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Aneb: aprile di cultura, poesia, salute e impegno sociale a Molfetta
07 aprile 2008

MOLFETTA - Letteratura, sanità, impegno sociale. L'Aneb (Associazione Nazionale Educatori Benemeriti) si fa in tre. Ad aprile l'associazione presieduta da Anna La Candia si farà promotrice di tre eventi dal notevole interesse intrinseco e soprattutto concernenti settori estremamente diversi. Si inizia mercoledì 9 aprile alle ore 18.15: presso il Centro Sociale “Don Tonino Bello” (Parrocchia San Pio X) la prof. Maria Germinario Calzi (foto) discetterà sull'Infinito leopardiano, definito “un inno di religione laica”. La settimana successiva, mercoledì 16 aprile alle 18.15, nel medesimo centro sociale, il Dr. Gaetano Campo parlerà del rischio cardiovascolare, sottolineandone le modalità preventive e affermando a necessità di seguire uno stile di vita adeguato. Lunedì 21 aprile, infine, (stesso luogo, ore 18.30) sarà il turno del volontariato. “Quale carcere? Esperienze di volontariato. Progetti, istituzioni” sarà il tema delle relazioni di Anna Maria Azzarita, volontaria presso il Carcere di Trani, Maria Carmela de Gioia, referente del progetto europeo V.I.P., e di Mirella Malcangi, assistente sociale presso il Carcere di Trani. Un mese all'insegna della poliedricità e del multiforme aspetto della cultura, in coerenza con gli ideali da sempre fatti proprio dall'ANEB. Primo dei tre argomenti, dunque, l'Infinito di Giacomo Leopardi, poeta massimo della letteratura italiana, straordinario interprete di un secolo di grandi rivolgimenti politici e sociali in ambito nazionale e internazionale. Notevoli gli spunti di riflessione che l'Infinito offre, dal punto di vista letterario e sociale. A partire dal concetto, tipico del pensatore recanatese, che l'immaginazione deve infrangere le barriere del reale, oltrepassare gli argini della materia per toccare mondi ulteriori, le sfere dell'oltre, laddove solo gli occhi della mente possono arrivare. Una siepe, un muro, un ostacolo qualunque non sono impedimenti, nell'ottica dell'autore dello “Zibaldone”, ma fortunose occasioni di riscatto. Il poeta, lungi dall'arrendersi dinanzi alla barriera, la sorvola, e viaggia lontano, nella zona eletta dell'immaginazione (in questo senso assurta a vera realtà), irrefrenabile. Il disincanto, lungi dal farsi pessimismo, scevro di qualunque intento nichilistico (Leopardi non fu filosofo, nel senso scientifico della parola, a dispetto delle teorie di molti manuali), diventa punto di svolta per una visione autentica della vita, slancio entusiastico e decisivo verso ciò che, a prima vista, non è. E così il poeta disperato diventa privilegiato, laddove, però, disperazione e privilegio costituiscono le stesse facce di un'unica medaglia.
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