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Ancora bugie dal sen. Azzollini, che vuole portare Molfetta indietro di 20 anni
18 febbraio 2015

MOLFETTABugie, bugie, bugie… non cambi mai, non cambi mai, non cambi mai… Parafrasando la canzone “Parole” di Mina, con il Festival di Sanremo appena terminato e in omaggio ai consiglieri comunali di centrodestra che prediligono le canzonette agli argomenti in consiglio comunale, ci sembra questa la sintesi più completa dell’ultimo intervento del sen. Antonio Azzollini del Nuovo centrodestra (ma qualcuno lo dà in viaggio verso Forza Italia, che forse, ora trova più conveniente nelle sue note migrazioni politiche, tutte opportuniste).

Così Azzollini, dopo mesi di silenzio, dovuto soprattutto alla situazione interna al centrodestra, dove i giovani, ma anche altri ex fedelissimi, come lo sconfitto candidato sindaco Ninnì Camporeale, lo avevano abbandonato, riprende (con quattro gatti, il dott. Roselli, la Minuto e un carneade di nome Tatulli, unici rimasti nelle sue fila), i suoi vecchi cavalli di battaglia, già ampiamente bocciati dai cittadini, per mettere insieme una improbabile opposizione, con altrettante improbabili proposte. Mentre su Facebook già impazzano le caricature su queste proposte che se non fossero folli, sarebbero ridicole.

Stiamo parlando delle richieste di abbandonare la provincia di Bari, o meglio la Città Metropolitana per emigrare in quella della Bat e l’altra di non aderire all’Autorità portuale del Levante.
“Quindici” fedele al suo motto: “Quello che gli altri non dicono”, vi racconta ora la verità su questi temi, non limitandosi a pubblicare il comunicato stampa del senatore. Abituati a ragionare con la nostra testa e soprattutto a raccontare la verità dei fatti, per evitare che venga diffusa solo un’informazione pilotata e manipolata, come giornalisti abbiamo anche l’obbligo di ricordare ai cittadini di Molfetta, l’altra folle proposta di Azzollini di qualche tempo fa: aderire alla provincia di Foggia. Ma cosa c’è dietro? Non le bugie del senatore, che cerca di convincere pochi allocchi che con l’adesione alla città metropolitana, Molfetta diventerebbe mera periferia degradata di Bari, ma interessi elettorali dello stesso parlamentare.

Pochi elementi per aprire gli occhi ai cittadini sulle bugie (macroscopiche) dell’ex sindaco Azzollini, che gli stanno già facendo crescere il naso come Pinocchio:

  1. Molfetta nella Bat sarebbe veramente la cenerentola, tenuto conto della rivalità che da sempre caratterizza le città di Barletta, Trani e Andria, al punto che non hanno trovato nemmeno l’accordo su una sola città da elevare a provincia e, caso unico in Italia, hanno fatto nascere, una provincia divisa in tre. E poi c’è Bisceglie che da sempre rivendica un ruolo di primo piano nella Bat, al punto che il sindaco Spina, si è fatto eleggere anche presidente della provincia. Poi arriveremmo noi e ci darebbero tutto quello che hanno già faticosamente diviso fra loro? Azzollini vuole offendere l’intelligenza dei cittadini, credendo di essere il più furbo di tutti, mentre gli altri sono imbecilli?
  2. La nostra città non ha nulla in comune con quelle della Bat, mentre condivide molte caratteristiche, ante territoriali ed economiche, con l’area metropolitana.
  3. Che senso ha parlare ancora di adesioni alle Province, quando queste sono già in via di liquidazione?
  4. Azzollini non dice che l’area metropolitana è stata realizzata dal governo del quale il suo partito fa parte? Quindi se questo nuovo organismo ha poteri e competenze invasive per i sindaci, perché l’ha votato?
  5. Parla di democrazia, quando lui in 10 anni di governo a Molfetta, l’ha sempre bistrattata e dimostra tuttora una mancanza di rispetto dei ruoli istituzionali e costituzionali democratici e la disonora nei suoi comportamenti locali. Continua così a mostrare un doppio volto, quello perbenista a Roma e quello da tiranno a Molfetta, al punto che i suoi ex amici non vogliono nemmeno sentire pronunciare il suo nome
  6. Sostiene che lasciare Molfetta nella città metropolitana significherebbe lasciala fuori da tutti i processi decisionali. E’ vero il contrario, come ha dimostrato durante la sua gestione della città e del porto, isolando completamente la città dal contesto provinciale, regionale e nazionale.
  7. Esisterebbe a suo parere un patto per svendere Molfetta? E quali altri patti starebbero dietro alla Bat e al porto? Patti elettorali o politici, visto l’interesse trasversale con aziende legate al Pd?
A queste domande dovrebbe rispondere Azzollini, abbia il coraggio di confrontarsi in una conferenza stampa (si faccia spiegare il significato, visto che in passato l’ha sempre ignorato e lo ignora tuttora), non scelga platee amiche o giornalisti disponibili a fare copia e incolla delle sue veline.

Spieghi ai cittadini perché il porto si trova sotto sequestro della magistratura dopo il noto scandalo che ha rovinato l’immagine di Molfetta. Spieghi quali vantaggi avrebbe se continuasse a restare isolato, come era prima. “Un’opera da condurre in porto”, quale quella di imprenditori privati amici, che farebbero il proprio interesse e non quello della città e della sua economia? Meglio che sia un ente pubblico a gestire il porto e non un privato interessato.

Ora, dopo aver fatto il pieno di bugie, continuando a prendere in giro i cittadini e anche i suoi amici, che non gli credono più e lo hanno abbandonato, se ne torni a Roma, visto che Molfetta non l’ha mai amata, facendo il sindaco del week-end, il peggiore del dopoguerra, e lasciando una città disastrata anche economicamente, che ora a stento sta cercando di riemergere dalla melma, anche di immagine, dopo scandali e arresti, nella quale era precipitata.

Questo chiedono i cittadini, non un referendum berlusconiani sulle sue folli proposte. I cittadini oggi chiedono di andare avanti, anche faticosamente, ma giammai di tornare indietro: un film già visto, e il cui prezzo Molfetta sta ancora pagando.

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