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Molfetta, domani presentazione del libro «Sacra sindone. Un mistero tra scienza e fede»
12 marzo 2011

MOLFETTA - Un affascinante mistero, la Sacra Sindone, il lenzuolo di lino che secondo la tradizione ha avvolto il corpo flagellato di Gesù Cristo. La radiodatazione al Carbonio-14 non ha convinto scienziati, storici e tecnici, che si adoperano per fornire seri riscontri al mistero della fede rappresentato dalla Sindone.

Domani 13 marzo nella chiesa di San Bernardino alle ore 19,30 sarà presentato il libro «Sacra sindone. Un mistero tra scienza e fede» (ed. Servi della Sofferenza) dagli autori Daniele De Matteis e Alessandro Paolo Bramanti, che ripercorrono lo straordinario e agghiacciante “racconto” dell’uccisione di un uomo, scritto nel sudario con caratteri di sangue.
Il libro vuole offrire una piccola via d’accesso, toccandone i punti più salienti, senza essere troppo tecnico, ma non abbandonando il rigore scientifico: la stoffa, il sangue, l’immagine, la storia fino alla vicenda del radiocarbonio.
 
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Autore: Q
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Mai detto e scritto che coloro i quali credono nell'aldilà, sono "deficienti". Nessuno di noi è portatore di verità e, avere dei dubbi, è un diritto sacrosanto. Non c'è nessuna forma di blasfemia nell'affermare che "nessun sudario" proteggerà l'uomo dai drammi umani: la Storia lo dimostra ampiamente, sono dati di fatto e quelli recenti ancora di più. "Dio lasciò il mondo alle dispute degli uomini" dice un testo della Bibbia nella sua versione latina. Siamo i soli protagonisti della nostra storia. Chi è l'Uomo Gesù, l'uomo che circa duemila anni fa percorse la terra d'Israele, parlò alle folle, lanciò uno straordinario messaggio di speranza e finì straziato su un patibolo infame? Chi era l'uomo che ha cambiato il mondo? “Sono convinto che la ricerca storica non compromette la fede, ma neppure obbliga a credere. Certo, a volte mette in crisi alcuni aspetti dell'immagine confessionale di Gesù, ma questo porta a una riformulazione della fede, più che a una negazione. Del resto, anche certe affermazioni rozzamente antiecclesiastiche vengono messe in crisi dalla ricerca. Ma ciò non obbliga alla fede, permette un atteggiamento laico più maturo” (M. Pesce – Inchiesta su Gesù). Ci sono domande che ci facciamo a proposito di qualunque personaggio della storia: dov'è nato? Da chi? Quando? Il 25 dicembre è una data carica di significati astronomici e simbolici. Lo è al punto che un altro Dio si diceva fosse nato in quel giorno: il misterioso Mitra, divinità benevole che ebbe largo seguito a Roma, e che contese a lungo il primato del Cristianesimo. Anche Mitra si era fatto uomo per salvare il genere umano. Una delle leggende dice che venne al mondo incarnandosi nel ventre di una vergine e che avrebbe abbandonato questa terra per tornare in cielo all'età di trentatre anni. Nato da una vergine? Come spiegare, al di fuori di una obbedienza dogmatica, una tale assurdità? A dispetto del fatto che in più punti i vangeli parlano dei fratelli e sorelle di Gesù?..............
Le ultime parole dell'intervento precedente "guidare gli uomini alla verità e alla virtù" dimostrano che il sig. Salcito non è l'unico "deficiente" di questa terra che crede nell'Aldilà. Non voglio giudicare nessuno ma, non capire cosa significhi credere che questa vita faccia parte di un progetto molto più ampio e che questa nnostra esistenza non è fine a se stessa, mi lascia un po' perplesso. Nella natura nulla si crea e nulla si distrugge; le molecole vanno incontro a continue trasformazioni. Le nostre stesse molecole tornano a spargersi nella natura ma lo Spirito che origina tutto questo è ovviamente superiore alle nostre stesse capacità di pensiero. Non siamo fatti per giudicare l'universo, la storia e Dio ma per vivere su questa terra e, nel frattempo crescere spiritualmente (le molecole dello spirito non vanno in decomposizione). Quindi, trovo blasfemo dire che difronte ai drammi del mondo il lenzuolo della Sindone non ci proteggerà. Colui che è stato coperto dalla Sindone per tre giorni ha già fatto tutto quanto gli era possibile per salvare il genere umano ma non è il salvataggio dalla sfortuna, dalle malattie o dai terremoti. La natura ha le sue leggi e tali devono rimanere. La porta della Salvezza aperta dall'Uomo della Sindone è quella dell'eternità per gli uomini di buona volontà. La Sindone ci richiama alle sofferenze di Cristo (il perno della rivelazione cristiana) e come testimonianza di tali vicende è un oggetto veramente prezioso e dobbiamo fare in modo che il suo messaggio venga tramandato ai nostri posteri.
La parte più preziosa prodotto dal Cristianesimo con l'impersonare in un essere divino un tipo di eccellenza e un modello da imitarsi, ha valore anche per il miscredente assoluto, e non andrà mai perduto per l'umanità. E' infatti Cristo, a preferenza di Dio, che il Cristianesimo ha elevato di fronte ai credenti, come il modello di perfezione per l'umanità. E il Dio fatto uomo, assai più che il Dio degli Ebrei o della Natura, che essendo idealizzato, ha fatto presa in modo così grande e salutare sul pensiero moderno. Dal razionale Cristo viene lasciato: figura unica, altrettanto diversa da tutti i suoi precursori quanto da tutti i suoi seguaci, anche da quelli che beneficiarono direttamente dal suo insegnamento. Né vale obiettare che il Cristo esposto dai Vangeli non corrisponde al Cristo storico, e che noi sappiamo quanto di ammirevole sia stato aggiunto dalla tradizione dei suoi seguaci. La tradizione dei seguaci può aver inserito un numero di prodigi e può aver inventato tutti i miracoli che gli si attribuiscono. Ma chi fra i suoi discepoli e proseliti può essere stato capace di inventare i detti attribuiti a Gesù, di immaginare il carattere e la vita che ci viene rivelata nei Vangeli? Non certamente i pescatori di galilea, e non certamente San Paolo, il cui carattere e le cui idiosincrasie erano di genere totalmente diverso; ancor meno i primi scrittori Cristiani, dei quali nulla risulta più evidente, se non che tutto quanto di bene era in essi proveniva completamente, come sempre professavano da quella fonte suprema. Nella concezione del razionalista scettico, resta una possibilità che Cristo fosse effettivamente ciò che Egli stesso supponeva di essere – non già Dio, giacchè Egli non pretese mai minimamente di possedere tale carattere, e avrebbe probabilmente ritenuto tale pretesa altrettanto blasfema quanto apparve agli uomini che lo condannarono, bensì un uomo investito dalla missione unica, di guidare gli uomini alla verità e alla virtù.

La verità è che quasi tutte le cose per cui gli uomini vengono impiccati o imprigionati quando le commettono l'uno verso l'altro, sono azioni quotidiane della Natura. L'uccidere, che costituisce l'atto più criminale riconosciuto dalle leggi umane, viene compiuto una volta dalla Natura verso ogni essere vivente; ed in moltissimi casi dopo torture quali soltanto i maggiori mostri di cui siamo a conoscenza abbiamo mai inflitto di proposito ai propri simili. Se non si volesse considerare assassinio se non quello che accorcia un determinato limite ipoteticamente assegnato alla vita umana, noi vediamo che la Natura commette proprio questo atto verso quasi tutti gli uomini all'infuori di una piccola percentuale, e lo commette usando tutti i mezzi, violenti o insidiosi, con i quali i peggiori esseri umani tolgono la vita agli altri. La Natura impala gli individui, li spezza in due come la ruota della tortura, li getta in pasto alle belve feroci, li brucia vivi, li lapida con pietre come i primi martiri cristiani, li fa morire di fame o di freddo, li avvelena rapidamente o lentamente con le sue esalazioni, e tiene in riserva centinaia di altri orrendi generi di morte, quali neanche l'ingegnosa crudeltà di un Nabis o di un Domiziano riuscì a superare. Tutto questo, la Natura lo fa col più altezzosa disprezzo sì della pietà come della giustizia, colpendo con i suoi strali tanto gli esseri migliori e più nobili quanto i più meschini e peggiori; vengono colpiti coloro che sono impegnati nelle imprese più considerevoli e meritorie, spesso proprio come conseguenza diretta delle azioni più nobili, e si potrebbe quasi ritenere che fosse una punizione. La Natura stermina senza rimorso quelli dalla cui esistenza dipendono il benessere di un intero popolo e forse le speranze dell'umanità per le generazioni future, come stermina coloro la cui morte è per essi un sollievo, o una benedizione per quelli che ne subiscono la nociva influenza. Così opera la Natura con la vita.




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