MOLFETTA - C'erano proprio tutti, come nipotini al compleanno del nonno, gli arbitri della zona. É iniziata alle 20.40, più di un'ora e mezzo di ritardo, e si è conclusa alle 22.35 la cerimonia per celebrare il 75° anniversario della sezione AIA di Molfetta. Location il cineteatro Odeon che in tali occasioni torna ad essere il salotto buono della città.
Presenti, ovviamente, gli arbitri di Bisceglie, Ruvo, Terlizzi, palo del Colle, Giovinazzo, Altamura, Gravina e Molfetta, oltre alla dirigenza nazionale dell'AIA e ai rappresentanti locali.
Si è parlato della storia della sezione, che ha dovuto cedere uomini alla Seconda Guerra Mondiale e che è riuscita, prima con difficoltà ma poi affermandosi sempre più a livello nazionale. Sono intervenuti in tanti, segno di una sentita appartenenza al tale realtà. Nel finale la consegna degli attestati ai tesserati da 50 e 60 anni prima della cena di gala all'hotel Garden.
Probabilmente la manifestazione di ieri, i cui discorsi sono disponibili nelle 1.300 copie del libricino celebrativo distribuito ai partecipanti e quindi facilmente recuperabili, contiene un più profondo significato. Si può forse parlare di utilità sociale della sezione stessa. Nel teatro della città, infatti, c'erano tre generazioni, vestite di tutto punto ma sotto la cravatta visibilmente appassionate, ingenuamente, in senso positivo, allo sport nazionale. “Un modo intelligente di fare sport”, questo il messaggio nell'aria e questo è esattamente ciò che serve alle nuove generazioni. Ha colpito, personalmente, la forte differenza di età tra i nuovi ragazzi della sezione da poco impegnati nell'attività, i rappresentanti a livello nazionale, i fratelli Ayroldi tra gli altri, e i soci storici.
Oltre alle maglie, alla scorta dei vigili urbani all'ingresso, alle tv della zona ed ai rappresentanti che militano nelle più alte serie traspariva un senso di appartenenza ad un'associazione che educa principalmente ai valori sani dello sport. Aspetto senz'altro positivo dato che l'utilità ultima dello sport coincide proprio con il rispetto dell'altro, delle regole, scritte e non e di una cura della propria salute. Tali eventi servono proprio a ricordare questo e, una volta tanto a mettere in secondo piano gli sponsor e gli scandali; conta giocare e che lo si faccia da arbitro o calciatore è solo un dettaglio.