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Affondamento motopesca Francesco Padre: una ferita ancora aperta 25 anni dopo a Molfetta Lunedì 4 novembre cerimonia nel Duomo alle 18.30 e corteo per commemorare i marittimi morti
31 ottobre 2019

 MOLFETTA - Lunedì 4 novembre saranno 25 anni. E’ passato un quarto di secolo da quando, nello stesso giorno del 1994, il motopeschereccio Francesco Padre esplose al largo delle coste del Montenegro con tutto il suo carico umano. Quella notte persero la vita Giovanni Pansini, Saverio Gadaleta, Luigi De Giglio, Francesco Zaza e Mario De Nicolo.
Per ricordarli la sera del 4 novembre, in chiesa, proprio come avviene da 25 anni, si riuniranno i loro parenti ma anche i colleghi pescatori, i rappresentanti delle associazioni dei pescatori, il sindaco, Tommaso Minervini, autorità civili e militari. La cerimonia religiosa si terrà, alle 18.30, nel Duomo. Al termine della funzione, dopo un breve corteo, alcuni pescherecci e una motovedetta della Capitaneria di porto lanceranno una corona nello specchio acqueo del porto.
«Saremo in chiesa accanto ai parenti delle vittime di una tragedia che – sottolinea il sindaco Tommaso Minervini - ha profondamente segnato l’intera comunità e che nessuno ha mai dimenticato nella piena consapevolezza che non si è riusciti a fare tutto e che le profondità del mare saranno per sempre l’ultimo rifugio per i resti umani dei componenti dell’equipaggio del Francesco padre e della loro mascotte, il cane Leone».

Le cause dell’esplosione del Francesco padre sono state chiarite solo nel 2014. Quando, a conclusione della quarta inchiesta, la Procura di Trani, demolendo tutte le altre ipotesi investigative, ritenute infondate, giunge alla conclusione che “per un tragico errore il motopesca di Molfetta sia stato affondato dalle forze Nato perché scambiato per uno di quei natanti utilizzati in funzione antisommergibile”.

Nessuna collaborazione dalle forze Nato che non hanno mai risposto alle rogatorie internazionali non consentendo, nei fatti, alla Procura di procedere con eventuali richieste di rinvio a giudizio. «Ma noi, la Comunità molfettese, la Comunità marinara – conclude il sindaco Minervini - rispondiamo con accorata partecipazione all’onore, alla fatica ed al ricordo di quegli uomini, vicini ai familiari e alla gente di mare».

 

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