Allarme punteruolo rosso a rischio le nostre palme
In città è allarme punteruolo rosso. Dopo le circa 30 palme secolari abbattute nello scorso anno solo nel territorio cittadino, altri dieci esemplari sono prossimi all'abbattimento. Un vero e proprio killer il Rhynchophorus ferrugineus, meglio conosciuto con il nome di Punteruolo rosso, un coleottero di colore marrone chiaro originario dell'Asia meridionale estremamente dannoso per le palme. Un vero osso duro tanto da poter volare fino ad un chilometro di distanza senza fermarsi. Il coleottero è diventato “famoso” dalle nostre parti, circa un anno fa, quando in piazza Aldo Moro, nei pressi della stazione ferroviaria, fu abbattuto il primo esemplare di palma completamente infestata. Da lì è partita l'ecatombe del patrimonio arboreo cittadino, fino ad oggi non ancora conclusa. Intanto il Nucleo Ambientale di Polizia Municipale continua a notificare le ordinanze di abbattimento, sia in aree pubbliche che private, contando giorno dopo giorno i numeri di una vera e propria strage ai danni del patrimonio storico vegetativo della nostra città. All'epoca dei fatti, dopo l'abbattimento della prima palma, il sindaco Antonio Azzollini diede il via libera ad una task force comunale, coordinata dal tenente Gaetano Camporeale del Nucleo Ambientale della Polizia Municipale, al fine di monitorare l'intero territorio cittadino e produrre una completa mappatura delle aree eventualmente infestate. Quando si accertò il primo caso di Punteruolo rosso a Molfetta, già in tutta la Regione Puglia era scattato l'allarme e responsabili dell'Ufficio Fitosanitario dell'assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia e alcuni tecnici della Facoltà di Agraria dell'Università di Bari furono mobilitati. «Purtroppo non c'è nessun rimedio – spiega a Quindici il ten. Gaetano Camporeale – l'unica soluzione è il continuo e periodico monitoraggio delle palme cittadine, con l'aiuto dell'ufficio tecnico comunale e dell'azienda Multiservizi per scongiurare il rischio di caduta, serio pericolo per la pubblica incolumità. Una volta che la pianta è stata colpita dal punteruolo rosso, non resta altro da fare che abbatterla prima che essa, svuotata dal coleottero, possa cascare al suolo. I danni causati dal punteruolo rosso sono visibili solo in una fase avanzata dell'infestazione, i sintomi esteriori si evidenziano attraverso l'anomalo portamento della chioma degli alberi di palma, che assume la particolare forma cascante dall'aspetto simile a un ombrello aperto». In altri Comuni italiani, anch'essi in emergenza per il cospicuo attacco da parte del punteruolo rosso hanno effettuato trattamenti sia biologici che chimici. L'amministrazione si è attivata in tal senso o limitate il vostro intervento all'abbattimento della palma quando ormai non c'è più nulla da fare? «I trattamenti esistono. Sono costituiti da trappole al ferormone, applicate tra il fogliame della pianta, ma la loro efficacia è limitata spesso i risultati sono minimi. La loro efficacia non è per niente dimostrata. Al momento non si conosce un prodotto capace di debellare il parassita. Per arginare il problema si può intervenire coprendo e legando le chiome degli alberi con dei teli per evitare che il coleottero passi da una pianta all'altra, ma spesso tutto questo è inutile». Dal Comune sono stati stanziati fondi specifici per l'emergenza punteruolo rosso, in modo da poter almeno arginare il problema? «Al momento no, ma – continua Camporeale – posso confermare che siamo l'unica città della Provincia che sta prendendo provvedimenti in tal senso. Le altre città limitrofe, al momento non si sono ancora preoccupate del problema, non perchè questo non si sia presentato, anzi. Noi cerchiamo di intervenire nel nostro territorio di competenza, anche se un'azione congiunta tra le città vicine avrebbe potuto fruttare risultati migliori. A noi interessa l'incolumità dei cittadini, e non possiamo far finta che il problema non esista ». Avete riscontrato alcun attacco del coleottero sulle palme situate lungo la Banchina San Domenico? «Dai monitoraggi periodici effettuati dall'esperto dell'ufficio tecnico comunale, non è stato riscontrato alcun attacco del punteruolo su quelle palme, forse – prosegue Camporeale – perchè si trovano vicino al mare, al contrario della maggior parte delle palme abbattute, situate più nell'entroterra». Pensa che le palme che finora non sono state colpite possano fare la stessa fine di quelle ormai abbattute? «Spero proprio di no». Intanto non ci resta che sperare nella scoperta di un rimedio utile e soprattutto con risultati efficaci in modo da poter salvare il patrimonio secolare delle palme cittadine. Sempre se palme da salvare ce ne saranno ancora.
Autore: Giovanni Angione