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Alla scuola Valente piove nelle aule. Storia di colpevoli ritardi del Comune
15 novembre 2008

Il viaggio della speranza per una scuola che non affondi nelle acque piovane e nel dimenticatoio continua per Giuseppe Spadavecchia, membro del Consiglio del quinto circolo didattico “Rosaria Scardigno” di Molfetta. Nonostante la bella giornata di sole giochi a nostro favore, muniti di ombrello, abbiamo incontrato Spadavecchia nell'androne della scuola “Vincenzo Valente”, sede di numerosi classi elementari del quinto circolo didattico e con lui iniziamo col visitare la biblioteca mentre ci spiega il caso: il plesso necessita di lavori di manutenzione che, lo stesso Spadavecchia ebbe modo di comunicare, lo scorso anno, ai tecnici dell'ufficio preposto dal Comune. Sebbene molti dei lavori necessari erano coperti dalla garanzia decennale prevista nella gara di appalto del lavoro svolto in precedenza, dopo diverse settimane Spadavecchia fu costretto a ritornare dai tecnici del Comune per chiedere spiegazioni circa il mancato intervento manutentivo. Dopo un sopralluogo con i tecnici comunali, gli fu promesso che dopo le vacanze natalizie il problema sarebbe stato risolto. Al rientro, dopo la Befana, neanche quest'ultima era stata benevola con i bambini nel far trovar loro una scuola nelle cui aule fosse scongiurato il rischio di pioggia e, come una profezia che si auto-adempie, venne il giorno che piovve a tal punto che l'acqua iniziò a lambire le plafoniere di illuminazione di un'aula dove si svolgeva regolare lezione. I bambini, come previsto dalle norme per la sicurezza, furono portati tempestivamente in un'altra aula più sicura in modo da assicurare la ripresa delle lezioni. Spadavecchia tornò per l'ennesima volta, più adirato delle precedenti visite, dal geometra comunale responsabile delle manutenzioni scolastiche e facendogli presente le responsabilità alle quali, in caso di incidenti dovuti alle mancate manutenzioni, avrebbero risposto, ricevette la promessa dell'inizio dei lavori in estate in quanto le opere risultavano essere più impegnative rispetto al previsto. «Sono pochi coloro che, ad oggi, potrebbero immaginare una fine della storia diversa da quella reale, ma l'aspetto che più mi preme - spiega Giuseppe Spadavecchia - è evidenziare la mancanza del criterio del “buon padre di famiglia” che secondo i più elementari testi di diritto pubblico dovrebbe caratterizzare l'azione della pubblica amministrazione. Quando il collega di partito del nostro sindaco/senatore, il ministro Renato Brunetta parla di inefficienza della pubblica amministrazione, più che generalizzare sui dipendenti pubblici, dovrebbe (Max Weber alla mano) puntare al ripristino della Burocrazia utile al cittadino e doverosa nei confronti del bene collettivo ad iniziare dal suo collega senatore/sindaco». A cosa serve far costruire infrastrutture imponenti quando non si è capaci di tenere nel corretto stato di uso e conservazione i beni che già vi sono e che vengono fruiti da alunni e da società sportive a cui mancano gli spazi appositi per svolgere la loro funzione sociale. Lo scopo dell'intervento di Spadavecchia non è l'individuazione del o dei responsabili, vergognosamente inadempienti tecnici, capi servizio, assessori e sindaco, ma che venga ripristinata una situazione di sicurezza e di corretto stato di manutenzione nella scuola frequentata da circa 300 bambini e da circa 40 fra insegnanti e collaboratori.
Autore: Marilena Farinola
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