MOLFETTA – Due petizioni per chiedere semplicemente che vengano «rispettate le regole decise dalla stessa amministrazione». Regole elementari di sicurezza e salute pubbliche e di tutela dei diritti dei cittadini.
L’assemblea del Comitato di quartiere di Molfetta Vecchia ha presentato i risultati di un mese di raccolta firme organizzato con due obiettivi: sollecitare le autorità competenti a sanzionare chi, residente e non, tiene impianti stereo e televisori accesi a tutto volume per le vie del quartiere, in qualsiasi ora del giorno e della notte. E chiedere che l’amministrazione faccia realmente del centro antico di Molfetta una zona pedonale, attuando finalmente la delibera di giunta che già dal 2009 ha istituito il divieto di transito, ma che finora è rimasta lettera morta.
L’iniziativa ha contato quasi duecento adesioni, poco meno di un terzo dei residenti del quartiere, ma l’obiettivo del comitato è quello di andare avanti con le petizioni e la sensibilizzazione dei cittadini del borgo antico fino a puntare «all’unanimità, o almeno a individuare chiaramente chi non ha intenzione di firmare».
Durante l’assemblea non sono mancate le lagnanze per la sporcizia in cui versano gran parte delle vie del centro antico e per la totale assenza delle Forze dell’Ordine o, peggio, la loro confessione di impotenza di fronte alle legittime richieste di tutela della sicurezza dei cittadini residenti. Per ben due volte negli ultimi tempi, hanno raccontato i membri del comitato, è accaduto che le ambulanze e i Vigili del Fuoco, a causa delle automobili parcheggiate in divieto, abbiano soccorso con grave ritardo alcuni abitanti del quartiere. L’assemblea ha perciò ritenuto necessario preparare una diffida nei confronti dell’amministrazione comunale. Se dovesse ripetersi un altro episodio di mancato soccorso provocato da strade bloccate, il Comune sarà ritenuto responsabile.
Le critiche alle promesse dell’attuale sindaco Antonio Azzollini e dei suoi assessori non sono mancate. «Un anno e mezzo fa il sindaco ci aveva assicurato che “tempo tre mesi” e il divieto di transito ai veicoli dei non residenti sarebbe stato fatto rispettare grazie alle telecamere a circuito chiuso. Era una bugia. La catena che chiudeva l’accesso a piazza Municipio è durata finché non è diventata d’intralcio al sindaco in persona. Come comitato di quartiere, infine, avevamo un luogo fisico di ritrovo, ma ne siamo stati privati dall’assessore al Centro storico».
Secondo il Comitato, è ormai inutile cercare di cambiare le cose e rendere il centro antico un quartiere “normale”, cioè sicuro e vivibile quanto gli altri, solo con lettere, lagnanze e petizioni se, comunque, l’attuale amministrazione non intende ascoltare. Negati i diritti fondamentali, se necessario, i residenti sono pronti ad organizzare manifestazioni e forme di “disobbedienza civile” per riprenderseli.
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