Recupero Password
8 marzo, il senso di una festa
15 febbraio 2005

La festa della donna (Woman's Day) fu istituita a Copenhagen l'8 marzo del 1910 dalla Conferenza Internazionale delle Donne Socialiste, per chiedere parità di diritti rispetto agli uomini, e vuole sottolineare, riferendosi ad eventi della storia dell'emancipazione femminile, il prezzo e il valore di una delle battaglie civili più lunghe e sofferte nel tempo. Sull'origine della festa le opinioni non sono concordi. La tesi prevalente la fa risalire a un tragico evento dell'8 marzo 1848, quando a New York 130 operaie morirono in un'industria tessile in cui lavoravano, chiuse dentro per volere del padrone, perché minacciavano di scioperare. Allo stabilimento l'uomo avrebbe appiccato il fuoco, dopo che le porte erano state tutte chiuse dall'esterno. Si dice che sulle ceneri di questo rogo sarebbe fiorita per prima una mimosa. Da allora questo fiore è diventato il simbolo dell'8 marzo, di un ideale di donna che induce a volere più ampio il suo destino e non solo nelle piccole eppur faticose battaglie della quotidianità. Non c'è dubbio che la condizione della donna oggi sia caratterizzata da una maggiore libertà in tutti i campi, nei rapporti interpersonali e in quelli sociali, da una maggiore partecipazione politica e indipendenza economica. Ma il freno maggiore per una reale emancipazione femminile è ancora costituito da una certa mentalità maschile arretrata, che vede nella donna un essere inferiore o comunque importante solo in quanto riveste un ruolo, che l'uomo stesso le attribuisce. Credo che il problema della donna sia oggi quello della ricerca della propria identità come persona, problema che nella nostra società in fondo è comune all'uomo, ma con alcune rilevanti contraddizioni in più. Solo una società diversa nei suoi valori potrà superare veramente l'antagonismo tra i sessi per dar luogo ad una comunità di persone libere. E' questo il significato della ricorrenza che molti ignorano e che considerano solo una circostanza strettamente commerciale, in cui tradizionalmente si regalano le mimose alle donne, o una giornata di divertimento all'insegna di uno strip-tease. Si tratta tuttavia di una ricorrenza molto sentita in cui i movimenti femministi soprattutto si mobilitano, organizzando feste, convegni, incontri, cene. Per l'occasione, desidero offrire alla riflessione dei lettori un encomio della donna, che, scritto da G. Quaglini e intitolato “Beata la donna”, era esposto in una bacheca in luogo pubblico e ho trascritto. Eccolo: Beata la donna/ che cura il proprio fascino/ interiore ed esteriore,/ perché l'armonia della persona/ fa più bella la convivenza umana/ Beata la donna che, a fianco dell'uomo, esercita/ la propria insostituibile responsabilità/ nella famiglia, nella società,/ nella storia e nell'universo intero. Beata la donna/ chiamata a trasmettere e a custodire/ la vita in maniera umile e grande./ Beata quando in lei e attorno a lei/ accoglie, fa crescere e protegge la vita. Beata la donna/ che mette l'intelligenza, la sensibilità,/ la cultura a servizio della vita/ ovunque essa venga sminuita o deturpata./ Beata la donna che si impegna/ a promuovere un mondo/ più giusto e più umano./ Beata la donna che sul proprio cammino/ incontra Cristo: lo ascolta, lo accoglie, lo segue come le tante donne del Vangelo, e si lascia illuminare da lui nelle scelte di vita./ Beata la donna/ che giorno dopo giorno,/ con piccoli gesti, con parole e atteggiamenti/ che nascono dal cuore,/ traccia sentieri di speranza per l'umanità. Quest'elogio, che vuol dare l'impressione di favorire l'emancipazione della donna, in realtà le compila un “decalogo”, a cui essa deve attenersi per “piacere” a chi l'ha sempre addomesticata e vuole continuare a farlo non più con la sferza (che oggi produrrebbe ribellione) ma con la blanda persuasione. Si dovrebbe invece lasciare che la donna ripensi alla sua presenza nella (o assenza dalla) storia ed individui un ruolo suo fuori dalla guida mentale di chicchessia, senza interventi di bastoni né, come cantava Mina, di “caramelle”. Cosmo Tridente
Nominativo  
Email  
Messaggio  
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2024
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet