Anche la Pigotta Unicef pagherà lo scotto della crisi?
Era questa la preoccupazione e il timore delle volontarie del gruppo Unicef di Molfetta che da 13 anni sono impegnate nella realizzazione delle famose bamboline. Ma, grazie al Cielo, la crisi non ha intaccato la solidarietà! Tra le tante cattive notizie che i vari TG ci propinano ogni giorno si sente il bisogno di buone novelle. Si dovrebbe istituire il TG delle buone notizie. Perché se è vero che fa più rumore un albero che cade che una intera foresta che respira è anche vero che il seme della generosità non è ancora morto e mai morirà! Il Problema è che la bontà non fa notizia, la generosità di persone che ci vengono a trovare nei nostri banchetti determinate ad adottare le Pigotte, che si informano su Internet sulle date e luoghi di vendita, ci commuove e ci incoraggia a continuare. Non sono mancati i curiosi che si sono avvicinati ma che si sono allontanati di fronte alla richiesta della quota necessaria per l’adozione; quota che serve per salvare la vita di un bambino vero. C’è da dire che forse non viene considerato l’impegno e il lavoro che richiede tempo, amore e buona volontà! Ogni anno c’è qualche buona persona che vuole collaborare con entusiasmo, ma quando si rende conto del tempo e dell’impegno richiesto si ritira in buon ordine. Dietro ogni bambola di pezza c’è un lungo lavoro che inizia dalla cucitura delle sagomine, dal riempimento delle stesse con l’ovatta idonea, dalla impuntura della testa per l’installazione della lana per i capelli,senza dimenticare la sfilatura di maglioni per ricavare lana riccia, dal disegno e coloritura dei lineamenti del viso che richiede una abilità non indifferente, per non parlare dei vestitini che necessitano di una cura incredibile a causa delle piccole dimensioni, alla confezione dei piccoli mutandoni con merletti... per finire alle scarpette. Tutto questo lavoro non ha prezzo e va ben oltre l’offerta richiesta per adottare queste deliziose bambole che come ormai tutti sanno salva per davvero la vita di un bambino fornendo un Kit completo (vaccinazioni, vitamine, sali minerali, zanzariera con insetticida per le zanzare). Certo tutto questo è noto se tante persone sensibili e generose (di cui qualcuno disoccupato) sono accorse ad adottare le Pigotte nei giorni 17e 18 dicembre e il 4 gennaio presso l’ipermercato Mongolfiera. Anche questa volta l’Unicef ha fornito anche piccoli oggetti come orsetti e bamboline portachiavi macchinine, shoppers, colori ecc. per andare incontro a chi voleva dare una offerta piccola. Il totale dei fondi raccolti ha raggiunto la cifra di 1.400 euro e questo ci ha consentito di salvare da morte certa 70 bambini … e questo non è poco! Certo si può e si deve fare di più considerando che ogni giorno nel mondo muoiono 22.000 bambini sotto i 5 anni per cause che si possono prevenire e curare con pochi centesimi. E’ questa la battaglia che l’Unicef sta conducendo da oltre 50 anni, ponendosi come meta ambiziosa quella di: “Ridurre sempre di più questo numero fino ad arrivare allo 0 nel 2015”. Ci riusciremo? Noi volontarie del gruppo Unicef Molfetta ce lo auguriamo di cuore, ma (almeno noi) siamo troppo poche e avremmo bisogno di aiuto! Chi volesse essere così generoso o generosa da darci sostegno può contattare il Comitato provinciale sito in via Nicolai, 9 Bari tel. 0805235482 fax 0805235482 che vi darà indicazioni su come mettersi in contatto con noi. Ne approfittiamo per ringraziare l’Ipermercato La Mongolfiera che ci ospita da diversi anni, le volontarie del Masci Duomo che anche quest’anno ci hanno dato un grande aiuto, ringraziamo la nostra cara nonna Antonella che ci fornisce sempre tanti vestitini meravigliosi fatti a ferri, ringraziamo le mamme del 3° Circolo Didattico S.G.Bosco che si sono divertite a creare con fantasia tante simpatiche Pigotte, un grazie di cuore alle volontarie che ci aiutano nei banchetti Unicef... ma un grazie speciale va alle volontarie “anziane per bontà” che da 13 anni con perseveranza danno il loro costante contributo nel più perfetto anonimato mettendoci il cuore nel loro lavoro.