Associazione Tesla Molfetta: ma quale Buona Scuola? Meglio la LIP!
MOLFETTA - L’Associazione T.ES.L.A. – Tempi e Spazi Liberamente Attivi di Molfetta, in quanto formata per larghissima parte da studentesse e studenti medi ed universitari, ha invitato tanto studenti e studentesse alla partecipazione alle mobilitazioni nazionali previste per giovedì 12 marzo quanto i docenti ad aderire allo sciopero previsto nella stessa giornata.
«La “Buona Scuola” voluta da Renzi e dal ministro Giannini (foto) - dice un comunicato - non vuole che porsi come secondo tempo della riforma Gelmini: ingressi dei privati all’interno delle scuole, maggiori poteri ai dirigenti scolastici, modalità di valutazione alquanto discutibili come quelle del metodo INVALSI, precarizzazione selvaggia del corpo docente le sue parole d’ordine, ammantate di un retorica meritocratica pelosa come poche.
A questa nuova offensiva contro la scuola pubblica rispondiamo unendoci alla campagna “meglio la LIP”, nata ormai dieci anni fa come campagna di raccolta firme per una Legge di Iniziativa Popolare volta a proporre un modello di istruzione alternativo a quello delineato dalla allora riforma Moratti, non mancando di aggiornare continuamente la propria piattaforma da opporre alle diverse “controriforme” governative.
Avanzare proposte relative al diritto all'istruzione quali la gratuità totale della scuola pubblica, dei libri di testo e trasporti, l’innalzamento dell'età dell'obbligo scolastico ai 18 anni, l'integrazione di alunni migranti o disabili e il tetto massimo di alunni per classe a 22, significa rendere la scuola realmente fruibile a tutti, come previsto dalla nostra Carta Costituzionale.
Puntare alla revisione dei programmi di studio, alla democratizzazione della scuola favorendo una maggiore partecipazione di studenti e studentesse genitori, docenti e collaboratori alla gestione della stessa, all’introduzione del linguaggio di genere e alla rimozione del linguaggio di matrice economicista o aziendalista, significa attuare una rivoluzione culturale e politica volta a formare nuove generazioni consapevoli del proprio ruolo all’interno della società: non merci di scambio ascrivibili alla voce costi del “mercato del lavoro”, ma coscienze critiche.
Rivendicare sicurezza, salubrità, vivibilità ed accoglienza per le strutture scolastiche significa ridare senso all’istruzione, reintrodurre la validità legale dei titoli di studio e abrogare la legge Gelmini ridare dignità alle studentesse e agli studenti, ai docenti e a tutti e tutte coloro che vivono all’interno delle scuole.
Rispediamo al mittente la solita solfa sulla mancanza di fondi pubblici per la scuola pubblica e per gli altri servizi pubblici quali l’università e la sanità: gli stessi vengono infatti spesi quotidianamente dai nostri governi, di qualsiasi colore fingano di essere, irrorando le casse di scuole, università e cliniche private, costruendo grandi opere inutile come TAV e MUOS, incrementando la spesa militare e gli impegni in guerre “umanitarie” volte solo all’interesse degli imperialismi.
Il tutto continuando ostinatamente a sottoscrivere trattati capestro con l’Unione Europea, con i trattati TTIP e CETA in rampa di lancio per decurtare ulteriori fondi anche agli enti locali.
A chi ci dice che questi temi sono roba da e per economisti, noi rispondiamo che questa è tutta roba che ha dietro di sé precise scelte politiche ideologiche e funzionali al pensiero unico, fatta alle e sulle nostre spalle, a cui è l’ora di dire basta, attivandosi e mobilitandosi in prima persona plurale.
Siamo e sempre saremo per una scuola pubblica, laica e solidale, generatrice di una umanità nuova, senza se e senza ma».