MOLFETTA - Si dimette, non si dimette. Sembrava essere questo il tormentone autunnale. Finalmente ha deciso. Sono state protocollate ieri alle 19 circa le dimissioni dalla carica di sindaco del senatore Pdl (?) Antonio Azzollini, in carica dall'aprile 2008. Con lui è caduta la giunta e il Consiglio comunale. Secondo le indiscrezioni dei cosiddetti “bene informati”, Azzollini avrebbe potuto attendere fino al 6 novembre, prima di pronunciare il fatidico «sì».
Infatti, il sindaco senatore presidente, qualora avesse consegnato le dimissioni nelle mani del segretario generale, sarebbe stato in regola con i termini che lo obbligavano a dare le dimissioni entro 180 giorni dalla scadenza naturale della legislatura che è datata 5 maggio 2013 data diversa dal 13 aprile, fissata invece per la consultazione elettorale, perché il quinquennio inizia a decorrere dal 5 maggio 2008. Alchimie, insomma, considerando che, una volta presentate, le dimissioni diventano definitive e non più revocabili dopo 20 giorni.
È quasi certo a questo punto che Azzollini si ricandiderà a Camera o Senato, ma è difficile prevedere quale sarà la lista o il partito in cui andrà a collocarsi. Ieri pare si sia celebrata l’ultima giunta “volante” (quasi 70 delibere approvate) in cui sarebbero stati sfornati gli ultimi provvedimenti, dopo di che Azzollini ha provveduto a protocollare le dimissioni che erano già nell’aria. Nei prossimi 20 giorni potranno essere assunti solo provvedimenti di ordinaria amministrazione.
L’«uomo» politico ha adesso dinanzi a sé un orizzonte incerto: potrebbe essere all’epilogo della sua carriera (giudicando sic et simpliciter gli incarichi ricoperti e alcuni risultati raggiunti) o riassaporare il brivido della scalata, nonostante sia debordato in manifestazioni di strapotere non sempre condivisibili.
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