Nausica Speranzini da Molfetta allo Zecchino d’oro
“Mi piace cantare da sempre”: grinta e ottimismo della piccola cantante
Entusiasmo e determinazione: se si dovesse racchiudere in due parole la personalità di Nausica Speranzini, molfettese che a soli 6 anni ha partecipato alla 62ª edizione dello Zecchino d’oro, non si potrebbe prescindere da queste. Con il sorriso smagliante, lo stesso che ha sfoggiato prima all’Antoniano di Bologna e poi all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno durante lo scorso dicembre, la piccola afferma che la sua passione per il canto è innata. «Mi piace cantare da sempre, non ricordo un momento della mia vita in cui non abbia avuto questa passione. Studio canto da un anno nella scuola di arti e spettacolo “TeatrArte” che ha sede a Molfetta». La canzone con cui Nausica si è esibita allo Zecchino, dopo aver superato due selezioni regionali e due selezioni nazionali grazie all’ottima preparazione ricevuta dall’insegnante Annamaria Muti e grazie al suo costante impegno, si intitola “Tosse” ed è stata scritta da Antos Zarrillo Maietta con la supervisione di Beppe Vessicchio. Ma pare che la bimba, oltre ad aver interpretato la canzone, vi si rispecchi anche parecchio. «Tosse parla della disubbidienza: è la storia di una bambina che non vuole coprirsi e, contro tutti i consigli della mamma, esce sempre di casa senza indossare cappello e sciarpa. La ribellione sembra essere la scelta giusta fino a quando non è la tosse a colpirla: solo così la bimba decide di obbedire. Anche io molte volte non ascolto i consigli di mamma e papà perché mi piace fare di testa mia». Da queste parole emerge la grinta della “peperina”, come a Nausica stessa piace definirsi. Una grinta che durante lo Zecchino non ha potuto fare a meno di aumentare, anche grazie al sostegno della famiglia e dei compagni di scuola, la classe I B di “Cesare Battisti”. «Mi sono sentita sempre aiutata dai miei genitori, che mi hanno accompagnata in questo percorso fino alla fine, mettendo da parte ogni altra cosa. Anche la mia classe mi ha sorpresa regalandomi una valigia di cartone in cui ho trovato una foto di classe e dei bigliettini con su scritto “Forza Nausica, facciamo il tifo per te”. Alla seconda selezione ricordo di aver detto a mamma “Voglio alzare la coppa”». A Nausica piace parlare del cammino che ha fatto prima della serata finale del 7 dicembre, in cui gli applausi del pubblico l’hanno emozionata più di ogni altro aspetto, assieme all’inaspettata presenza della sua maestra di canto, che le ha fatto imparare a menadito le canzoni per poter arrivare pronta alle selezioni. «Per me è stato infatti tutto così spontaneo. Ma devo ammettere che la maestra del coro dello Zecchino d’oro, Sabrina Simoni, è davvero molto severa. Non potevamo dire né una parola in più né una parola in meno e dovevamo rimanere fermi al nostro posto, senza mai distogliere lo sguardo dalle sue indicazioni. Mi sono stancata molto nelle giornate di preparazione, perché cantavo, cantavo, cantavo, ma ne è valsa la pena». Nausica, che vuole continuare a coltivare la sua passione per la musica nei prossimi anni, rilascia un’ultima bellissima dichiarazione. Alla domanda “Cosa ti è rimasto più impresso dell’esperienza che hai vissuto?” risponde “tutte le amicizie che ho costruito con i bambini provenienti da altre parti d’Italia». Saranno questo ottimismo e questa predisposizione alla vita a portarla lontano. © Riproduzione riservata