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Colazione rossa
28 aprile 2013

LONDRA - Otto del mattino, d’un venerdì. The e biscotti son sulla scrivania in una riadattata colazione inglese sotto questo cielo grigio, vicino Londra. All’inizio della nuova giornata, con i libri davanti al pc e la testa già alle nuove tecnologie per ridurre l’inquinamento ci si perde, volentieri, nella politica italiana. In differita, sul sito della tv nazionale scorrono i programmi e passano i giorni, passano i giornalisti, passano i titoli ma le notizie son sempre le stesse. V’è l’ingovernabilità, Grillo sempre più ‘incazzato’, la sinistra che non sa far la sinistra, Berlusconi che senza pudore continua a star lì, s’arroga il ‘bello ‘ che accade e attacca il rosso (marcio) del Paese.
Conclusa la visione del tg della sera prima il the è ancora troppo caldo per esser bevuto. Si decide d’impegnare il quarto d’ora successivo a guardar Blob, il ‘programma che mette a nudo la tv’ e forse non solo quella.
Ci sono i funerali di Enrico Berlinguer a creare un parallelismo, tanto triste quanto calzante, con lo scatafascio di quel carrozzone del PD. E’ a un minuto dalla fine della trasmissione che compare l’immagine di un uomo che assomiglia incredibilmente al buon Azzollini, sindaco di Molfetta, per due mandati, Senatore per quattro legislature: pezzo grosso della destra nazionale e locale, insomma.
In un passato lontano però ha speso la sua vita nelle schiere di una sinistra più a sinistra del PCI, dicono le malelingue locali.
Faccio un balzo sulla sedia e il cucchiaino smette di tintinnar nella tazza, con il fermo immagine su quell’inquadratura d’altri tempi. E’ il giugno 1984, infatti, e tutti piangono Enrico. L’uomo, il presunto Azzollini, è col fiore rosso all’improvvisato occhiello della polo, braccio (destro) e pugno alzato con lo sguardo fisso, immagino, sul carro funebre.
Sorrido divertito: che scoop considerate le elezioni locali a fine maggio.
Dopo qualche minuto di riflessione e qualche ricerca mi rendo conto che l’allora 31enne Azzollini sarebbe dovuto essere ben diverso dal malcapitato che, ahimè, fisso in modo maniacale da qualche minuto.
Sblocco il video e le immagini riprendono a scorrere, fluide, silenziose, sino alla fine del ‘replay’. Spengo il pc e m’avvio verso la sede centrale dell’università, qui, sotto il cielo grigio inglese. Rifletto su quanto accaduto.
Mi rendo conto che in fondo è come quando perdi qualcuno a te carissimo e finisci con il voler vedere questi uomini di sinistra ovunque.
 
© Riproduzione riservata
Autore: Sergio Spezzacatena
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