Torna il “Festival del mare”, ma i giovani preferiscono Trani e Barletta
Teatro, prezzi troppo cari. Esclusa la partecipazione di gruppi locali
In un clima di suspense (paventata un'estate di austerity e recessione, a causa anche dei recenti danni di 'buontemponi' all'Anfiteatro) da far invidia ad Alfred Hitchcock, l''Estate molfettese' muove anche quest'anno i suoi primi passi.
Accanto all'ormai consolidato e prestigioso Festival di Teatro Ragazzi “Ti fiabo e ti racconto” (5-11 luglio), col premio “L'Uccellino Azzurro 2004” e le connesse manifestazioni itineranti “Le strade che ridono” (2-4 luglio), frutto della collaudata esperienza del Teatrermitage.
Ultimo, ma non in ordine d'importanza, il “Festival del Mare”. Il calendario pare molto appetitoso per gli amanti del teatro: l'esordio sarà affidato, il 27 luglio, al balletto “Romeo e Giulietta”, di Sergey Prokofiev, con Raffaele Paganini e la star dell'English National Ballet Monica Perego. La coreografia di Fabrizio Monteverde lascia molto ben presagire per 2 atti e venti scene d'ambientazione, a detta della critica, 'accesa e meridionale'. Da tenere d'occhio.
Seguirà il ritorno di Scaccia (30 luglio), con la sempreverde “Mandragola”, col suo mondo di egoisti falsi furbi e virtù ostentate per pura convenienza; poi l'aristofanea mania dei processi del vecchio Bdelicleone nelle “Vespe” (3 agosto) con Pino Caruso, in una satira contro il demagogo Cleone che, a mio avviso, ad onta dell'ambientazione nella guerra peloponnesiaca, ha ancora molto da raccontare ai giorni nostri.
E ancora il poliglotta (nel senso dei dialetti) Jannuzzo (7 agosto), “Siciliano per caso”, nel viaggio di Giovannino dall'isola all'Italia, la già nota ai palcoscenici molfettesi per il ruolo di Cyrano (anche se meglio conosciuta ai più come Signorina Silvani) Anna Mazzamauro, che promette faville nel suo “Omaggio ad Anna Magnani” (10 agosto), tra canzoni e recitazione, in un raccontare per vie traverse la più grande attrice italiana del secolo passato.
A concludere, due musical: “Pizza story” (18 agosto) con Edoardo ed Eugenio Bennato (un duo d'eccezione), in uno spettacolo (per cui usualmente si avvalgono della bravissima Pietra Montecorvino come Strega Vesuvia) che unisce, alle musiche del film “Totò Sapore” di Maurizio Forestieri, vecchi pezzi del repertorio dei due fratelli; “Il Tango delle ore piccole”, di Manuel Puig, per la regia di Giovanni De Feudis, con Tosca e Massimo Venturiello, storia dell'idolo della canzone ispano-americana del secolo scorso, Carlos Gardel, tra personaggi malfamati, tisici o sifilitici, donne fortunate o puttane etc.
Un calendario di tutto rispetto, molto ben studiato, con differenti prezzi per il Settore A (abbonamento 90 euro, singolo spettacolo numerato 15 euro) e il settore B (abb. 77,50 euro, s. spett. 13,50 euro).
Mi sia concesso di muovere alcune eccezioni, frutto di commenti spigolati qui e là. Come ogni anno, i giovani (forse una fascia di mercato che in una città medio-alto borghese interessa a pochi), lamentano il fatto che spesso dovranno spostarsi nella vicina Trani (ancora un'altra emigrazione, oltre quella per le spiagge), che offre concerti, alcuni dei quali gratis, per tutti i gusti (Vibrazioni, Litfiba, Neffa, Baglioni, ma c'è anche Branduardi, che può sollecitare l'interesse di un pubblico più adulto) o a Barletta, con i Modena City Ramblers e Caparezza. Si lamenta (senza tutti i torti) il fatto che, probabilmente, il “Festival del Mare” non sia economicamente alla portata di tutti. Certo, si può obiettare che per una serata in discoteca si spende anche di più e staremmo qui a dibattere all'infinito.
Mi limito a registrare fatti, lamentele. Un fatto innegabile è che, ancora una volta, forse per non sfigurare accanto ai grandi nomi che calcheranno le 'risanate' travi del Parco di Ponente, sembra (anche se a volte l'apparenza inganna!) che, dal programma estivo, sia totalmente assente la partecipazione di formazioni locali. Perché, per gli anni a venire, non pensare a un qualche spazio (avulso dal Festival, perché i benpensanti non abbiano a turarsi il naso) destinato anche a loro? Possibilmente non accessibile esclusivamente ai soliti noti, ma anche a qualche parìa.
O perché aspettare l'estate? In fondo d'inverno fa meno caldo. I luoghi chiusi si sopportano meglio e, se il cinema dovesse trasmettere all'infinito “Harry Potter”, il teatro non sarebbe un'alternativa disprezzabile. Oppure no?
Gianni Antonio Palumbo
gianni.palumbo@quindici-molfetta.it