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Allarme sicurezza a Molfetta, atto intimidatorio verso il comandante della P.M.: rotti i vetri della sua vettura La solidarietà del Pdl, ma non quella del sindaco e dell'amministrazione comunale
17 novembre 2011

MOLFETTA - Allarme sicurezza: nuovo attentato intimidatorio nei confronti del comandante della polizia municipale cap. Giuseppe Gadaleta (foto). Ieri alcuni sconosciuti hanno infranto i vetri della sua vettura personale. Qualche giorno prima erano stati danneggiati i paraurti della stessa auto e l’ufficiale della P.M. aveva pensato a qualche inesperta manovra di parcheggio.  Ora dopo questo atto dimostrativo, ha avuto la conferma che qualcuno non tollera le azioni a favore della legalità che sta portando avanti da tempo, senza preoccuparsi di minacce o intimidazioni. Ricordiamo che già nel 2006 il comandante ricevette un proiettile.

Nell’esprimere solidarietà al comandante Gadaleta, Quindici rilancia l’allarme sicurezza a Molfetta, invitando in primis il sindaco Antonio Azzollini e l’amministrazione comunale non solo ad esprimere solidarietà, ma a mettere in atto un’inversione di tendenza rispetto a quanto è avvenuto finora con la tolleranza e la legalizzazione dell’illegalità.
La città non può continuare in questa situazione che col tempo potrebbe degenerare: da tempo si è lasciato spazio al proliferare dell’illegalità e ora c’è il rischio che essa possa divenire incontrollabile, soprattutto ad opera di soggetti criminali che, vista l’impunità, aumentino il loro controllo del territorio, colpendo chi cerca di ostacolarli.
Cosa risponde il sindaco Azzollini in proposito? Continua a mantenere un silenzio che potrebbe essere considerato colpevole? I cittadini chiedono sicurezza e lui pensa solo ai problemi del porto che non verrà, sottraendo risorse preziose al territorio, risorse che potrebbero essere spese in modo più utile e fruttifero per la città.
Ne parliamo nel prossimo numero della rivista “Quindici” in edicola fra qualche giorno, ponendo interrogativi anche sul doppio incarico del sindaco, ormai incompatibile, anche se Azzollini non risponde e tenta di aggirare la legge che gli impone le dimissioni, dopo la sentenza della Corte Costituzionale (che, lo ricordiamo per chi non è molto avvezzo con questi argomenti, è il massimo organo giuridico del Paese, e le cui sentenze non possono essere appellate, ma vanno applicate, pena una violazione della Costituzione, prima legge dello Stato).
Il sindaco non può rendere conto del suo operato solo a se stesso, ma deve rispondere alla città che chiede risposte concrete non solo sul problema della sicurezza, ma anche del disagio sociale complessivo che si vive in città, non solo sul piano del lavoro, ma anche su quello della pulizia, della riduzione della democrazia partecipativa, della qualità della vita, che è divenuta pessima.
 
Dopo l'atto intimidatorio è mancata la solidarietà del sindaco e dell'amministrazione comunale, ma è arrivata quella di Pasquale Mancini coordinatore del Pdl: "Polizia Municipale e Forze dell'Ordine lavorano quotidianamente per assicurare ai cittadini molfettesi una qualità della sicurezza sempre crescente.
Lo fanno con risultati assolutamente apprezzabili come dimostra - per quanto possa sembrare assurdo - proprio la ritorsione subita dal Comandante della PM dott. Giuseppe Gadaleta. Gli esprimiamo per questo totale solidarietà. Vicinanza reale: senza se, senza ma e senza strumentalizzazioni".
 
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