Condannato a 18 mesi il costruttore Spadavecchia
MOLFETTA – 11.1.2002
Condanna a 1 anno e 6 mesi di reclusione col beneficio della pena sospesa per il costruttore Silvio Giuseppe Spadavecchia, 49 anni, genero di Giuseppe Spadavecchia, nel frattempo deceduto. Il costruttore, factotum del suocero e amministratore della ditta, è stato condannato per concussione (per la natura di servizio pubblico dell’attività di edilizia convenzionata) per aver chiesto 100 milioni in più del prezzo di acquisto al vigile urbano Antonio Picca (difeso dall’avv. Donato Muti), per una casa popolare nella 167 in edilizia convenzionata.
La somma in eccedenza era stata versata al momento della stipula del contratto preliminare, come giustificazione di inesistenti migliorie dell’immobile. In realtà, l’importo previsto era solo di 10 milioni, mentre la restante somma, come ha stabilito la Prima sezione penale del Tribunale di Trani (Presidente Binetti, a latere Sardone e Pecorelli), era una “sorta di tangente” in nero corrisposta anticipatamente e senza quietanza.
Un’abitudine consolidata da parte di molti acquirenti di immobili, costretti a versare questo denaro ai costruttori per riuscire a procurarsi una casa, come è confermato da un esposto dell’Osservatorio 7 luglio sull’illegalità a Molfetta che aveva denunciato i presunti illeciti nel campo dell’edilizia. Insomma, questo meccanismo non era certo isolato e alcuni acquirenti “già sapevano le condizioni per accedere all’acquisto di questo tipo di appartamenti”.
Naturalmente questo meccanismo, insieme alla forte domanda e alla scarsa offerta di immobili, contribuiva a far lievitare i prezzi fino a livelli stratosferici che ancora oggi non si riesce a calmierare, costringendo la gente a indebitarsi per due generazioni per comprare una casa oppure ad emigrare nei paesi vicini.
Michele de Sanctis jr.