Conclusa con i falò la festa di San Corrado a Molfetta. “Quindici” la racconta con le immagini di Mauro Germinario
Tutte le foto sono di Mauro Germinario
MOLFETTA – Conclusi i festeggiamenti per il patrono di Molfetta San Corrado di Baviera, con la Messa officiata in Cattedrale dal vescovo mons. Domenico Cornacchia e il falò in Corso Dante davanti al Purgatorio.
La tradizione dei "Fuochi di San Corrado" si collega all'arrivo delle reliquie di San Corrado a Molfetta il 9 febbraio di un anno imprecisato del XIV secolo. Secondo la leggenda, un gruppo non specificato di abitanti di Molfetta, giunti di notte con il loro prezioso carico alle porte della città, le trovarono chiuse e furono costretti a rimanere all'aperto. Per riscaldarsi durante la notte, accesero un grande falò e arrostirono dei legumi per sfamarsi. I fuochi accesi il 9 febbraio, nei secoli successivi, divennero la rievocazione popolare di quel primo falò notturno, acceso fuori dalle mura della città dai molfettesi che trasportavano le sacre reliquie del santo.
Se l'aspetto attuale della tradizione è legato al culto cristiano di Corrado di Baviera, c'è anche un'altra tradizione più antica che si basa sull'associazione tra fuoco e la sua capacità di produrre luce e calore, principi vitali senza i quali l'umanità non potrebbe esistere. Questo concetto, conosciuto già dalle antiche religioni, ha posto il fuoco in relazione con i riti che celebrano il ciclo di vita, morte e rinascita, a cui sia la natura che l'uomo sono soggetti su entrambi i piani materiale e spirituale. Così, a livello popolare, nelle espressioni più antiche della cultura contadina, è emerso l'uso dei falò per propiziare la crescita dei raccolti (talvolta la cenere di questi fuochi veniva sparsa nei campi) e il benessere di persone e animali. Questa pratica è ancora seguita oggi in tutta Italia durante diverse stagioni.
Un'altra tradizione è la festa di Sên Gherrare du vierne (San Corrado dell'inverno), per la quale risale alla fine del Cinquecento, se non prima, l'usanza di accendere lungo le strade i "fuochi d'allegrezza". Questa tradizione era ancora conosciuta agli inizi del Novecento e è stata ripresa di recente dopo alcuni anni di assenza.