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Alle Ecclesiadi il calcio a 5 si chiama Santa Famiglia San Gennaro ancora battuta nella finalissima di calcetto: l'oro va ai ruvesi
17 giugno 2010

MOLFETTA – Dopo settimane in cui si era parlato di una meravigliosa accoppiata calcio-calcetto sotto il cielo celeste di San Gennaro, sono invece i giallorossi della Santa Famiglia di Ruvo a cogliere un altrettanto importante e storico “double” del futsal: dopo le ragazze, anche i boys ruvesi trionfano nel calcio a 5, nella finale più attesa e più bella che si potesse immaginare. Sembra essere un torneo maledetto per San Gennaro, sconfitto nella seconda finale consecutiva: si chiude per i “gennarini” una Ecclesiade trionfale, con il primo posto in graduatoria, l’oro nel calcio (tra gli altri), ma un pizzico di amarezza per il secondo tonfo in due anni nel calcetto. Decisivo, all’ultimo respiro, un gol quasi impossibile segnato da Di Bisceglie, un attimo dopo il sospirato pareggio, raggiunto per di più in inferiorità numerica, da Lorenzo Murolo. Incredibile anche solo pensarlo, un copione così.

CHE AVVIO – Quanto la partita fosse sentita lo diceva la cornice di pubblico, la carica dei ragazzi di San Gennaro, per nulla appagati dall’oro del Petrone di una settimana fa, cui rispondeva la serenità consapevole degli uomini in giallorosso. Sugli spalti anche i due parroci, con l’esodo di ruvesi e molfettesi in quel di Giovinazzo.
San Gennaro inizia con Squeo (al rientro tra i pali dopo sfortunate vicissitudini legate anche a un infortunio), Minervini, Murolo, Murolo e Bravo, mentre il quintetto base della Santa Famiglia è Schiavone-Di Bisceglie-D’Amato-Nicola Turturo-De Leo.
L’inizio dei celesti è devastante, i ragazzi molfettesi sono determinati a mettere le cose in chiaro, con un Bravo che, dopo il “golaso” decisivo nel calcio a 11, sale sulla cattedra anche nel calcetto: al primo minuto gol da posizione defilatissimo, in diagonale, sul primo palo, e un minuto dopo Bravo si ripete, in fotocopia, dall’altro versante. Su entrambe le conclusioni, Schiavone non appare indenne da colpe: è comunque un uno-due terrificante, 2-0 dopo due minuti, che spezzerebbe le gambe a chiunque, ma non alla Santa Famiglia, la cui reazione, prima con le conclusioni di D’Amato, poi di De Leo, culmina con il gol, sugli sviluppi di un fallo laterale, di Turturo, che riduce le distanze, al 6’.

E’ la solita San Gennaro a corrente alternata: se limasse queste lunghe pause, queste assenze dalla partita, diventerebbe imbattibile per chiunque. Ma la pausa c’è, e la Santa Famiglia prende campo, prende l’iniziativa e non la lascerà più: D’Amato, il più talentuoso dei suoi, manca la deviazione di tacco sotto porta, poi tre ripetuti miracoli di Squeo, sanciscono un momento esaltante per lui, ma soprattutto la grave difficoltà di San Gennaro. Iniziano le prime tensioni in campo perché la fase è delicata: è bravo Schiavone su Agostino Murolo, poi ci prova Bravo, con una grande incursione, mentre Lorenzo Murolo sembra sotto tono. Un tre contro due, grave in una finale di questa portata, conduce al gol di capitan Turturo: è il pareggio, e, così come in semifinale, San Gennaro viene ripresa, dopo essere stata in vantaggio di due o tre gol, in chiusura di tempo. Può non essere un caso.

Ma è indemoniato Bravo, che con un numero incredibile serve Murolo in area, senza esito. Spreca troppo, invece, allo scadere, la Santa Famiglia: all’ultimo, De Leo calcia fuori un tiro libero, ma poco prima era stato letteralmente sconcertante il palo, a porta vuota e da due passi, di Fiore: sul 2-2, rischia di essere un errore pesantissimo.

CAMBIA TUTTO – Si richiude addirittura negli spogliatoi, durante l’intervallo, S.Gennaro, per capire il perché si sia riaperta una finale che dopo due minuti sembrava in cassaforte. I risultati si vedono eccome, perché, così come nel primo tempo, i celesti colpiscono, di nuovo con il solito Brav…issimo, pronti-via: San Gennaro è spietata nei momenti “freddi” della gara, e torna di nuovo in vantaggio. De Leo risponde lambendo l’incrocio dei pali, poi Squeo deve fare gli straordinari due volte, la seconda su punizione degli avversari. Può essere decisiva, invece, la conclusione di Sgherza, ma in parte Schiavone in parte il palo dicono no a un gol, quello del possibile 4-2, che forse avrebbe dato l’oro a San Gennaro.
E’ però il momento dell’ uno-due da k.o., stavolta per la Santa Famiglia: all’ 11’ Turturo la mette da una distanza considerevole, poi ancora lui, dopo una spettacolare discesa, infila sotto le gambe Squeo, da 9 fino a quel momento, ma che in questo caso compie una incertezza di cui la sua espressione in viso tradisce la consapevolezza. E’ ancora un doppio gol in 2 minuti, è di nuovo una doppietta realizzata dallo stesso giocatore, ma stavolta a fare festa sono i giallorossi.

San Gennaro accusa il colpo dell’essere passata dal vantaggio allo svantaggio in due minuti: ne nasce un finale nervoso, e dato che nelle finali di calcio a 5 delle Ecclesiadi, a quanto pare, i gennarini sembrano consacrati alla sofferenza, su una sciocchezza dovuta alla tensione continua degli ultimi minuti, viene espulso il giovane Agostino Murolo, che mette le mani in faccia a un avversario.
Ma dietro l’angolo, nonostante l’inferiorità numerica, c’è il gol splendido di Lorenzo Murolo, uno dei suoi, con movimento ad accentrarsi e tiro ad incorciare: al primo minuto di recupero, sembra un segno del destino, che stavolta la buona stella, dopo una finale giocata così così, è per San Gennaro. Ma dura un battito di ciglia il boato della torcida molfettese: perché neanche il tempo di tornare nell’altra metà campo e, forse da terra, forse no, Di Bisceglie trova un gol incredibile, in maniera incredibile, in un momento incredibile: un tiro su cui Squeo non può far nulla, è il tiro che vale l’oro per i ruvesi.

Non servono gli ultimi secondi, non serve la ritrovata parità numerica: finisce così, due triplette, ma l’eroe è Di Bisceglie, a petto nudo sotto i suoi tifosi. Che cantano tutti, bevono tutti, come in quel coro, ma stavolta sono giallorossi. Per un trionfo partito da molto lontano, da un esordio con 12 gol, e poi sempre così, macinando gioco e avversari. Neanche la San Gennaro campione della Ecclesiadi 2010, la San Gennaro oro del calcio, la San Gennaro per due anni, e fino a ieri sera, platonicamente riconosciuta la più forte del calcetto, ci ha potuto far nulla: i più forti, i campioni, sono ruvesi. Le ragazze avevano dato il la, gli uomini il verdetto più sentito e più importante: alle Ecclesiadi il calcio a 5 si chiama Santa Famiglia.


SAN GENNARO (M) – SANTA FAMIGLIA (R) 3-4 (Bravo 3, Turturo N. 3, Di Bisceglie )

S.GENNARO: 1 Squeo (7), 3 Tempesta (s.v.), 4 Minervini (6), 5 Sgherza (6), 6 Pansini (s.v.), 7 Murolo A. (5), 8 Murolo L. (6,5), 10 Bravo (7,5)
SANTA FAMIGLIA: 1 Schiavone (5,5), 6 Turturo R. (s.v.), 7 Di Bisceglie (7), 8 Fiore (5,5), 13 D’Amato (6,5), 15 Turturo N.(7,5), 18 De Leo (6)

Arbitri: Gentile, Minervini

Autore: Vincenzo Azzollini
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Dedicato alla Curva di San Gennaro. Dove avete lasciato ZAZA'??? Era la festa di San Gennaro, quanta folla per la via... Con Zazá, compagna mia, me ne andai a passeggiá. C'era la banda di Pignataro che suonava il "Parsifallo" e il maestro, sul piedistallo, ci faceva deliziá... Nel momento culminante del finale travolgente, 'mmiez'a tutta chella gente, se fumarono a Zazá!... Dove sta Zazá?! Uh, Madonna mia... Come fa Zazá, senza Isaia?... Pare, pare, Zazá, che t'ho perduta, ahimé! Chi ha truvato a Zazá ca mm''a purtasse a me... Jámmola a truvá... sù, facciamo presto.. Jámmola a incontrá con la banda in testa... Uh, Zazá! Uh, Zazá! Uh, Zazá! tuttuquante aîmm'a strillá: Zazá, Zazá, Isaia sta ccá! Isaia sta ccá! Isaia sta ccá!... Zazá, Zazá, za-za-za-za, comm'aggi 'a fá pe' te truvá?! I', senza te, nun pozzo stá... Zazá, Zazá, za-za-za-za.... Za-za-za-za-za-za-zá... Era la festa di San Gennaro, ll'anno appresso cante e suone... bancarelle e prucessione... chi se pò dimenticá!? C'era la banda di Pignataro, centinaia di bancarelle di torrone e di nocelle che facevano 'ncantá. Come allora quel viavai, ritornò per quella via... Ritornò pure Isaia, sempre in cerca di Zazá... Dove sta Zazá? Uh! Madonna mia... Come fa Zazá, senza Isaia? Pare pare, Zazá che t'ho perduta, ahimé! Chi ha truvato a Zazá, ca mm''a purtasse a me... Se non troverò lei, ch'è tanto bella, mm'accontenterò 'e trová 'a sorella... T'amerò, t'amerò, t'amerò, pure a lei glielo dirò che t'amerò: T'amerò, Zazá! T'amerò, Zazá! T'amerò, Zazá! Zazá, Zazá, za-za-za-za... che t'amerò ll'aggi''a cuntá.. Con tua sorella aggi''a sfugá... Zazá, Zazá, za-za-za-za... Zazá, Zazá, za-za-za-za... comm'aggi''a fá pe' te truvá?! I', senza te, nun pòzzo stá! Zazá, Zazá, za-za-za-za-za... Za-za-za-za-za-za-


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