MOLFETTA - C’erano anche due molfettesi, un uomo sposato di 53 anni e padre di un bambino e un altro di 43 anni, ora agli arresti domiciliari, con l’accusa di detenzione e diffusione di materiale pedopornografico, tra gli 11 arrestati (fra cui una donna) nella retata anti pornografia e pedofilia messa a segno dalla Polizia Postale e dalla Procura della Repubblica di Bari, oltre che in Puglia anche in Campania, Marche, Toscana, Piemonte e Lombardia.
Nei computer dei molfettesi gli agenti della Polizia postale hanno trovato una quindicina di filmati pedopornografici scaricati da internet e scambiati tra gennaio e ottobre 2006.
Professionisti, militari e dipendenti della pubblica amministrazione, molti di loro genitori di minori, utilizzavano il 'baratto', per scambiare sul web filmati di bambini, vittime di rapporti sessuali completi. Lo scambio avveniva attraverso il popolare software Emule. Il Pm inquirente, Roberto Rossi, della Procura di Bari, contesta ai fermati il reato di commercio di materiale pedopornografico via internet.
Nelle regioni interessate sono state compiute, nel corso delle indagini, 59 perquisizioni che hanno portano al sequestro di migliaia di foto e di filmati dal contenuto raccapricciante
''Ci sono rapporti completi con bambini, anche neonati, i file sono di una crudezza estrema" dice il capo della Procura della Repubblica di Bari, Antonio Laudati. "Dai filmati emerge lo sfruttamento di bimbi che vengono da Paesi dell'Est e dall'Oriente. Considero questo tipo di reati molto gravi perché sono prima di tutto crimini contro l'umanità".
Le indagini sono partite grazie ad un esposto anonimo di un navigatore in internet.