Recupero Password
Processo Rafanelli vs Ilva “una conclusione offensiva”
15 maggio 2012

Vittime dimenticate da città e istituzioni Sei lunghi anni di processo, un anno e quattro mesi di reclusione per i tre imputati condannati e una provvisionale offensiva. Come a dire che la montagna ha partorito un topolino. È questo il caso della sentenza emessa dal giudice Fulvia Misserini, in occasione del processo per l’omicidio colposo di Vito Antonio Rafanelli, operaio molfettese di 33 anni, schiacciato da un enorme tubo il 17 agosto del 2006, nel tubificio dell’acciaieria dell’Ilva. L’impianto in cui è avvenuto il tragico incidente era stato da poco ristrutturato e reso totalmente automatizzato rispetto alla gestione semi automatica cui gli operai erano abituati. Dunque, una fatalità che poteva essere evitata se solo fossero state messe in atto le dovute fasi di addestramento, formazione e affiancamento. In più, secondo una rilevazione dello SPESAL (Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro), gli impianti non erano a norma e neanche ben transennati e protetti. Ad esempio, alcuni varchi d’accesso erano del tutto liberi ed uno di questi proprio in corrispondenza del lato sud, dove Rafanelli stava lavorando. Solo due giorni dopo l’infortunio, il 19 agosto 2006, sono state redatte le pratiche operative, il documento di valutazione dei rischi e si è provveduto ad una adeguata formazione del personale. Oltre al danno, anche la beffa. Dopo un tortuoso e sfiancante processo e il cambiamento di un giudice per le indagini preliminari e due in fase di dibattimento, la sentenza, secondo la vedova, non ha reso giustizia ad una morte così ingiusta e ingiustificabile. In tutto questo l’Ilva è stata condannata al pagamento di una provvisionale pari a 10mila euro da corrispondere alla signora Angela Annese, moglie di Rafanelli, e 10mila euro al minore, figlio della coppia. Un risarcimento, seppur provvisorio, ritenuto dalla vedova offensivo rispetto alla gravità dell’accaduto. È chiaro che questo indennizzo non avrebbe mai potuto sollevare un dolore così forte e profondo. Però, è evidente che la perdita, in questo caso, dell’unica persona che percepiva reddito all’interno della famiglia, ha provocato un danno ai superstiti che non è solo di natura personale e sentimentale, ma anche patrimoniale. La provvisionale doveva servire a ristorare, se pur parzialmente, questi danni e a facilitare la soluzione di problemi quotidiani. Oggi la signora Annese, che si è rivolta a Quindici per segnalare all’opinione pubblica l’esito vicenda, continua e continuerà a vivere della sola rendita INAIL, con tutte le difficoltà che ne conseguono. Ma il danno non è stato arrecato solo alla signora Annese. Anche i fratelli, la sorella e la mamma di Rafanelli, costituitisi parte civile e rappresentati dall’avv. Maria Antonia Lioce, non hanno ottenuto il riconoscimento della provvisionale. Solo una delle cinque parti civili ha ottenuto un risarcimento pari a mille euro (anche in questo caso esiguo e ingiurioso). Anche la condanna del dirigente dell’area tubifici Antonio Mignogna, del responsabile e del capo reparto Angelo Solito e Siro Cantiani, ha lasciato un po’ di amaro in bocca. I tre imputati, avvalendosi della sospensione condizionale della pena, se incensurati, eviteranno di scontare la condanna corrisposta. L’ennesimo bluff della giustizia, cui gli avvocati Lioce Maria Antonia e Antonio La Forgia, non intendono sottostare, continuando la loro battaglia in secondo grado di giudizio e poi in appello. È anche un modo per far fronte alla sensazione che si sia voluta minimizzare l’entità dell’accaduto e creare degli ostacoli nelle trattative con l’Ilva. E a fare da cornice a una situazione così disarmante anche la noncuranza delle istituzioni cittadine e del sindaco e senatore Pdl Antonio Azzollini (che aveva promesso un intervento in prima persona, poi mancato), la risicata solidarietà dei compaesani, il disinteresse dei sindacati e il mancato riconoscimento per un uomo che ha pagato con la propria vita un errore dipeso da terzi.

Autore: Angelica Vecchio
Nominativo  
Email  
Messaggio  
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2024
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet