Arrestato uno dei presunti piromani di auto. Ma per il Pdl l'allarme sicurezza è invenzione di stampa e opposizione
Arrestato il presunto “piromane”, il molfettese Alessandro Albanese, di 47 anni, sorvegliato speciale di P.S., già noto alle forze dell’ordine, a carico del quale sono stati raccolti molteplici e consistenti indizi di responsabilità in ordine ad alcuni incendi seriali, commessi tra marzo e aprile 2012 nel Comune di Molfetta. All’uomo sarebbero stati attribuiti gli incendi di 11 autovetture appiccati in alcuni casi con dei cartoni che erano prelevati da cassonetti nelle immediate vicinanze delle auto incendiate. I carabinieri sono arrivati a scoprire il presunto piromane, sulla base delle immagini delle telecamere di videosorveglianza che hanno mostrato anche come l’uomo, dopo gli incendi rimanesse ad osservare le auto bruciare, fumando una sigaretta. Ad Albanese vengono attribuiti gli incendi di 5 autovetture e il danneggiamento di un edificio in via Martiri, avvenuti tra il 24 ed il 25 marzo, mentre il 30 aprile la stessa sorte è toccata a 6 auto e ad un altro edificio. Nel frattempo continuano gli scippi e le rapine, come ampliamente dimostrano le notizie di cronaca dei giorni scorsi (oltre alle 30 auto incendiate da gennaio). Un bilancio di pochi mesi, che non tiene conto dei reati non denunciati. Una situazione spiegata nella prefazione dell’odg della maggioranza, durante l’ultimo Consiglio comunale, come «un fattore comune anchealle comunità limitrofe, che stanno risentendo degli stessi problemi, dovuti ad una negativa congiuntura economica e culturale che certamente favorisce l’insorgere di sacche di “illegalità” diffuse su tutto il territorio». Insomma, nulla di cui preoccuparsi secondo il Pdl e il sindaco Antonio Azzollini anche perché il problema non è di Molfetta «ma vi è un problema “criminalità’” in senso diffuso su tutto il territorio, sia Provinciale, che Regionale e Nazionale». Così è stato liquidato il problema sicurezza a Molfetta, con l’accusa rivolta alla stampa e all’opposizione di «rappresentare, agli occhi dell’opinione pubblica, episodi di microcriminalità e di vandalismo comune come parte di un grande progetto criminale che aleggerebbe sulla nostra città». Dunque, solo colpa loro se i cittadini di Molfetta avvertono con preoccupazione l’allarme sicurezza. «Si vuol far credere ai cittadini di vivere all’interno di una città lasciata allo sbando, creando artificiosamente un’immagine che poco ha a che fare con la Molfetta nella quale ognuno vive», la netta posizione presa dalla maggioranza (e, in modo implicito e fittizio, anche dall’amministrazione). Poi, dallo stesso Pdl arrivano le “soluzioni” al problema sicurezza per «prevenire ciò che i “pessimisti” già pensano ci sia all’interno della nostra città». Non si ammette l’esistenza dell’aumento di atti criminosi in città, stigmatizzando la questione, però si approva a maggioranza un documento che sollecita l’Amministrazione comunale ad «adoperarsi in tutte le sedi competenti per addivenire al potenziamento in uomini e mezzi dei locali distaccamenti (Comando-Stazione CC, Tenenza GdF) delle Forze dell’Ordine», facendo riferimento anche all’istituzione di un commissariato di Polizia. Una contraddizione in termini che, se non fosse drammatica, sarebbe ridicola, al punto che gli stessi consiglieri di maggioranza non si accorgono del paradosso, ma pur di obbedire al sindaco, votano anche “la nipote di Mubarak”. I cittadini chiedono più sicurezza, ma quali e quante iniziative dell’odg potranno essere concretamente applicate? Quali sono le azioni fino ad ora applicate dall’amministrazione Azzollini per arginare il “fenomeno criminalità”? L’amministrazione, la maggioranza e/o il Comune di Molfetta hanno iniziato l’iter di discussione sulla proposta del Prc per la modifica del regolamento del «Comitato comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali», varato nel 1997? Non c’è il sospetto che Molfetta possa essere diventata un centro di controllo della criminalità organizzata, con la partecipazione di malavitosi di altri Comuni, o un quartier generale per le loro azioni criminali, compresi gli incendi nelle altre città vicine? Cosa ne pensano le autorità inquirenti? Intanto i cittadini continuano ad essere preoccupati della sicurezza. Tra l’altro il piromane arrestato è l’autore solo degli ultimi incendi. E quelli dei 4 anni precedenti, chi li ha compiuti? Certo, non possono essere attribuiti a lui, perché all’epoca Albanese era in carcere. Abbiamo chiesto maggiori notizie ai carabinieri, ma la trafila burocratica per ottenere le informazioni è un po’ lunga (come tutte le cose italiane), per cui ci riserviamo di parlarne nel prossimo numero, tornando sull’argomento.
Autore: Giovanni Angione