Ciao, ciao Calcio
Come spesso è successo nel passato, ora la casacca biancorossa, sgualcita e strapazzata, sarà riposta nel baule delle cose belle e chissà quando la rivedremo svolazzare sul manto del Paolo Poli, da oggi divenuta una “cattedrale nel deserto”. Per chi in questi anni ha riscoperto l'affetto per questa maglia e di un calcio vissuto sul campo, mancheranno i rituali delle partite di un torneo più che dignitoso come quello di Eccellenza. L'attesa della vigilia, il rivedere le solite facce allo stadio, la disponibilità del custode, il caffè preparato dal magazziniere, i volti seri dei giocatori durante il riscaldamento, l'annuncio delle formazioni, le coreografie, gli striscioni ironici e sarcastici dei tifosi, i giocatori che dopo un gol esultano sotto gli spalti, le belle giocate e gli svarioni da “Mai dire gol”. E poi gli applausi o i fischi a fine gara, le invettive ironiche o pesanti all'indirizzo dell'arbitro o di un avversario, le interviste a fine gara, la voce roca del mister, i volti contenti o affranti dei giocatori, le promesse che nella prossima gara andrà meglio. Ciao, ciao Calcio e per quanto ci riguarda un grazie al “Molfetta calcio” e a chi, nel bene e nel male, lo ha sostenuto e mantenuto anche con la semplice passione. Un grazie per aver rispolverato per qualche anno una dignità calcistica riconosciuta e riconoscibile in tutta la Puglia, tranne che a Molfetta. Ciao, Ciao Calcio.
Autore: Francesco Del Rosso
