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Angelo Maddalena e il suo “Pani picca e libertà” ospite del festival di letteratura “Storie italiane” alla libreria Il Ghigno di Molfetta
09 luglio 2014

MOLFETTA - Angelo Maddalena è stato l’ospite d’eccezione del Festival di letteratura “Storie italiane” a cura della libreria il Ghigno di Molfetta. Quest’ anno la rassegna di eventi non sono solo dedicati agli incontri con gli scrittori ma anche ai musicisti, ai poeti delle anime.

Il cantastorie  è nato a Pietraperzia. E’ laureato in materie letterarie all’ Università Cattolica di Milano con 110/110.  Ha affrontato la tesi di laurea in etnologia discutendo degli aspetti culturali tra gli anni ’40 e gli anni ’90 del xx secolo. Nel 2003 ha scritto il suo primo romanzo di viaggio o reportage narrativo “Un po’ come Giufà”.
Angelo Maddalena è un artista di strada che ama esibirsi nelle piazze, nei centri sociali perché  si ritrova il profondo contatto tra le note musicali intrecciate con le parole e il calore del pubblico. Al riguardo, l’ artista ha esposto la difficoltà di suonare nelle piazze nella società di oggi perché è una realtà frenetica. C’è il caos, ci sono i rumori, ci vogliono i permessi e gli “incoraggiamenti” dei grandi produttori. Per il musicista che non ha una solida regia alle spalle ma è indipendente dal sistema non è semplice emergere nel panorama musicale e far ascoltare la propria arte, la propria originalità, la propria poesia.
L’ artista ha raccontato del suo ultimo lavoro musicale dal titolo “Pani Picca e libertà” ed è stato registrato a Castelsanvincenzo di Isernia. E’ un viaggio tra storie vere di ogni uomo e speranze. Nell’ album sono presenti canzoni che descrivono il rapporto di sogni, di passioni  per l’ amata. Non mancano le canzoni ironiche come “Misticaerotica” e “Non ho mangiato la torta di Claudia” in cui racconta dell’imprevedibilità e della grande difficoltà dell’ uomo di comprendere i sentimenti ballerini delle donne.
Oltre all’ ironia, il cantastorie ha suonato “La bambina  Notav”, un brano molto forte perché tratta una tematica importante per la nostra società. Le grandi opere inutili che si continuano a progettare e a creare solo per arricchire i soliti noti a discapito della bellezza della nostra terra è una grande piaga che si allarga a dismisura in Italia. Per combattere questo crescente fenomeno sono nati dei movimenti come i Notav che protestano contro le grandi opere ma purtroppo gli attivisti  vengono ripetutamente picchiati perché non ubbidiscono al potere e non accettano l’ indifferenza dell’ uomo dinanzi all’ ingiustizia sociale.
Angelo Maddalena ha raccontato in musica e in parole la bellezza e l’ orgoglio di essere uomini del Sud, legati fortemente alla propria terra e alle sfumature di questa realtà meravigliosa vittima di inganni. I profumi delle campagne e la vita semplice ispirano l’ artista nella composizione dei suoi testi.
“Mi scantu di jurnu di un pastore errante siciliano” e “Io vivo qui” sono canzoni in cui l’ artista esprime il desiderio di vivere lontano dalla confusione e dal delirio della città. Inoltre, si denota l’ importanza del rapporto uomo-natura. L’ uomo potrà ritrovare se stesso entrando in contatto con madre natura e solo allora sarà libero dalle convenzioni e dall’ omologazione.
“Sogno di un tempo che mi dia pace e ristoro anche se non voglio solo argento e oro non sogno di avere un appartamento in centro anche perché poi mi mancherebbe il vento il vento dell’ ascolto e dell’ immenso il vento delle contrade e le colline che sento”.
L’ incontro con il musicista si  è concluso con un meritato applauso di incoraggiamento per chi ama lavorare con l’ arte per passione,  per il desiderio di raccontare le proprie radici e il sapore della libertà di essere, di esprimersi.
Il Festival di letteratura “Storie italiane” continuerà a dar spazio agli artisti alternativi  che vivono all’ ombra dalla macchina che macina la musica commerciale. Non è mancato l’ augurio particolare per la  nostra comunità affinchè la buona arte possa circolare nelle nostre strade e nelle nostre realtà per svegliare le coscienze dal sonno profondo dell’ indifferenza.

© Riproduzione riservata

Autore: Maria del Rosso
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