Call for papers a Molfetta, insegnanti ed educatori al dibattito sulla pedagogia del cambiamento
L'incontro per i vent'anni della casa editrice “la meridiana” con Enrico Euli, ricercatore dell'Università di Cagliari, che ha presentato il suo ultimo libro “Casca il mondo! Giocare con la catastrofe”
MOLFETTA - La casa editrice di Molfetta “la meridiana” (via Di Vittorio, 7) compie vent'anni e invita numerosi docenti alla presentazione del convegno del 23-24 novembre, dal titolo Doppio senso. Relazioni finite. Educare al cambiamento.
In questa occasione, Enrico Euli, ricercatore dell'Università di Cagliari, (dove insegna Metodologie e tecniche del gioco, del lavoro di gruppo e dell'animazione) partendo dalla presentazione del suo ultimo libro sulla pedagogia del cambiamento: Casca il mondo! Giocare con la catastrofe, ha introdotto i temi del convegno.
Euli ha detto: “Guardare alla catastrofe in faccia, allora, significa risalire fino alle nostre premesse più profonde: i nostri modi di vita, di concepire l'educazione, la civiltà, lo sviluppo.” È dalla catastrofe che bisogna quindi partire, dall'educazione al cambiamento, per apprendere e immaginare un mondo nuovo che ne può nascere. Elvira Zaccagnino, presidente della casa editrice, ha poi illustrato l'articolazione del convegno e le presenze che lo animeranno.
Docenti e operatori sociali sono stati invitati a sperimentare pratiche educative e culturali che risultino innovative e originali, pratiche educative che possano fronteggiare il cambiamento, mettendosi “in gioco nel convegno”. A tal proposito, sono stati loro proposti laboratori su tematiche che vanno dalla famiglia alla comunicazione, alla convivialità, da realizzare nel corso del convegno del 23 e 24 novembre. Forte è stato l'interesse degli insegnanti, coinvolti in un tema stimolante seppur complesso.
L'intento è ripartire dall'educazione, dalla scuola, per fornire agli insegnanti gli strumenti per vivere questo passaggio, perché, -continua Euli- “per apprendere dalla catastrofe bisogna disporsi ad un approccio diverso, meno consueto e più sorprendente, anzi spiazzante”.