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Centrodestra in pezzi. Crisi al buio. Il sindaco manda gli assessori a casa, ma non si dimette La decisione di restare da solo alla guida della città apre una vera e propria crisi al buio, dagli esiti imprevedibili e dallo sbocco indeterminato nel tempo
15 ottobre 2005

La Margherita: il sindaco ha gettato la maschera dichiarando il fallimento politico di questa maggioranza. La città non può permettersi una situazione di instabilità chissà per quanto tempo. Meglio le elezioni anticipate: il centrosinistra è pronto a governare L'amministrazione comunale è ufficialmente in crisi. Dopo mesi di fibrillazioni all'interno della maggioranza in Consiglio, di prese di distanza dall'operato del sindaco avanzate da molti esponenti del centrodestra, di dichiarazioni forti contro il governo cittadino da parte di chi avrebbe dovuto sostenerlo, finalmente Tommaso Minervini ha preso atto della situazione ormai ingovernabile e, nell'ultimo consiglio comunale tenutosi lunedì 10 ottobre, ha annunciato l'azzeramento della giunta, il ritiro di tutte le deleghe agli assessori e l'apertura di una fase di confronto interno alla coalizione che dovrebbe portare ad un chiarimento definitivo. La decisione del sindaco, tuttavia, non è giunta proprio inaspettata dal momento che questa condizione di perenne instabilità aveva di fatto paralizzato l'operato del consiglio comunale, come riconosciuto dallo stesso Tommaso Minervini nella lunga dichiarazione letta, con voce accorata, in Aula. “Non posso che registrare – ha detto il sindaco – allo stato delle cose amministrative, comportamenti che producono incertezze amministrative, sedute deserte del Consiglio Comunale, ovvero decisioni più volte rinviate senza motivi fondati”. Per questo, dopo aver rivendicato i meriti conseguiti dalla sua amministrazione (“abbiamo conseguito grandi risultati e molte realizzazioni che hanno portato Molfetta in un grande, irreversibile processo di crescita, dopo un quindicennio di stasi”), il sindaco ha sostenuto la necessità di “riportare il confronto nei luoghi istituzionali e se questo confronto viene meno c'è una sola strada: il confronto elettorale. Se questa esperienza deve concludersi lo si dica chiaramente alla luce del sole. Quello che non posso, non voglio, non devo consentire è un trascinamento improduttivo di questa fine legislatura che distolga l'opinione pubblica dall'attenzione per le cose fatte”. Le vere ragioni delle fibrillazioni interne alla maggioranza Se questo è vero, però, nessuna parola ha speso il sindaco sulle ragioni di queste fibrillazioni interne alla maggioranza a cui, evidentemente egli stesso non riconosce alcuna dignità politica, tacciandole solo come “convulsioni di fine legislatura di singoli consiglieri comunali o di gruppi politici”. Ma quando i molti presenti alla seduta consiliare si aspettavano la dichiarazione pubblica del suo abbandono, Tommaso Minervini ha sorpreso tutti ed ha annunciato il ritiro delle deleghe agli assessori, non le sue dimissioni. Il sindaco, al momento, resta lui e, per ora, non getta la spugna. Questa decisione però apre una vera e propria crisi al buio, dagli esiti imprevedibili e dallo sbocco indeterminato nel tempo. Se il primo cittadino avesse rimesso il suo mandato, avrebbe comunque avuto un lasso di tempo ragionevole (20 giorni, così come previsto dalla legge) per cercare di ritrovare compattezza nella sua maggioranza, in modo da poter continuare l'esperienza amministrativa. Ora invece è tutto assolutamente indefinito e incerto. Il sindaco concorderà con il presidente del consiglio comunale la data in cui svolgere una seduta della massima assise cittadina durante la quale aprire un confronto franco sulla situazione politica. Ma sarebbe da sciocchi pensare che, prima di allora, non parta il consueto “giro di valzer” di consultazioni, incontri riservati, trattative sui soliti ben noti tavoli della politica. Fino a quando? Questa è la vera incognita. Quanto durerà questa crisi? Un (ex) assessore ha detto che la vicenda non potrà trascinarsi a lungo e che 20 giorni sono più che sufficienti. Dopo si va in Aula a contarsi. Allo stato attuale il sindaco non ha la maggioranza in Consiglio. Sono solo 15, infatti, i consiglieri che gli sono rimasti assolutamente fedeli, dopo la decisione (formulata durante lo stesso consiglio del 10 ottobre) dei consiglieri Di Molfetta e De Palma di uscire da An (“la città va restituita alla civiltà e alla democrazia” hanno tuonato in una dichiarazione congiunta). Tra questi al momento non rientrano i cinque consiglieri dell'asse “Nuovo Psi” – “Molfetta che Vogliamo”, che, pur disposti a proseguire l'esperienza amministrativa fino alla fine del mandato, hanno comunque dichiarato esaurita l'alleanza con la “Casa delle Libertà”, creando di fatto la crisi politica davanti a cui si trova oggi l'amministrazione. “Non si tratta di una crisi – ha puntualizzato il segretario politico della sezione locale di Forza Italia, Antonio Camporeale – ma di una verifica interna. Bisogna fare chiarezza su chi è parte di questa maggioranza e chi, invece, sta fuori. E non è per niente detto che chi sta assumendo atteggiamenti ambigui in questi giorni, vada poi realmente fino in fondo. La maggioranza in Aula potrebbe ancora esserci”. Di parere opposto Nino Sallustio, consigliere comunale della “Margherita”: “Finalmente il sindaco ha gettato la maschera e ha dichiarato il fallimento politico di questa maggioranza, ormai disgregata e incapace di governare. La città non può permettersi una situazione di tale instabilità chissà per quanto tempo. Ci sono problemi urgenti che aspettano risposte immediate e Molfetta ha bisogno di un governo stabile e nel pieno delle sue funzioni. La strada maestra è quella delle elezioni anticipate e il centrosinistra è pronto a governare garantendo stabilità e chiarezza nel perseguimento dei suoi obiettivi programmatici”. Il sindaco, però, le tenterà tutte per restare lì dov'è. C'è da giurarci. Dicono che quella poltrona sia davvero molto comoda e che Tommaso Minervini ci si trovi a meraviglia. Non sembra poi così disposto a scendervi volentieri. Giulio Calvani giulio.calvani@quindici-molfetta.it
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