Molfetta cloaca? Un lettore scrive a “Quindici”: serve uno studio universitario sulle discariche della città non solo sul dialetto
L'ex mercato ortofrutticolo abbandonato
MOLFETTA – Il territorio di Molfetta è una discarica a cielo aperto. Oltre al dialetto, andrebbero studiate queste situazioni in città. Un lettore scrive a “Quindici”, che qualche mese fa nella rivista mensile in edicola pubblicò un titolo emblematico: “Molfetta, città cloaca”.
Da allora nulla è cambiato come scrive il nostro lettore: «Spett.le Redazione, di recente ho letto sul vs. sito internet l’articolo relativo all’incontro promosso da un’associazione locale in cui si sarebbero accesi i riflettori su un’attività di ricerca ad opera di una dottoranda dell’Università di Zurigo che sta studiano il ns. dialetto.
Credo ci sia un altro argomento, proprio della nostra comunità, che potrebbe suscitare l’interesse di qualche ricercatore universitario: le discariche centrali o semicentrali. Camminando a piedi o percorrendo la nostra città in qualunque altro modo, salvo che non si abbia lo sguardo perso in uno smartphone, è impossibile non rendersi conto come in alcune zone centrali o semicentrali del nostro Comune continuino ad accumularsi rifiuti di ogni tipo oltre a deiezioni e minzioni di fauna varia.
Ad esempio, nel centralissimo Corso Fornari, ad angolo con Via Paradiso, di fronte ai civici tra 100 e 110, da decenni è presente un terreno delimitato da mattoni di tufo semipericolanti, all’interno del quale si accumula pattume di ogni tipo. Non si ravvisano interventi finalizzati alla pulitura dell’ambiente e/o alla decespugliazione: le erbacce crescono incontrollate anche perché’ concimate dalle deiezioni e dalle minzioni di un nutrita colonia di gatti oltre che da quelle dei cani dei numerosi sedicenti cittadini che utilizzano quel sito per i bisogni dei loro amici a 4 zampe senza rimuoverli; ‘ certo che non saranno mai multanti per questo. Trattandosi di un luogo che si affaccia su una strada principale della nostra città, circondato da vari esercizi commerciali in cui si somministrano cibi e bevande, appare incomprensibile come mai nessun responsabile sia politico che amministrativo del Comune, nonché dell’Asl (a due passi è anche presente un importante presidio medico del nostro distretto sanitario) si sia mai premurato di agire nei confronti dei proprietari di questo luogo.
Si potrebbe affidare a qualche ricercare di buona volontà’ l’individuazione delle motivazioni di questo immobilismo’ Ma ancor più’ incomprensibile è il motivo per cui il nostro Comune da oltre cinquant’anni nella suddetta via Paradiso, tra i civici 100 e 110, non riesca a realizzare il completamento di una strada con relativo marciapiede e definitivo all’allineamento della stessa alla via già esistente. Gli automobilisti e i mezzi dell’Asm continuano ad eseguire vere e proprie acrobazie per svoltare a sinistra da Via Aurelio Saffi imboccando via Paradiso al fine di sbucare in corso Fornari avendo la strettoia, generata dalla recinzione pericolante in mattoni di tufo, a limitare la sede stradale. I pedoni, invece, devono rifugiarsi nell’unico striminzito marciapiede presente sperando di non incorrere in qualche ‘svirgolata’ di autisti distratti o spericolati.
Proseguendo per via Paradiso, in direzione della ferrovia, si incorre nell’area e nel rudere dell’ex mercato ortofrutticolo. Anch’esso esempio di discarica centrale, sito da decenni abbandonato, anch’esso utilizzato per sversamenti di materiali di risulta come evidente dall’orribile panorama che si può ammirare dall’obbrobrioso sovrappasso ferroviario tra via Cardinale Cagliero e Via Don F.sco Samarelli.
I nostri potenziali ricercatori potrebbero proseguire il tour su corso Fornari e arrivati all’angolo con via Zuppetta, di fronte ai civici dall’11 al 31, sul marciapiede adiacente la scuola Elementare statale San Giovanni Bosco, potrebbero ammirare un altro capolavoro. Consiglierei di munirsi di mascherina per evitare di dover sopportare l’odore nauseabondo che proviene dall’aiuola alberata utilizzata indiscriminatamente sia per le già citate deiezioni e minzioni dei migliori amici dell’uomo finiti nelle mani di padroni scevri di qualunque educazione civica ma anche da sedicenti cittadini che considerano il verde pubblico come discarica. Ciò appare ancor più inquietante considerando che si sta parlando di una strada adiacente una scuola per bambini!!! Questi poveri fanciulli, inoltre, rischiano di inciampare o sprofondare negli avvallamenti presenti sul marciapiede del suddetto tratto adiacente la Scuola San Giovanni Bosco ancor meno curato vista l’assenza da decenni di seri interventi di manutenzione.
Per questo caso, consiglierei ai nostri volenterosi potenziali ricercatori, di approfondire come mai in tutti questi anni nessun dirigente scolastico, nessun rappresentante del corpo docente si sia mai preoccupato di segnalare, a qualunque autorità competente, lo stato increscioso di questo tratto di marciapiede adiacente la scuola. Infine, ultima ma non da meno, esiste un’altra discarica centrale o semicentrale che potrebbe attirare l’attenzione di un ricercatore di buona volontà; percorrendo Corso Fornari in prossimità della curva che introduce in via Enrico Fermi, si scopre un altro luogo dove si accumulano rifiuti e chissà cos’altro. Anche quest’area era delimitata da mattoni in tufo eliminati alcuni anni fa dopo la protesta di qualche cittadino. La recinzione in mattoni di tufo è stata sostituita da una recinzione in rete di ferro che rende ancor più visibile lo scempio del luogo. Di recente è stata eseguita una decespugliazione delle erbacce, ormai alte oltre un metro, palesando in modo inequivocabile lo stato malsano dei luoghi; immancabili le colonie feline che pascolano ed usano il sito per i loro bisogni e forse anche per esercitarsi nella caccia a qualche roditore. Sono convinto che sarebbe massimo lo stupore dei ricercatori laddove scoprissero come questo luogo si trovi incastonato tra 2 scuole, la già citata Scuola San Giovanni Bosco e la Scuola Media Giaquinto, nonché a due passi dal parco di ponente con relativo teatro; quest’ultimo dovrebbe essere uno dei biglietti da visita della nostra città ma, ahinoi, attualmente è un biglietto alquanto malconcio.
L’elenco delle discariche centrali e semicentrali potrebbe continuare ma mi affido al vostro fiuto giornalistico e spero riuscirete a fornire adeguato materiale ai futuri ricercatori e dottorandi di tutte le università del mondo che volessero interessarsi alla nostra insolita comunità.
Perciò un fenomeno che più di tutti trovo inspiegabile e spero che un giorno potrà essere chiarito da qualche ‘premio Nobel’: per quale motivo ci si interroga ancora sul dilagare della disaffezione al voto di tantissimi cittadini visto che basterebbe passeggiare in una comunità come la nostra per comprendere il senso ed il significato di questa defezione spesso ingiustamente narrata come diserzione.
Grazie per la vostra attenzione. Cordiali saluti.
P.S.: superfluo inviare foto, tutto visibile su Google Maps.
Buon divertimento!».
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