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Abbattista (Pd) cerca l'accordo per la capitaneria in consiglio comunale
12 novembre 2008

MOLFETTA -In merito alla delicata questione legata ai lavori di realizzazione della nuova Capitaneria di Porto, il coordinatore locale del Partito Democratico, Giovanni Abbattista (foto), esprime, in questa nota-stampa, la sua opinione, invitando tutti ad un confronto sereno ed intellettualmente onesto per ricercare soluzioni condivise nell'interesse della città. «Le ultime vicende (giudiziarie e non) relative alla costruzione della nuova “Capitaneria di Porto” sollecitano alcune considerazioni. Una precisazione va fatta, innanzitutto, con riferimento all'esito dell'udienza tenutasi in data 6.11.2008 nell'ambito del giudizio, dinanzi al TAR Puglia, promosso dal Ministero per le Infrastrutture ed avente ad oggetto l'impugnativa delle ben note ordinanze sindacali di sospensione dei lavori. Una nota dell'Ufficio Stampa del Comune di Molfetta ha diffuso la notizia che “il Comune di Molfetta vince il primo round giudiziario sulla questione della “Nuova Punta Perotti” e che “la Terza Sezione del TAR Puglia non ha dato seguito al ricorso del Ministero contro le ordinanze comunali di sospensione dei lavori”. “I giudici amministrativi, infatti hanno accolto le ragioni del Comune di Molfetta ...”. Proseguendo, sempre nella stessa nota, si legge che “alla luce della sentenza del TAR Puglia, pronunciata in forma semplificata, la costruzione della foresteria a servizio della Capitaneria di Porto non potrà proseguire fino al 31 gennaio 2009”. La notizia sull'esito dell'udienza ha poi indotto il Presidente del Consiglio a inviare alla stampa un comunicato nel la quale, tra le altre cose, commentando la sentenza del TAR, ha dichiarato che “si tratta di una sentenza importantissima per la città ed il suo futuro”. In una vicenda che si connota per la delicatezza e complessità del problema da risolvere, sarebbe utile che si diffondessero notizie corrette, specie da parte di chi svolge, con i soldi dei contribuenti, un servizio nell'interesse pubblico, così come sarebbe auspicabile che figure istituzionali di prestigio della città le commentassero con maggiore onestà intellettuale. La sentenza che si saluta con soddisfazione da parte della maggioranza altro non è se non una sentenza di improcedibilità del ricorso, in cui il TAR ha semplicemente preso atto del fatto che non vi era più alcun interesse alla decisione, a seguito della terza ordinanza del Sindaco con la quale sono stati nuovamente sospesi i lavori sino al 31.1.2009. In sostanza, nei giorni antecedenti all'udienza, il primo cittadino ha emanato un nuovo provvedimento che di fatto ha travolto i due decreti impugnati dinnanzi al TAR, rendendo di fatto inutile un pronunciamento dei giudici amministrativi sugli stessi. Quindi nessun giudizio espresso nel merito della vicenda da parte della Terza Sezione del TAR, che, con una sentenza di mero rito, si è astenuta da qualsivoglia valutazione sulla legittimità degli atti emanati dal Sindaco. La nuova sospensione, prodotta dal provvedimento del primo cittadino e non dalla decisione dei giudizi amministrativi, non legittima, quindi, i toni trionfalistici usati dalla maggioranza. La precisazione mi sembra in questo momento doverosa e utile al fine di favorire il corretto convincimento su questa delicatissima vicenda da parte di tutti coloro i quali, in queste ultime settimane, si stanno “mobilitando” a favore dello spostamento della capitaneria. Chi è sensibile ai processi di cittadinanza attiva non può che guardare con favore alla partecipazione che sembra si stia muovendo attorno all'iniziativa di alcune associazioni molfettesi. Mi auguro che il Sindaco Azzolini, il quale ha espresso in più occasioni pubbliche fermo scetticismo sulle forme di partecipazione dei cittadini ai processi decisionali dell'amministrazione, apprezzando l'impegno dei cittadini molfettesi, vorrà quindi coinvolgerli non solo per sostenere le sue battaglie, ma anche per condividere autenticamente le scelte cruciali da prendere per disegnare il futuro della città. Potrebbe essere questa, per esempio, l'occasione per dire chiaramente alla città quale sia la sua idea di sviluppo del porto, quale la collocazione definitiva del porto turistico – che, ora, il piano urbanistico attuativo prevede tra il porto mercantile e quello peschereccio –, quale la destinazione dei cantieri navali posti sulla stessa linea della capitaneria e che anche nell'ipotesi di spostamento di quest'ultima occuperebbero, comunque, la visuale che si vuole rendere libera sino alla Basilica della Madonna dei Martiri. Il confronto su queste prospettive non può che svolgersi, però, nel Consiglio Comunale, e cioè nella sede istituzionale all'interno della quale la politica deve fare ogni sforzo per raggiungere l'obiettivo del trasferimento della foresteria, obiettivo già condiviso dalle opposizioni con l'ordine del giorno discusso nella massima assise cittadina, sebbene partendo da presupposti diversi rispetto a quelli della maggioranza al governo della città.. Occorre, infine, che ciascuno si assuma coraggiosamente le responsabilità politiche ed amministrative che hanno condotto a questa situazione, e vengano individuate soluzioni condivise nell'interesse della città, sempre nell'ambito del ripristino della legittimità violata».
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Non seguo molto le vicessitudini della "Nuova Punta Perotti" (?) cittadina e le ultime vicende giudiziarie relative alla costruzione della nuova Capitaneria di Porto: tantomeno le diatribe politiche e culturali in merito. Quello che apprendo è tramite passa parola. Per un uomo di strada come me, parole come "orrore" o "obbrobrio" suonano come stonature culturali, riparatrici a vari comportamenti incivili e malefatte politiche amministrative (quando non si vogliono ammettere gli errori commessi), come l'argomento in questione. La comferma l'ho avuta stamattina quando, per motivi pensionistici, ho dovuto recarmi agli Uffici INPS sul lungomare. Dopo mi sono pentito di non essermi recato agli Uffici dell'Istituto, attraverso via T.Fiorino e poi via Giovinazzo. Essendo una mattinata soleggiata, mi sono affacciato sul lungomare per respirare un po' di iodio purificatore. L'avessi mai fatto! Sono entrato in un letamaio a cielo aperto, costretto a proseguire zigzagando onde evitare il calpestio di escrementi animali e forse, visto il volume, anche umani. Un lungomare trasformato in letamaio, una vera porcilaia. ORRORE? OBBROBRIO? Dite così voi, intellettuali, politici, cittadini istruiti ed eruditi? IPOCRITI! Io uomo di strada dico più semplicemente "lungomare di merda", lurido e schifoso (così anche vari quartieri cittadini). Gli "ORRORI" o "OBBROBRIO" sono coloro i quali rendono tale il lungomare e quelli che, pur avendo il potere e il mandato popolare per evitare tutto questo, non intervengono, chiudono gli occhi, si tappano le orecchie. Così per la città tutta. Vogliamo costruire un secondo lungomare? Per farne un secondo letamoio? ORRORE! OBBROBRIO!

Noi della Greatest Generation, abbiamo l'impressione che "il confronto sereno ed intellettuale onesto", alla ricerca di soluzioni condivise nell'interesse della città, non ci potrà mai essere. Oramai i confronti democratici fra politici o pseudo tali, non esistono e, in questo dramma sociale, sono stati coinvolti anche i cittadini tutti. Tutto è "muro contro muro", vince il muro che riesce a restare intatto o subisce meno danni. Anche a riguardo poi "nell'interesse dei cittadini" ci sembra equivoco. Dai toni trionfalistici assunti da destra e da sinistra, quando la "battaglia" giunge vittoriosa, è eloquente la sola soddisfazione personale e clientelare, alla "faccia" dei cittadini i quali, illusi, partecipano esultanti alla vittoria dei loro beniamini inconsapevoli di essere stati ancora una volta beffati e di aver perso la "guerra", la propria guerra, quella sconosciuta al politico: la quotidianetà. Dove sono finiti i toni democratici, confronti, correttezza politica, onestà culturale, trasparenza; dove sono finite le virtù, vergogna, onestà amministrativa, dignità della persona, corretezza sociale, coerenza di pensiero, etc.etc.. L'avversario politico visto come il nemico d'abbattere, da distruggere, da far scomparire. I cittadini? Fanno da cornice a questi inganni politici, morali e civili, applaudendo quelle che sono in fondo, le vittorie di Pirro perchè poi alla fine le conseguenze le paghiamo tutti. Quello che sta accadendo nella nostra città a riguardo la "Punta Perotti", sta creando solo confusione e tifo da stadio. Non capiamo quale analogia esiste fra la vera "Punta Perotti", quella barese ormai conclusasi felicemente, e un errore progettuale e di costruzione quale la Foresteria molfettese (Capitaneria ). Ci sono state dimenticanze, visuali non corrette, valutazioni erronee e anche delle incompetenze. Qui dovrebbe intervenire la politica sana (se ancora c'è), l'onestà culturale e amministrativa (se ancora c'è). La Giunta Comunale con in testa il Sindaco come primo cittadino, incontrare, discutere con i cittadini e chiarire la situazione senza sotterfugi politici vari, senza demagogia. Confrontarsi con l'opposizione, perchè se l'opera in atto attualmente da correggere, è veramente essenziale per lo sviluppo economico, sociale e turistico per la città di Molfetta, una imparziale intesa democratica liberale, si dovrebbe raggiungere considerando anche altre priorità riguardanti la città e cittadini. Si può fare tutto questo? Abbiamo paura di no, perchè manca la volontà politica. Molfetta forse è un paese al tramonto, nonostante le piramidi in costruzione. La nascita di tutte queste pseude Ass.Cul. e comitati vari, a difesa spartana di un equivoco che invece andrebbe discusso collegialmente, sanno di nepotismo, favoritismo, partitocratico e di vecchia politica che credevamo sepolta, invece sempre viva a rovinarci l'esistenza.

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