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Argentina, un euro per non far morire un sogno Appello a favore dei molfettesi d'Argentina. Una delegazione locale andrà a Buenos Aires
15 febbraio 2002

Scendono in piazza con tamburi rudimentali trasformando pentole, piatti e mestoli (nella foto) in armi di protesta civile. Urlano la loro paura. Con il loro tamtam incessante cercano di esorcizzare, come antichi sciamani, gli spiriti negativi della imperversante crisi economica che travolge il loro paese. Non piange più sottovoce l'Argentina. Grida al mondo la sua rabbia. “Le banche hanno congelato i risparmi del popolo e non c'è ordine del governo di restituirli, molti non ricevono gli stipendi, altri non hanno più un posto di lavoro, molti altri, se le cose continuano così, non lo troveranno mai”. Nella storica Plaza de Mayo così come nelle periferie di Buenos Aires c'è una piccola parte d'Italia. Tra i manifestanti, ma soprattutto tra chi vuol tornare a vivere degnamente del proprio lavoro, ci sono anche molti figli della nostra città. “Molti molfettesi come me sono arrivati in Argentina con una valigia di cartone e qualche straccio, molti ce l'hanno fatta, altri non hanno avuto il coraggio di tornare indietro sconfitti. In queste settimane molti figli di miei conoscenti sono rimasti senza lavoro e adesso con una valigia di cartone dovranno andare all'estero”. A raccontare questi drammatici fatti è Corrado Petruzzella, presidente della Unione molfettesi d'Argentina, collegata direttamente all'Associazione molfettesi nel mondo, con sede a Molfetta. Petruzzella è emigrato da oltre trent'anni in Argentina ed è tornato a fare visita alla sua città natale, con cui è in costante contatto, proprio la scorsa estate. E se il cuore dei nostri emigranti batte ancora per Molfetta, la nostra città non li ha abbandonati. Infatti, proprio l'Associazione Molfettesi nel Mondo, presieduta da Franco Pappagallo, si è fatta promotrice di un'importante iniziativa di solidarietà. “UN EURO PER NON FAR MORIRE UN SOGNO”, questo lo slogan del Progetto Argentina 2002 che tende al mantenimento della “Casa Molfetta” a Buenos Aires, punto di riferimento di tutti i molfettesi residenti in Argentina. La “Casa” realizzata grazie all'impegno dell'Associazione molfettesi nel Mondo è stata fortemente voluta da Don Tonino Bello, che l'ha inaugurata proprio in occasione di una sua visita a Buenos Aires. “Questa casa – scrive Franco Pappagallo per promuovere l'iniziativa – è un luogo dove potersi ritrovare, parlare della proprie radici, dove i più sfortunati troveranno sempre un piatto caldo e parole di speranza, dove poter pregare davanti all'effige della Madonna dei Martiri, illudendosi, forse, di trovarsi a Molfetta. Ma oggi corre il rischio di essere chiusa, poiché i nostri molfettesi non riescono più a sopportare le spese per il suo mantenimento, costretti per le note vicissitudini economiche e politiche dell'Argentina a sopravvivere essi stessi, in disagiate condizioni”. La situazione è davvero critica, come testimonia Corrado Petruzzella in una lettera inviata agli amici dell'Associazione molfettesi nel mondo. “In città e nei dintorni c'è un caos così grande da potersi spiegare solo con qualche esempio: ogni giorno ci sono grandi manifestazioni contro il governo eletto dal parlamento e che il popolo non riconosce, contro le sentenze della Corte di Cassazione, contro il blocco dei conti in banca. I cittadini sono in subbuglio, rompono le vetrine delle banche e la polizia spara i lacrimogeni. Purtroppo non frequentiamo più la nostra sede (la Casa Molfetta, ndr) per paura di non poter tornare la sera a casa per lo stato d'assedio e il coprifuoco”. “C'è una parte dei nostri pensionati in Argentina che non ha un piatto caldo – ci spiega Antonio Caputo, responsabile dei rapporti con l'estero dell'Associazione molfettesi nel mondo –. Le condizioni sono leggermente migliori per chi riceve la pensione argentina, pari a circa 200 dollari, con i quali però non si può andare avanti a lungo. I più fortunati sono quelli che ricevono la pensione italiana, pari a circa 450 dollari, che permette loro condizioni di vita dignitose. Infine c'è anche chi riceve oltre alla pensione italiana, quella argentina, per loro non ci sono problemi”. È giunge proprio in questi ultimi giorni la notizia che due anziani baresi sono deceduti perché non potevano acquistare le medicine. Per andare a constatare direttamente la situazione e documentare le condizioni di vita il 23 febbraio partirà alla volta di Buenos Aires una delegazione dell'associazione, composta dal presidente Franco Pappagallo, da Antonio Caputo e da un consulente tecnico, il dott. Giovanni Mulinelli, che, a proprie spese, faranno visita ai nostri lontani concittadini. Oltre alla loro solidarietà cercheranno inoltre di portare una speranza ai molti giovani, figli o nipoti di molfettesi che sono in grave difficoltà per l'assenza di prospettive lavorative. Infatti, mentre sull'Argentina si prospetta una crescita economica da paese del terzo mondo, migliaia di discendenti italiani fanno lunghe file al consolato italiano nella speranza di ottenere la cittadinanza per lasciare al più presto il loro paese e tornare nella terra dei loro padri, con la speranza di trovare un lavoro. “Alcune ditte molfettesi ci hanno assicurato la loro disponibilità ad assumere giovani argentini e anche il settore della marineria ha bisogno di giovani braccia, senza parlare della forte richiesta che c'è nel nord del Paese di infermieri. Noi non andiamo a crear loro illusioni, ci sono possibilità concrete in questi settori in cui è diventato difficile reperire manodopera”, puntualizza Antonio Caputo. L'associazione molfettesi nel mondo ha attivato un conto corrente perché ha bisogno dell'aiuto di tutti i cittadini per sostenere il suo progetto. I versamenti potranno essere effettuati presso la Banca Antonveneta sull'apposito c/c n. 14713 “Progetto Argentina 2002” per far sì che la “bella favola della “Casa Molfetta” in Argentina non finisca. Fin'ora sono giunte poche sottoscrizioni. L'amministrazione non ha ancora stanziato dei fondi ma si è ripromessa di farlo nel prossimo esercizio di bilancio, intanto tutti i consiglieri comunali hanno devoluto, a sostegno dell'iniziativa, il valore di un gettone di presenza al consiglio. Si sono mossi anche i consiglieri regionali dei Ds, Mario Loizzo e Michele Ventricelli, con un'interrogazione urgente al presidente della giunta regionale Raffaele Fitto, per sapere quali iniziative di concerto con il governo italiano si vogliono mettere in campo per sostenere i nostri connazionali residenti in Argentina; se non ritenga opportuno definire all'interno della prossima legge di bilancio e all'interno delle risorse previste dalla legge regionale per le politiche migratorie, un'azione organica per rispondere alla situazione drammatica dei nostri corregionali; se, infine, non si ritenga opportuno inviare in loco una delegazione del consiglio regionale della Puglia, al fine di verificare con i nostri emigrati, la situazione e concordare con gli stessi le azioni più opportune. La solidarietà per i fratelli dell'Argentina non manca e tutte le iniziative in atto hanno lo scopo non solo di sostenere economicamente i molfettesi e i pugliesi che vivono in quel Paese, ma anche di dare loro un sostegno morale ed essere punto di riferimento nella drammatica situazione di quel Paese. Una solidarietà, insomma, non di facciata, ma reale. Michele de Sanctis jr.
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