Terremoto nel centrodestra: 4 consiglieri abbandonano Azzollini per Fitto e il senatore è sempre più solo
L’operazione del passaggio dal Pdl al Nuovo centrodestra di Angelino Alfano dell’ex sindaco di Molfetta sen. Antonio Azzollini non è piaciuta agli esponenti locali del centrodestra, consiglieri comunali compresi. Ma non è piaciuta soprattutto al suo elettorato, che non fa mistero di voler cambiare riferimento per le prossime elezioni. Gli uomini del centrodestra sono stanchi della gestione verticistica, anzi personalistica e padronale del partito che Azzollini ha portato avanti in questi anni, soprattutto perché non ha coinvolto tutto il partito ma solo quello che “Quindici” ha definito il “cerchio magico della Nutella”, con i suoi fedelissimi fra cui il consigliere regionale Antonio Camporeale, la sua segretaria Caterina Sallustio e la moglie Carmela Mezzina. Dopo la confitta elettorale, sta avvenendo uno sconvolgimento interno: è un fuggi fuggi generale dalle fila dell’ex sindaco, che deve contentarsi di un sparuto gruppo di fedelissimi che ora cercano di recuperare visibilità con un blog servile su Facebook e l’annuncio di un portale on line che nasce già schierato e disastrato. Intanto il primo ad abbandonare il senatore è stato Ninnì Camporeale, candidato sindaco sconfitto del centrodestra alle ultime elezioni amministrative, il quale ha deciso di aderire a Forza Italia con gli altri consiglieri comunali Pietro Mastropasqua, Saverio Tammacco e Lia De Ceglia. Un tradimento in piena regola se solo si pensa che qualche giorno fa, in pieno consiglio comunale, è stata interrotta la seduta per permettere l’incontro di questi consiglieri con l’ex ministro Raffaele Fitto, nemico acerrimo di Azzollini, che era in visita a Molfetta (altro sgarro al senatore). Mai Fitto in passato avrebbe potuto osare solo affacciarsi a Molfetta, che Azzollini considerava la sua proprietà. E non si rassegna ancora a tirare i remi in barca, anzi cerca di vincere in tribunale, con la carta bollata, quelle elezioni che ha miseramente perduto nelle urne. Cerca di far dimenticare il dissesto in cui ha lasciato la città e soprattutto i buchi di bilancio che non fanno onore a chi presiede la commissione Bilancio del Senato. E così dopo l’ultima brutta figura della sconfitta al Tar e al Consiglio di Stato dove ha cercato di far invalidare le elezioni amministrative, ora si lancia nell’ennesima avventura giudiziaria (questa volta dovrà farlo di tasca sua, non avendo più la gestione del Comune al quale ha fatto spendere migliaia di euro in cause inutili, come quella contro l’Autorità di bacino). Azzollini ha deciso di impugnare in proprio la transazione fra il Comune e la Multiservizi per il riconoscimento dei debiti fuori bilancio. E in tal modo, per i suoi capricci, farà spendere altri soldi al Comune e quindi ai cittadini di Molfetta, dopo lo spreco di incarichi legali degli anni della sua gestione. Infatti il Comune ha già affidato l’incarico di difenderlo ancora una volta all’avv. Ginaluigi Pellegrino, lo stesso che l’ha difeso nei procedimenti davanti al Tar e al Consiglio di Stato. Ma tanto al senatore dei soldi dei cittadini importa ben poco, quello che conta per lui, ora in disgrazia, è di recuperare qualcosa che irrimediabilmente è perduto. Come del resto cerca di fare Berlusconi. Ma la differenza fra i due non è da poco: Silvio è un gigante della comunicazione, Antonio è un manovale che si affida a mestieranti da quattro soldi in cerca di fortuna, ma con scarse capacità e incerto futuro. Intanto sul piano politico, per una sorta di eterogenesi dei fini lui sta subendo a Molfetta la stessa sorte di Berlusconi a Roma con il “tradimento” del gruppo del Nuovo centrodestra di Alfano di cui il senatore fa parte, essendo legato al suo mentore Renato Schifani. E così, In pratica, in consiglio comunale al senatore restano fedeli solo i consiglieri Mariano Caputo, Luigi Roselli e Carmela Minuto col gruppo del Nuovo centrodestra e la compagine dell’opposizione si spacca in tre. Il consigliere Antonello Pisani, resta l’unico rappresentante della lista civica “Siamo Molfetta”, già di Ninnì Camporeale. Quest’ultimo, deluso da Azzollini (alcuni dei suoi ex amici non vogliono sentire nemmeno pronunciare il suo nome) ha abbandonato prima il senatore e poi la sua creatura, per gettarsi nelle braccia di Fitto e di Forza Italia. Le prossime elezioni europee saranno l’occasione per misurare la consistenza elettorale dell’ex sindaco che, non essendo più al governo della città, non potrà godere del beneficio dell’effetto immagine e cercherà altri espedienti per non rimediare l’ennesima brutta figura.