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Cittadini zozzoni, cronisti della spazzatura e avanzi di cibo al lungomare di Molfetta: tutti segnali di inciviltà che vanno combattuti
11 luglio 2016

MOLFETTA - «Caro direttore, in questi giorni si parla molto di raccolta differenziata porta a porta, c’è chi vuole riportare indietro Molfetta facendo spendere più soldi ai cittadini e nascondendo la verità sugli effetti di questo ritorno al passato.

Io sono una casalinga entusiasta di questo sistema, che va però, perfezionato, soprattutto con la raccolta dell’umido che dovrebbe avvenire ogni giorno e così tutto sarebbe perfetto.
Ma possiamo, intanto, noi cittadini che siamo considerati ormai i più zozzoni della provincia e non solo, cominciare a rendere più pulita la nostra città? Come può vedere dalle foto, il lungomare è diventato il luogo non solo dei corridori mattutini, ma anche dei padroni dei cani che portano le loro bestiole a fare i loro bisogni, ma non puliscono.

Così poveri corridori, ma anche cittadini, che sono costretti a calpestare escrementi per colpa di questi incivili, che si credono amanti degli animali, ma che in  realtà sono dei barbari incivili e disprezzano il loro cane, perché chi ama gli animali, li tiene puliti e pulisce anche i loro bisogni.

Per non parlare poi dei gatti, che ci sono dovunque e la passeggiata sul lungomare avviene tra uno schifoso cartone adattato a ricovero per queste bestie e piatti con alimenti di vario tipo destinati ai gatti e ai colombi e quant’altro.

Alla faccia della pulizia. Tra l’altro gli avanzi di questo cibo restano sulla strada e contribuiscono ad alimentare gli scarafaggi e non escluso anche i topi. Di chi è la colpa? Certamente di chi non pulisce (perché non vengono rimosse queste cucce improvvisate e questi piatti sporchi, che spesso finiscono anche in mare?) e mi riferisco al personale dell’Asm, ma anche di noi cittadini zozzosi che non abbiamo rispetto degli altri.

Io rispetto chi ama gli animali, ma lui deve rispettare anche me. Se vuole tenersi il gatto in casa, nessun problema, ma non si possono fare dei ricoveri per questi animali, sporcando la strada e i marciapiedi. Che devono dire i turisti alla vista di questo schifo?

Infine, perché non vengono tolti i cassonetti dal lungomare (sono antiestetici e tolgono spazio al parcheggio auto)? Non ci sono già i mastelli? Molta gente, che rifiuta la raccolta porta a porta, continua a buttare l’immondizia nei cassonetti, ma anche fuori, non solo al lungomare, ma dappertutto (vedi foto). Ora col caldo la puzza è diventata insopportabile.

La prego, direttore, segnali il problema, sperando che dall’Asm si possa avere una risposta. Noi non ce la facciamo più».

Questa la lettera inviata a “Quindici” da una signora giustamente indignata. Non ci piace fare i cronisti dell’immondizia, ce ne sono già tanti in città che riempiono quotidianamente i loro giornali on line con quello che può essere considerato letteralmente giornalismo spazzatura, non solo per i contenuti (scritti in un italiano improbabile), ma anche per le foto. Sembra che questi pseudo giornalisti non sappiano scrivere altro, sono nullafacenti, senza idee e argomenti (poverini!), perciò girano per la città a fotografare i rifiuti per riempire i loro media, in assenza di comunicati stampa per i loro “copia e incolla”.

Nel ringraziare la signora della segnalazione, vogliamo solo evidenziare un fenomeno di malcostume e di maleducazione, sperando che l’Asm e il suo presidente Antonello Zaza, trovino il modo di porre rimedio e il commissario prefettizio Mauro Passerotti faccia un’ordinanza che vieti di lasciare per strada avanzi di cibo per cani e gatti randagi. Ma soprattutto che arrivino le sanzioni: a che servono i controllori se non controllano, non era stato assunto con contratti a termine nuovo personale a questo scopo? Solo sanzionando si possono convincere zozzoni e renitenti ad accettare la raccolta porta a porta.

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Il problema dei rifiuti e conseguenze varie, tipo aumento di scarafaggi, topi e quant'altro, è un problema "mondiale", non locale. Con una produzione in costante aumento, la gestione dei rifiuti sarà una delle sfide globali del futuro. Nei prossimi 15 anni, nel mondo si arriverà a produrre oltre 6 miliardi di tonnellate di rifiuti all'anno, con danni all'ambiente e spese di gestione che raggiungeranno i 400 miliardi di dollari. La metà di questi rifiuti è di origine urbana (quelli prodotti dagli individui), mentre l'altra metà riguarda i rifiuti cosiddetti speciali, provenienti cioè da attività industriali e produttive. Il prof. Joseph Spengler inaugurando nel 1965 il congresso della American Economic Association, disse che la nostra dovrebbe essere chiamata non società opulenta, ma società dei rifiuti. Nell'originale c'è un gioco di parole fra “affluent society“ (il titolo di un, allora, celebre libro di Galbraith, tradotto in italiano come “la società dei consumi“) e “effluent society“, appunto la società che fa uscire dal proprio corpo un profluvio di scorie. Ogni essere umano ha dei bisogni: quello di nutrirsi, di difendere il corpo dal freddo, di muoversi, di comunicare con altri, e questi bisogni possono essere soddisfatti soltanto con beni fisici - pane, tessuti, mezzi di trasporto, mattoni, eccetera - tratti dalla natura. Ci chiamano consumatori, ma noi non consumiamo niente e soltanto trasformiamo, dopo l'uso, gli oggetti in altri oggetti, “merci negative“, che finiscono nell'aria, nelle acque, nel suolo in quantità tanto maggiore quanto più una società è “avanzata“. La quantità dei rifiuti - solo i rifiuti solidi sono in Italia 150 milioni di tonnellate all'anno, circa 35 quelli “domestici e urbani“ - e la loro qualità dipendono quindi dal tipo di società in cui si vive. Fra le società umane quella capitalistica produce denaro attraverso il commercio di questi oggetti e, per ottenere più denaro, impone agli esseri umani di soddisfare i bisogni possedendo e usando più merci; anzi il fabbricante e il venditore per avere il massimo profitto, progettano merci che durano poco, che devono essere continuamente rinnovate e buttate via, e “rifiutate“, generando così crescenti quantità di rifiuti, quei corpi estranei nocivi per la salute e per l'ambiente naturale. A tal fine la società capitalistica usa il raffinato strumento della pubblicità per asservire i suoi sudditi alle merci, anzi li costringe fin dalla più tenera età a diventare generatori di rifiuti. L'aveva ben capito oltre un secolo e mezzo fa Carlo Marx quando scrisse, nei “Manoscritti economico-filosofici del 1844“ che nella società borghese: "ogni uomo s'ingegna di procurare all'altro uomo un nuovo bisogno per costringerlo ad un nuovo sacrificio, per ridurlo ad una nuova dipendenza".



Molfetta, solo a Molfetta! Solo i molfettesi sporchi e zozzoni! - Così a caso: mercoledì, 6 luglio, 2016 - UNA CITTA' SPORCA A CAUSA DI CITTADINI INCIVILI: LO SFOGO DELL'AMMINISTRATORE UNICO DI ASMIU FEDERICO ORLANDI CHE PROPONE DI APRIRE I SACCHETTI ABBANDONATI PER RISALIRE AL PROPRIETARIO DEL RIFIUTO COME SI FA GIA' IN ALTRI COMUNI di Manuela D Angelo La raccolta porta a porta per il centro di Massa è soltanto in ritardo, a causa di problemi interni e burocratici, ma partirà entro la fine del mese......... imperversa la polemica sulla città sporca, con attacchi quotidiani che arrivano ad Asmiu soprattutto attraverso i social. Su Facebook i cittadini fotografano ogni angolo sporco della città, i cassonetti stracolmi e le discariche abusive; c'è chi si prende la briga di postare una foto al giorno del sacchetto di spazzatura che puntualmente trova nei cestini dei rifiuti del centro storico. Orlandi non cerca scuse: "Per una città che si sporca è ovvio che qualcuno la deve pulire, ma l'inciviltà sta raggiungendo livelli indescrivibili e con i nostri mezzi non ce la facciamo più>. Ma c'è l'inciviltà dei massesi che dilaga. I massesi gettano televisori, divani, cucine intere vicino ai cassonetti, per non fare 10 metri verso la ricicleria o, ancora peggio, per non dover aspettare a casa uno dei nostri addetti pronti al recupero degli ingombranti; i sacchetti vengono abbandonati per terra, nelle fontane, nascosti nelle siepi, nelle fioriere. Non sappiamo più come fare. Ho chiesto al comandante della polizia municipale il pugno di ferro: aprire i sacchetti, e indagare sul proprietario del rifiuto, da uno scontrino, da una bolletta. Altrove lo si fa, per poi punire severamente.


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