tutelati a dovere, anche se nei pressi del quartiere sorge il Comando della Guardia di Finanza.In una città che non può vantare una cultura ambientale e che limita i suoi spazi verdi a piccole aree mal tenute e spesso chiuse, l'area periferica di ponente conferma questa mancanza. Tuttavia sembrerebbe, il condizionale è d'obbligo, che nei suoi progetti futuri sia lasciato grande spazio a parchi urbani. Ne dovrebbe sorgere uno sia alla Madonna dei Martiri, se il progetto di riqualificazione sarà approvato dalla Regione, sia in viale don Tonino Bello, dove attualmente c'è uno sterrato. Tale ormai sta diventando anche il campo comunale di calcetto presente in viale Papa Giovanni XXIII molto utilizzato dai ragazzi e che meriterebbe maggiore cura. Alle spalle del terreno di gioco c'è un'altra opera incompiuta della città: la pista di pattinaggio. Mai completata, poco utilizzata per il suo scopo ma più che altro come campo di calcetto. Attualmente si allena “abusivamente” la squadra di pattinaggio artistico “Pattini liberi” che può accedervi solo quando l'Anfas apre la struttura, in quanto assegnataria dei locali adiacenti ma non responsabile della pista. Nonostante la difficoltà di allenarsi liberamente e in uno spazio adeguato e magari coperto, le ragazze della squadra hanno raggiunto successi nell'ambito regionale.hanno raggiunto successi nell'ambito regionale. L'ANOMALIA DI RIONE ARBUSTO Nel puzzle di quartiere finora descritto, manca la tessera costituita da “Rione Arbusto”. Rispetto alle altre realtà descritte il rione non presenta problemi gravi nè dal punto di vista delle condizioni di vita nè tanto meno da quello dei servizi. Anzi, se vogliamo, ci sono fin troppi fruttivendoli “ambulanti” cui è stato concesso l'uso delle strade. Forse perché i parcheggi sono assicurati dagli spazi condominiali antistanti gli edifici, le strade sono larghe, alberate. Insomma “la vita è tranquilla… forse fin troppo – spiega un giovane residente – la sera non c'è movimento se si esclude il via vai nella strada del night club”. Ma questo non è certo annoverabile tra i “servizi” di cui la comunità ha più bisogno!
Autore: Michele de Sanctis
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