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Quindici augura un Buon Natale di pace e serenità
25 dicembre 2010

MOLFETTA – Come sempre, anche quest’anno rivolgiamo gli auguri di Buon Natale a tutti e in particolare ai lettori del mensile Quindici Molfetta che “scelgono” il nostro giornale in edicola e del quotidiano Quindici on line, soprattutto a quelli più lontani in Italia e nel mondo che ci seguono da oltre 14 anni in internet.

Ancora una volta il nostro augurio più grande è quello della pace, come insegnava il caro don Tonino Bello, del quale è in corso il processo di beatificazione. Purtroppo nel mondo ci sono ancora guerre e conflitti, molta gente soffre la fame e la persecuzione, tanti sono emarginati, mentre cresce la violenza e l’egoismo nei confronti dell’altro visto come nemico e non come fratello. La nostra speranza è che questo Natale l’augurio di pace non sia solo un rito o una formula, ma diventi azione concreta, una realtà duratura per tutti i popoli.
Auguriamo anche all’Italia un futuro migliore in una situazione economica che si presenta sempre più difficile, con la speranza che si riesca a superare una brutta crisi economica con un reale sforzo da parte del governo, diretto veramente a sostenere anche le classi più deboli, i lavoratori sempre più senza lavoro e i giovani senza futuro. Speriamo che le famiglie, sulle quali pesa la crisi, possano essere aiutate.
Un augurio ai nostri fratelli emigrati perché possano tornare presto nel loro paese, anche con la speranza che si sviluppi sempre più la cultura dell’accoglienza verso i nostri fratelli immigrati.
Buon Natale anche alla nostra Molfetta, ai suoi cittadini e agli amministratori perché riportino la città ai livelli che merita, garantendo prosperità, benessere e sicurezza.
Grazie a voi cari Lettori per l’attenzione al nostro lavoro di volontari dell’informazione al servizio della città in piena libertà. Grazie per la fiducia che ci date e per l’affetto con cui seguite sia la rivista mensile, sia il nostro quotidiano on line.
A tutti è dedicato il manifesto augurale (nella foto) che trovate in questi giorni nelle strade di Molfetta, realizzato anche quest’anno dal nostro Alberto Ficele, che ha riassunto i temi e l'essenza di Quindici: La vignetta d'autore ogni mese; L'editoriale libero; Il giornale che si sceglie in edicola (e non la free press che viene data gratis e ha meno valore); Il vero giornale leader a Molfetta (che fa opinione e fa discutere i cittadini liberamente); Il giornalismo di approfondimento (con analisi, inchieste, servizi che non si trovano sul web); L'informazione quotidiana sul web; Il fotoreportage, il videoreportage; Una redazione che promuove le giovani penne (come ha fatto per tanti anni e fa tutt'ora con tanti giovani che scelgono di collaborare con Quindici e che crescono all'interno della redazione).
Un abbraccio virtuale a tutti dal direttore Felice de Sanctis e dalla redazione di Quindici.
 
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Autore: Q
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Natale è ancora una festa cristiana? Guardando le pratiche natalizie degli acquisti e dei consumi sembra che nella nostra cultura il Natale sia ormai già ateo, o se preferiamo agnostico, certo profondamente laico. Di cristiano è rimasto solo il rito che si ripete, la ricorrenza che ritorna, la festa che, come nessun'altra, è davvero “comandata". Comandata da chi? Dalla nostra economia naturalmente che, per quanto in affanno, resta comunque un'economia dell'opulenza dove il consumo e lo spreco sono sotto gli occhi di tutti in un tripudio di malcelata festività. Per cui la domanda non è: che senso ha la festività di Natale per un laico, ma che significato essa ancora possiede per un cristiano che vive in una cultura opulenta, e in ogni suo aspetto laicizzata, dell'Occidente “cristiano”? E allora diciamolo: l'Occidente forse non è più cristiano e la completa laicizzazione del Natale, la festa cristiana per eccellenza, è solo una conferma che il cristianesimo in quella sua vera essenza che è l'amore per il prossimo, lontano o vicino che sia, in Occidente non ha più casa, né chiesa, né luogo dove trovare espressione.Infine, per ritornare alle cose terrene, dove e' finita quella nuova figurazione del tempo inaugurata dal Cristianesimo (la STORIA HA UN SENSO) e che guardava con sospetto il nietzscheano “tempo senza meta”?... DON TONINO ha condensato questo concetto in queste parole: "Siate, soprattutto, uomini. Fino in fondo. Anzi fino in cima. Perche' essere uomini fino in cima significa essere santi.Non fermatevi, percio', a mezza costa:la santita' non sopporta misure discrete."... BUONA VITA a voi tutti.

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