Con Marisa Carabellese alla scoperta di Maddalena la Santa e la donna nell’arte
Maddalena la Santa e la Donna nell’arte in un connubio artistico di arte e poesia. L’immagine emblematica di questa Santa è stata ricorrente sia nell’arte, in cui riveste un ruolo di protagonista: dai dipinti alle sculture. Inoltre, la sua figura è stata argomento trattato in versi o in prosa in molteplici opere, appartenenti sia all’ambito religioso che all’ambito letterario. Ne ha parlato all’Aneb (Associazione nazionale educatori benemeriti) la nota pittrice Marisa Carabellese, apprezzata collaboratrice di “Quindici”, la quale dal 1964 è presente con le sue opere in molteplici mostre allestite in Italia e all’estero, ottenendo prestigiosi riconoscimenti. Inoltre famosa anche per aver curato e prodotto numerose illustrazioni per libri e riviste ed è una appassionata ritrattistica. A introdurla è stato il presidente del sodalizio, prof. Michele Laudadio. L’atmosfera è stata subito riscaldata dalla voce di Michela Annese, che ha che ha decantato alcune poesie del prof. Gianni Antonio Palumbo (giornalista della redazione di “Quindici” e scrittore) e di Angela De Leo. La pittrice Carabellese ha tenuto a demistificare i falsi miti riguardanti Santa Maddalena, sull’onda degli studi del cardinale teologo Gianfranco Ravasi, il quale mette ordine nelle scarse notizie biografiche della Santa contaminate da versioni poco consone alla sua figura. Santa Maddalena conosciuta anche come Maria di Magdala, è stata una figura che ha accompagnato i momenti cruciali della vita e della morte di Gesù: la vediamo rappresentata da tutti e quattro i Vangeli ai piedi della croce, insieme a San Giovanni e alla Madonna e anche davanti al sepolcro quando è resuscitato, momento in cui ha assunto il ruolo di nunzio della buona novella per gli altri apostoli. Annoverata anche come Apostola degli Apostoli, è stata spesso confusa con Maria di Betania (sorella di Lazzaro) o con una peccatrice anonima dallo stesso papa Gregorio Magno; o addirittura con la Madonna, una donna impossessata da 7 demoni: mali che non si capisce se siano fisici o morali, la moglie di Cristo e il Santo Graal: a tal proposito si dice che essa sia sepolta nella chiesa di Sainte Maximin in Provenza, queste sono notizie provenienti dalla lettura oscura dei vangeli apocrifi (soprattutto quello di Filippo), contaminata dallo stesso famoso “Codice da Vinci”, scritto da Dan Brown. Per fortuna Papa Francesco ha proceduto con il processo di santificazione, in modo da eliminare l’avanzamento di ulteriori teorie o ipotesi che rasentavano l’eresia, fissando la sua celebrazione liturgica il 22 Luglio. Marisa Carabellese ha poi compiuto un vero e proprio excursus attraverso i secoli e gli stili dell’arte, mostrando alla platea svariate opere d’arte, inframmezzate da letture del Vangelo di San Luca e San Giovanni, a cura di Antonio Annese e di poesie scritte da Gianni Palumbo e Angela De Leo, a cura di Michela Annese. La platea è stata piacevolmente estasiata da vere e proprie raffigurazioni artistiche di alto lignaggio: dalla raffigurazione di una Maddalena peccatrice, la quale compie una lavanda dei piedi a Cristo, in cui asciuga gli stessi piedi con i suoi capelli e li massaggia con degli unguenti preziosi a cura del Moretto, famoso pittore religioso cinquecentesco. Alla raffigurazione tipicamente di gusto veneto dell’ultima cena in cui spicca il ruolo di Santa Maddalena come Apostola degli apostoli del Veronese; sulla stessa stregua anche Giotto che l’ha raffigurata come unica testimone della resurrezione di Gesù, negli affreschi della cappella degli Scrovegni a Padova; come anche il Masaccio, il Tiziano che ha compiuto un vero e proprio ex voto per chiedere la grazia di essere salvato dalla peste e inoltre ha rappresentato anche la Maddalena in veste di donna sensuale e infine lo stesso Caravaggio. Inoltre sono state mostrate anche raffigurazione del Trivelli; del Tintoretto con la Maddalena penitente e dei rappresentanti della corrente pittorica del Manierismo come Bronzino ai “tecnici delle arti” come Bononi, il Correggio e il Solimena. Abbiamo ammirato rappresentazioni della Maddalena, raffigurata come una donna tipicamente settecentesca di Metz e Fontana il cui tratto caratteristico è la rappresentazione di Cristo nelle vesti di giardiniere e di Artemisia Gentileschi in cui la Santa allontana lo specchio da sé stessa, per rifuggire la vanità. Infine, la pittrice ha mostrato anche le sculture ritraenti la Santa Maddalena: annoverando i grandi nomi del Canova con i suoi plessi marmorei, del nostro concittadino Cozzoli, le cui statue vengono portate in processione tuttora nel periodo pasquale, e del Donatello, che ha intagliato la Maddalena nella sua veste più umile, nel legno. L’ultimo invito riservato alla platea è stato quello di: “Dare le spalle al passato per potersi finalmente approcciarsi a Dio!”, nella maniera più autentica e personale, citando i versi di Gianni Palumbo. © Riproduzione riservata
Autore: Marina Francesca Altomare