Al supermercato coi soldi contati
La proposta di “Quindici” piace all'assessore Ancona
A mali estremi, estremi rimedi. L'euro scombussola il bilancio familiare? L'acquisto dei beni di prima necessità è diventato un esercizio circense per tenere in equilibrio i conti di casa nostra? Bene, allora si corre ai ripari: prezzi calmierati e definiti e una spesa quotidiana al costo fisso di dodici euro. L'idea è venuta in mente al sindaco di Roma, Walter Veltroni, il quale d'accordo con le organizzazioni dei commercianti ha stilato una vera e propria lista della spesa a prezzi bloccati, cosicché da permettere al consumatore di saziare, è il caso di dire, i suoi appetiti senza che il suo portafoglio si alleggerisca oltremodo.
Tradotta nella pratica, l'iniziativa dell'amministrazione comunale della capitale consiste nell'indicare una serie di prodotti che i cittadini potranno comprare (nelle quantità previste, s'intende) non spendendo più di dodici euro, ovvero circa ventiquattromila lire. Un esempio? Eccolo: 500 grammi di pasta Divella, 500 gr di caciotta, 5 cornetti, 200 gr di insalata, 250 gr di uva, carciofini sotto aceto e un pollo. Oppure: 500 gr di riso, 200 gr di prosciutto di montagna, 2,5 kg di patate, 2 kg di melanzane, 1 kg di banane, 800 gr di spigola e 600 gr di suino. Niente male, vero?
In un clima di collaborazione si cercherà poi di coinvolgere, a partire da metà ottobre, anche parrucchieri e acconciatori, elettricisti ed idraulici, antennisti ed autoriparatori. Un'alleanza a tutto vantaggio dei cittadini, che QUINDICI propone di estendere anche alla nostra città.
Di qui la domanda: sarà mai possibile al nostro governo locale "copiare" tale soluzione anche a Molfetta? Lo abbiamo chiesto all'assessore al commercio Antonio Ancona (nella foto).
Che ne dice, assessore? Ci sono le condizioni qui a Molfetta per fissare un listino dei prezzi?
"Sarebbe auspicabile, specie per le famiglie monoreddito. Tuttavia le difficoltà sono notevoli mancando, a differenza che nella capitale, forti organizzazioni sindacali dei commercianti. A Molfetta il panorama è frammentato, non ce ne sono di così rappresentative, ad eccezione forse di Molfetta Shopping. In più i rappresentanti dei consumatori latitano, e non da oggi".
Poco dialogo con le parti in causa, quindi. E i commercianti non sembrano voler "scendere a compromessi".
"Ognuno fa il proprio gioco. I commercianti si oppongono a qualunque intervento nel merito. Perché, si chiede un ristoratore, dovrei vendere il mio pesce fresco allo stesso prezzo di uno surgelato altrui? Il mio cibo è il migliore, dicono".
Vi siete mossi in concreto per tenere sotto controllo la situazione che si è venuta a creare a seguito dell'inusitato aumento dei prezzi?
"Io faccio parte, da un anno, di un comitato istituito su base provinciale espressamente col compito di monitorare i prezzi. Abbiamo riempito un paniere coi prodotti più venduti e ne valutiamo periodicamente, due volte al mese, l'aumento dei costi".
Dove avete notato gli aumenti più eclatanti?
"Nell'ortofrutta, nell'ittico e nel settore delle carni. Però in particolare per quanto riguarda frutta e verdura dobbiamo tener conto anche della variabile climatica, da non trascurare".
Alimenti e bevande?
"Da settembre 2002 ad oggi più del 10%".
Chi dovrebbe intervenire?
"Direi che la Prefettura non dovrebbe perdere altro tempo prezioso".
Nella nostra città come avviene la rilevazione costante dei prezzi?
"Abbiamo affidato il compito alla squadra di Polizia Annonaria. Non temano gli esercenti: si tratta solo di accertamenti per le statistiche".
Prossimo passo?
"Convocherò le varie organizzazioni, la trovata di Veltroni mi sembra ottima".
Eugenio Tatulli