Antonio Conte a Molfetta
Il campione della Juventus, attuale tecnico del Bari ha parlato durante la conferenza del Panathlon sul tema “Allenatore: Educatore e Tecnico”
MOLFETTA - Ad attendere Antonio Conte (in foto mentre festeggia uno dei suoi ultimi scudetti da giocatore della Juve) appassionati di calcio, ma soprattutto tanti tifosi della Juventus, la squadra che gli ha dato la possibilità di farsi conoscere e con la quale ha vinto 5 scudetti, 1 Champions League e 1 Coppa Intercontinentale, registrando 296 presenze in campionato e ben 28 gol personali. Il tecnico del Bari è arrivato a Molfetta con famiglia al seguito ( moglie e una splendida bambina di pochi mesi).
Ad organizzare l'incontro è stato il Panathlon di Molfetta, un movimento al servizio dello sport presente da più di trent'anni in città. Alla conferenza- dibattito oltre a Conte erano presenti, il responsabile del settore giovanile dell' A.S. Bari Dino Generoso, Gaetano Salvemini presidente dell'associazione allenatori, il presidente del Panathlon di Molfetta Nicolò de Robertis e il moderatore dell'incontro Antonio Spagnoletti, docente universitario di storia moderna.
Importanti e di stretta attualità i temi toccati durante la conferenza. Si è parlato di fair play, di tifo sano, pulito e costruttivo, ma anche di tifo violento e malsano, che non serve ne' allo sport , ne' ai tifosi stessi. Si è parlato dei settori giovanili delle squadre, molto più importanti delle prime squadre dove il binomio di allenatore come educatore e tecnico è molto più importante.
Conte ha parlato della difficoltà di essere allenatore in una squadra di calcio, nel saper comprendere i caratteri, le necessità, e i comportamenti di ogni singolo giocatore, e di saper agire e comportarsi con loro. “E' davvero difficile gestire uno spogliatoio, ogni giocatore è diverso dall'altro e spesso se si assumono comportamenti sbagliati si rischia di perderli. Cosa importante per un mister è farsi apprezzare prima di tutto come uomo e poi come tecnico” -ha detto Conte- “ma anche saper formare un gruppo unito. Alla base di tutto ci deve essere educazione e rispetto, sia da parte dell'allenatore che da parte della squadra”- ha precisato mister Conte.
La sua carriera da allenatore è iniziata da poco più di due anni, e le difficoltà non sono state poche. Prima di diventare vice-allenatore e poi allenatore, Antonio Conte, durante la sua carriera, ha indossato anche la fascia di capitano e questo l'ha aiutato molto quando ha deciso di diventare mister perché: “Il capitano di una squadra diventa il tramite dell'allenatore, quasi come un allenatore in campo”. Anche mister Salvemini arrivato a Molfetta appositamente per partecipare alla conferenza ha continuato sulla scia di Conte dicendo che importante è anche l'autorevolezza che un allenatore deve avere con la sua squadra, perché “in campo va chi merita e chi non merita resta in panchina se non in tribuna” ha detto Salvemini. L'incontro si è concluso con i saluti del presidente Panathlon Nicolò de Robertis e con la consegna del premio “Fair Play 2007” ad una società di volley femminile di Molfetta, alla “A.S.A.M. Pegaso '93 ”che si è contraddistinta per il rispetto mostrato in campo durante le competizioni sportive. Alla fine dell'incontro il presidente ha anticipato l'imminente consegna di un nuovo premio istituito quest'anno, il premio al giornalismo sportivo, intitolato alla memoria di uno sportivo molfettese, il calciatore Tonino Gioia.
Autore: Giovanni Angione