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Amministrative a Molfetta, il candidato della Sinistra Gianni Porta difende la sanità pubblica
11 maggio 2017

MOLFETTA – Il candidato sindaco della Sinistra alle elezioni amministrative di giungo, Gianni Porta, interviene in difesa della sanità pubblica: «Per anni ci hanno detto che bisognava tagliare la spesa pubblica, hanno ridotto i trasferimenti agli Enti locali, hanno costretto le Regioni a piani di riordino ospedaliero, hanno spiegato che lo chiedeva l’Europa.

Per anni centrodestra e Partito democratico hanno difeso e attuato queste scelte contro il popolo.

Per anni la sinistra ha spiegato che così si tagliavano i diritti, soprattutto dei più deboli e non si assicurava il diritto alla salute.

Oggi assistiamo agli interventi dei candidati sindaco di centrodestra e del Partito democratico che ipocritamente dicono di voler difendere la sanità e l’ospedale di Molfetta.
Intanto il governatore Emiliano - che appoggia Tommaso Minervini - ha deciso di tagliare i reparti di urologia e cardiologia, diminuire i posti letto, declassare l’ospedale di Molfetta, rinviare senza impegni precisi la costruzione di un nuovo ospedale al servizio dell’area nordbarese.
Intanto il centrodestra con Isa De Bari si riscopre “magicamente” in campagna elettorale a difesa della sanità pubblica dopo anni di elogio dei privati.
Tutti che promettono di salvare l’ospedale senza finora aver mosso un dito nelle sedi competenti cioè in Regione, tutti che prendono impegni a parole, magari dopo aver appoggiato Emiliano soltanto due anni fa alle elezioni regionali. Senza impegnarsi a chiedere nelle sedi opportune la revisione della delibera di approvazione del Piano di riordino che ad oggi è esecutiva.

E intanto le liste d’attesa si allungano scandalosamente, mantenendo in piedi la vergogna del doppio canale “intra moenia” ed “extra moenia”. Chiedi la prestazione pubblica? Attendi sei mesi se tutto va bene... Puoi pagare? Allora anche tra sei giorni a pagamento…

Noi crediamo, invece, che la prossima Amministrazione comunale debba avere obiettivi chiari e semplici:

- Battersi in tutte le sedi istituzionali e con ogni mezzo politico per far rimanere qui tutti i reparti fino a quando non sarà pronto il nuovo ospedale adriatico, per non penalizzare un bacino di 100.000 abitanti.

- Chiedere il potenziamento del Poliambulatorio (personale, macchinari, orari) e una sede più adeguata per il Cup, adoperandosi se possibile per il trasferimento in altra sede meno periferica, per evitare disagi incredibili ai cittadini che devono recarsi in ospedale per una prenotazione.

- Sostenere l’impegno dei comitati, delle associazioni, dei gruppi e delle realtà come il Tribunale per i diritti del malato, che operano nella denuncia dei disservizi e per la difesa della sanità pubblica.

Crediamo che questa sia la strada giusta perché venga assicurato il diritto alla salute. Su questo ci impegniamo senza sconti».

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