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Bufale su improbabili candidature e personaggi del passato che cercano di rifarsi una verginità: la campagna elettorale a Molfetta
06 febbraio 2017

MOLFETTA – L’avvio della campagna elettorale per le elezioni amministrative a Molfetta ci sta abituando a leggere e sentire le cose più strane, gli annunci di improbabili candidature che alcuni buttano in campo, vere e proprie bufale che servono per riempire spazi quotidiani, altrimenti vuoti. E questo pur di scrivere.
Ma si arriva a sfiorare il ridicolo, quando si legge quello che scrivono vecchi personaggi discussi e discutibili per la politica portata avanti nel decennio azzolliniano di centrodestra, quando accettavano un posto di assessore senza delega, pur di essere presenti nello scenario politico locale. La faccia tosta di questi personaggi che con la democrazia hanno poco a che fare, non accettando critiche e confronti con chi li critica, si ripropongono come il nuovo, dopo i fallimenti del passato.

Campioni di personalismo e cambiamenti di casacca, oggi affermano di battersi contro questo sistema.
Dovere della stampa libera è quello di denunciare all’opinione pubblica queste bugie, rinfrescando la memoria della gente, per evitare che si ripetano i guasti del passato, di fronte alla riproposizione di chi crede di cancellare gli errori, rifacendosi la verginità con un manifesto o un comunicato stampa.
Che credibilità politica possono avere personaggi che fino a ieri scodinzolavano dietro l’ex sindaco sen. Antonio Azzollini (anch’egli campione di democrazia al contrario, incapace di confronto e di dialogo con chi non la pensa come lui o si permette di criticarlo: anche questo l’opinione pubblica deve saperlo per poter scegliere con cognizione di causa)? Poi lo hanno tradito, passando per convenienza politica dall’altra sponda e avvicinandosi al centrosinistra di Emiliano: oggi sono schierati con le truppe cammellate di Saverio Tammacco. Destra o sinistra non importa, pur di esistere politicamente.
Uno di questi personaggi dello scenario locale è l’ex assessore di centrodestra senza delega (evidentemente Azzollini già da allora non si fidava) Mariano Caputo, che invia un comunicato stampa naturalmente ai giornali amici, per dire che nel recente passato, quando ha governato il centrodestra la nostra città era un’isola felice: non esistevano l’insicurezza, la povertà, il degrado urbano, il disorientamento dei giovani. Basta fare una ricerca in rete per vedere che città sull’orlo del disastro aveva lasciato l’amministrazione Azzollini, con illegalità diffusa e contorno di scandali e arresti, per smentire le chiacchiere che oggi Caputo tenta di propinare ai cittadini, con l’obiettivo di condannare gli ultimi tre anni di amministrazione di centrosinistra. Ma siamo in campagna elettorale e le bugie si sprecano, anche quando sono gigantesche come queste.

E, udite, udite, il baldo Caputo propone di avviare una stagione di cambiamento, anteponendo gli interessi collettivi a quelli di pochi, la coesione sociale e l’integrazione, con un processo politico che parta dal basso risolvendo conflittualità arcaiche e creando coesione fra movimenti e società civile. Ma di che parla il sig. Caputo? Crede che i cittadini abbiano l’anello al naso dimenticando gli scandali citati e la cattiva amministrazione che lo ha visto protagonista? Che credibilità può avere chi non ha il coraggio di confrontarsi con chi lo critica e se la dà a gambe davanti ai giornalisti liberi? Che credibilità può avere a parlare di superamento delle conflittualità arcaiche chi ha fatto parte di un gruppo politico che ha seminato odio verso gli avversari e diviso la città, per cui ancora oggi è difficile riuscire a mettere insieme perfino forze politiche che dovrebbero essere omogenee. Chi non conosce il significato della democrazia come il Caputo, dovrebbe avere l’umiltà di tacere o di fare un passo indietro ammettendo la propria incapacità di dialogo e di confronto, chiedendo umilmente scusa ai cittadini e invitandoli ad aiutarlo a comprendere il vero significato di democrazia. Solo così potrebbe rimettersi in gioco e dimostrare che nel suo caso non si tratta del vecchio proverbio del lupo che perde il pelo, ma non il vizio.
Caputo farebbe anche bene a recarsi in viaggio nei Paesi democratici europei per apprendere le regole della libertà di stampa e di informazione e quelle della convivenza civile in politica. Altrimenti faccia un passo indietro, dedicandosi alla sua professione, dove sicuramente può fare meglio. Il nuovo in politica non è certamente lui e non basta una maschera o un manifesto per recuperare credibilità: occorrono fatti e atteggiamenti diversi che finora non vediamo e che denunceremo sempre all’opinione pubblica, per permettere ai cittadini di esprimere un voto responsabile nell’interesse della città e del suo progresso: l’unica cosa che sta a cuore anche a noi. Per fortuna ci siamo e ci saremo anche noi a raccontare le storie politiche di questa città: quello che gli altri non dicono. Il copia e incolla non appartiene a “Quindici”: siamo abituati a ragionare con la nostra testa.

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