Calcio, Molfetta Sportiva solo un pari con il San Giovanni Rotondo
La Molfetta Sportiva semina ma non raccoglie. Col San Giovanni Rotondo è solo un pari
MOLFETTA - Una partita giocata bene non basta se un avversario ben messo in campo e roccioso riesce a contenere bene e sfruttare a dovere la migliore occasione che gli capita. Se poi si sbagliano anche le occasioni facili, allora conquistare i tre punti diventa difficile anche in casa.
Potrebbe stare in questa sintesi la cronaca di Molfetta Sportiva-San Giovanni Rotondo, finita in parità con qualche giusto rammarico per i biancorossi. E, comunque, abbastanza ricca di episodi. Non c’è nemmeno il tempo di sedersi sugli spalti che arriva il gol del vantaggio dei molfettesi: Calò batte profondo un calcio di punizione dalla distanza, la difesa ospite ribatte corto, proprio sui piedi di Duraccini; il centravanti di giornata cerca l’angolo basso alla destra del portiere Morcaldi, che non riesce ad impedire al pallone di incocciare il palo e finire in rete.
E’ il preludio di un avvio di gara che diventa sempre più di marca biancorossa. Gli uomini di Germinario (nella foto) si mostrano compatti e volitivi, imbastiscono trame offensive a tratti anche gradevoli, con Lamberti particolarmente attivo sull’out di destra, ma nella prima mezz’ora riescono una sola volta ad impensierire seriamente la difesa ospite, con Giuseppe Murolo, il cui tiro dal limite si spegne di poco a lato della porta.
Sul ribaltamento di situazione arriva il pareggio del San Giovanni Rotondo, al 27’: Gravinese serve sulla trequarti sinistra La Torre, che ingaggia un confronto in corsa con Porcelli; il terzino destro cerca invano di portare fuori l’esterno foggiano, che invece lo supera di forza e da dentro l’area di rigore mette il pallone in diagonale alle spalle di Spadavecchia. La Molfetta Sportiva accusa il colpo, del tutto inatteso, prova a reagire ma sono ancora gli ospiti a farsi pericolosi con un diagonale di Bruno che finisce sul fondo al 32’.
L’ultima azione degna di nota del primo tempo la innesca Lamberti, inviando al centro un pallone che Domenico Murolo non riesce però a trasformare in occasione da gol, perdendo l’attimo per concludere. Il secondo tempo scivola via in un estenuante confronto a centrocampo, nella quasi totale inoperosità dei portieri, rotto solo dallo spavento che prendono intorno al 25’ tutti i presenti, in campo e sugli spalti, per il brutto incidente nel quale rimangono coinvolti capitan De Nichilo e il suo compagno di reparto Vincenzo Magrone.
Nel tentativo di intercettare un pallone alto, i due difensori biancorossi si scontrano violentemente, urtando l’uno contro il capo dell’altro, e ricadono sul terreno di gioco. La peggio tocca a Magrone, per il quale è necessario l’intervento del 118 e il trasferimento al Pronto Soccorso. Doppia frattura della mandibola è la diagnosi posta poco dopo dai sanitari, che decidono per il trasferimento del giocatore al Policlinico di Bari. Sarà molto probabilmente necessario un intervento chirurgico di riduzione delle fratture. Dopo la lunga interruzione il gioco riprende, e sono dei biancorossi molfettesi le due azioni degne di nota fino alla fine della gara. La prima è un gran tiro di Lamberti da fuori area che Morcaldi riesce ad intercettare in volo un attimo prima che finisca nel sette alla sua sinistra.
La seconda è il tiro che Domenico Murolo ‘consegna’ nelle mani del portiere avversario vanificando l’illuminante passaggio filtrante che suo fratello Giuseppe gli aveva servito per chiudere facilmente a rete.
E sul bagnato di una giornata quasi da dimenticare piove anche l’ennesimo infortunio a Beppe Paparella, la cui partita dura appena tredici minuti, dal momento in cui subentra a Duraccini per andare a cercare il gol-partita a quello in cui cede il muscolo posteriore della sua gamba sinistra, appena rimessosi dalla precedente lesione. Sul calvario dell’atteso goleador si chiude il sipario dell’ennesima partita-no della Molfetta Sportiva. Che non raccoglie i frutti di un gioco sufficientemente produttivo, ma dovrà farlo presto se vuole mantenere intatte le proprie ambizioni di vertice.